Le intercettazioni da cui è partita la macchina del fango sull’attentato a Giuseppe Antoci esistono o no?
Gaetano Pecoraro torna a parlarci della “mafia rurale” nella puntata di questa sera, giovedì 27 febbraio a Le Iene dalle 21.20 su Italia 1.
Per vedere l’anteprima:
Gaetano Pecoraro, nel nuovo servizio sulla “mafia rurale” ,- dopo quello mandato in onda sette giorni fa, la famosa intervista a Fava che ha scatenato polemiche e commenti – tornerà ad occuparsi dell’attentato di Giuseppe Antoci.
Sua figlia intanto è stata appena aggredita e minacciata – due sere fa – in una pizzeria ad Acquedolci. Tra la gente è stata pesantemente apostrofata da un giovane che poi le ha scagliato addosso anche un pezzo di pizza.
Pecoraro punta l’indice della telecamera su dove e quando è partita la macchina del fango che voleva o forse ancora vuole travolgere l’ex presidente del Parco dei Nebrodi.
“Chi è stato a sparare all’auto di Giuseppe Antoci?”. Anzi, per dirla in dialetto messinese, “Cu Fu?”
Se lo era chiesto il giornalista dell’Espresso Francesco Viviano, dopo l’attentato a cui nel maggio 2016 era scampato Giuseppe Antoci, ex Presidente del Parco dei Nebrodi e uomo coraggioso le cui denunce avevano pesantemente minacciato gli affari della cosiddetta “mafia rurale”.
Parliamo del business organizzato dalla mafia, che otteneva finanziamenti pubblici dall’Unione europea attraverso richieste inoltrate da imprenditori vicini alle cosche o minacciati. Un sistema che consentiva di ottenere dall’Europa milioni e milioni di euro, che ovviamente finivano dritti nelle tasche dei clan.
Dopo l’inchiesta del giornalista Francesco Viviano, che aveva pubblicato stralci di intercettazioni dei boss mafiosi, erano partiti i dubbi sull’attentato.
Si era dato il via al cosiddetto “mascariamento”, ovvero la macchina del fango secondo la quale Antoci si sarebbe inventato di sana pianta quell’agguato e si erano costruiti teoremi, illazioni, montato dubbi, sviluppato teoremi fino alle risultanze della stessa Commissione antimafia regionale con le sue tre ipotesi di conclusione dell’indagine.
Ma quando la Iena va dal cronista a chiedere di poterle ascoltare o leggere, come si può vedere nell’anticipazione di qui sopra, questa è la risposta: “Non posso. Certo che le ho lette, ma non ricordo se le ho sentite”.
Da non perdere, questa sera, giovedì 27 febbraio, Le Iene, dalle 21.20 su Italia1.
Intanto ad Acquedolci continuano le indagini per individuare e dare un volto al giovane che si è avvicinato ad una delle figlie di Giuseppe Antoci, apostrofandola in malo modo, dopo averla chiamata “Antocina”, ed insultando il padre definendolo “bastardo”, anzi a dirla esattamente ““Vaff… tu e quel bastardo di tuo padre.”
L’ ex presidente del Parco dei Nebrodi ha detto: “Ho presentato una denuncia contro quello che è accaduto ieri a mia figlia che mentre era a mangiare una pizza con le amiche ad Acquedolci è stata insultata da un giovane che ha poi pronunciato insulti che riguardavano me. La ragazza spaventata si è allontanata dal locale”. Poi ha aggiunto: “Sono molto amareggiato e frastornato non è giusto che una famiglia passi quello che sta passando la mia. Spero che gli inquirenti rintraccino subito il colpevole che non sembra essere del luogo”.
Sulla vicenda, inquietante e non da sottovalutare, la magistratura ha aperto un fascicolo e sta indagando anche squadra Mobile di Messina.
Non è escluso che, a ore, venga attivato anche il Raggruppamento operativo speciale dei Carabineri.
«Abbiamo sporto denuncia e sto ricevendo la solidarietà da tutta Italia — conclude Antoci — ma sono molto amareggiato e frastornato perché non è giusto che una famiglia passi quello che sta passando la mia. Spero che gli inquirenti rintraccino subito il colpevole che non sembra essere di Acquedolci e chiariscano chi era e perché ci ha minacciati così platealmente»