NUOVO TEATRO SCALETTA – Con una grande performance di Mario Incudine al via la Stagione Anno Zero di Nutrimenti Terrestri
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NUOVO TEATRO SCALETTA – Con una grande performance di Mario Incudine al via la Stagione Anno Zero di Nutrimenti Terrestri

Dinanzi ad un pubblico di appassionati e addetti ai lavori, Maurizio Puglisi ha presentato la stagione del Nuovo Teatro Scaletta, che partirà il prossimo 19 gennaio, per concludersi l’11 maggio. Sarà il primo dei tre anni di gestione della struttura assegnati alla compagnia messinese. Lunedì scorso, Mario Incudine, fuori cartellone, ha entusiasmato il pubblico con “Parlami d’Amore”, un viaggio musicale emozionante, con la descrizione degli anni tra il 1918 e il 1940, “Quando la radio raccontava la vita”.

di Corrado Speziale        

Con un’anteprima di grande spessore artistico, da spettacolo “totale”, il Nuovo Teatro Scaletta ha aperto il sipario. Sarà Nutrimenti Terrestri, compagnia messinese con oltre 40 anni di attività, diretta da Maurizio Puglisi, a gestire per tre anni la struttura di piazza Don Bosco a Scaletta Zanclea. Intanto, il palco della “prima”, per la Stagione Anno Zero, prossima alla partenza, che resterà negli annali della comunità scalettese, ha visto come protagonista Mario Incudine con “Parlami d’Amore”, uno spettacolo di Costanza DiQuattro, per la regia di Pino Strabioli, che si è avvalso dell’accompagnamento musicale al pianoforte e alla fisarmonica del maestro Antonio Vasta.

Fuori del teatro imperversavano vento, freddo e pioggia, ma dentro, tra palco e platea, l’appassionante racconto musicale interpretato magnificamente da Mario Incudine, ha riscaldato ed entusiasmato i presenti nel segno di una relazione tra la storia della canzone italiana tra le due guerre e i fatti, più volte drammatici, che la circondavano e la caratterizzavano. Il tutto, narrato, cantato e musicato con il pensiero al passato e al tempo stesso con un occhio sulla contemporaneità. Protagoniste, tanta poesia e melodia emanate attraverso quel magico strumento che era la radio ai suoi albori, dal 1924. L’amore, in tempi durissimi, andava al passo con sogni lontani, era il segno della speranza degli italiani, per lo più incolpevoli e inconsapevoli dei loro destini, seppur apparentemente accondiscendenti o indolenti: il regime metteva d’accordo tutti. “Eravamo tutti monarchici, fascisti e…ciechi”. Tra gli anfratti della sofferenza, erano “bei tempi di baldoria”, dalla “dolce felicità fatta di niente”, e “brindisi coi bicchieri colmi d’acqua al nostro amore povero e innocente”. Col senno del dopo, la radio era un elemento dai due volti, di felicità e tristezza, fonte di forti emozioni, così come di dolori: voce del regime, ma anche portatrice dei primi “ballabili” che entravano nelle case. Rappresentava la leggerezza: “Ridere era l’unica arma che avevamo per combattere certi ostinati silenzi. Il fascismo ci dava la musica per farci sorridere e la radio per agevolare la percezione che tutto andasse a meraviglia”. Mario Incudine quella radio la descrive, ne racconta le gesta, ne esalta il fascino, ne disegna la forma, ma simbolicamente, infine, cancella la sua sagoma. Perché “Quando la radio raccontava la vita”, a tanti quest’ultima è stata negata solo per aver scelto di dissentire, per aver cercato la via della libertà. In tempi di inquietudine, “La musica è l’unica verità che conosciamo…”, recita il protagonista. “Come pioveva” a tempo di valzer lento, apre la saga delle bellissime canzoni straordinariamente “recitate” da Incudine, accompagnato al piano da Antonio Vasta. “Non ti scordar di me” è toccante e fortemente descrittiva. L’artista col suo recital attraversa l’Italia da nord a sud, ne fa un ritratto musicale profondo, vivace, fondato nella cultura dei territori. Vasta imbraccia la fisarmonica e sono respiri di straordinaria italianità. “Vitti ‘na crozza” sfocia come per incanto in “Lili Marleen”. La bellezza, anche interpretativa, di “Signorinella pallida” resterà nei ricordi più vivi dello spettacolo. Tra nostalgia e dolore siamo in un’Italia unita. Con la poesia si va a ritroso: l’inno al Risorgimento con “La Madre veneziana” di Mercantini son versi in omaggio ai fratelli Bandiera. “Il tango delle capinere” apre alla leggerezza e all’ironia. Tanto dettagliato, quanto esilarante, il momento del lutto nella tradizione siciliana sfocia in risata liberatoria. “Voglio vivere così” è segno di spensieratezza a fronte delle incertezze del tempo. “Eravamo ignorantissimi. Ci davano la musica e in cambio si prendevano tutto il resto”. Il racconto del cantante – attore interroga su “Balocchi e profumi”, trattata ironicamente come canzone “tragica, sadica… perversa”. Il pubblico partecipa e si scioglie in risate. Mario Incudine canta, recita, governa il palco, scherza e attrae. Con Vasta ha un’intesa perfetta. Su “Maramao perché sei morto”: “Oggi gli farebbero l’autopsia…”. Cambiano gli umori. Il racconto per piano solo e voce narrante diviene tragico, struggente. “Ci addormentammo con ‘Giovinezza’ e ci svegliammo con ‘Bella Ciao’”. In mezzo, la versione italiana di “Lili Marleen”. Lo spettacolo diviene prepotentemente sentimentale, attuale, ma al tempo stesso carico di nostalgia, catartico. In sala, applausi e commozione. “Parlami d’amore, Mariù” asseconderà il desiderio del protagonista di voler ritornare bambino, anche soltanto per un’ora, nonostante tutto.

Il messaggio finale sta tutto nel bis: “Vivere, senza malinconia”, vivere, senza più gelosia…” Perché la vita è bella e la voglio vivere sempre più”. Con un omaggio fuori programma a dir poco suggestivo, tutto natalizio, flauto e zampogna tra il pubblico in sala, anticipato da “Mio fratello”, brano d’eccezione, a scanso dei tempi vissuti nello spettacolo: “Salvo l’uomo che bussa alla mia porta, salvo l’uomo che canta alla finestra, salvo l’uomo che scrive, salvo l’uomo che ride, salvo l’uomo e sarà un giorno di festa…Mai più, mai più, mai più dolor …”.

Il programma della stagione Anno Zero del Nuovo Teatro Scaletta.

Spettacoli domenica ore 18,30

19 gennaio

“La Grande Menzogna” scritto e diretto da Claudio Fava, interpretato da David Coco – Produzione Maurizio Puglisi, Nutrimenti Terrestri.

9 febbraio

– “Leggero, ma non troppo…“, concerto del Coro Polifonico Ouverture, diretto dal maestro Giovanni Mirabile.

16 marzo

– “Patres”, regia di Saverio Tavano, con Dario Natale e Gianluca Vetromilo – Compagnia Il Nastro di Möbius.

30 marzo

– “Il sogno di Yerma”, drammaturgia e regia di Domenico Cucinotta, con Gabriella Cacia, Maria Pia Bilardo, Elvira Ghirlanda, Maria Grazia Milioti e Chiara Trimarchi – Teatro dei Naviganti.

13 aprile

– “Le mille bolle blu” di Salvatore Rizzo, diretto e interpretato da Filippo Luna – Nutrimenti Terrestri

11 maggio

– “Il Mio Nome è Caino” di Claudio Fava, con Ninni Bruschetta accompagnato al pianoforte da Cettina Donato. Regia di Laura Giacobbe – BAM Teatro.

Il programma della stagione Anno Zero del Nuovo Teatro Scaletta

Sezione “Famiglie a Teatro”. Spettacoli domenica ore 17.

2 febbraio

– “Piccolomondomusica” di Marta Cutugno, con Francesco Natoli, Giulia De Luca, Alessio Pettinato ed Emanuela Ungaro. Regia di Adriana Mangano – Produzione Maurizio Puglisi, Nutrimenti Terrestri.

9 marzo

– “Lumie Il circo dei Limoni”, di e con Francesco Mirabile.

27 aprile

– “Il Sarto Furbacchione” di Antonino Anelli, spettacolo di Michelangelo Maria Zanghì, con Ivan Bertolami, Alessio Pettinato, Emanuela Ungaro e Michelangelo Maria Zanghì – Compagnia di San Lorenzo.

 

 

    

 

27 Dicembre 2024

Autore:

redazione


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