OMAGGI GIUBILARI – Un momento di fede e memoria a Brolo: il Vescovo di Patti ricorda Padre Pietro e incontra Padre Marino
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OMAGGI GIUBILARI – Un momento di fede e memoria a Brolo: il Vescovo di Patti ricorda Padre Pietro e incontra Padre Marino

Una tappa intensa e densa di significati quella della Visita Giubilare del Vescovo di Patti a Brolo. Tra celebrazioni liturgiche, preghiere e incontri con i fedeli, associazioni, forze dell’ordine, amministrazione e commercianti, il pastore della diocesi ha voluto riservare due momenti particolarmente toccanti: l’omaggio a Padre Pietro Randazzo e l’incontro con Padre Donato Domenico Marino. Due uomini di Chiesa che, in modi diversi, hanno segnato profondamente la vita spirituale e sociale del paese.

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Il primo gesto è stato la benedizione della lapide di Padre Pietro nel cimitero comunale, un tributo a un sacerdote che per anni è stato una figura centrale nella comunità brolese. Uomo di fede, ma anche profondamente legato alla vita civile e politica. Padre Randazzo fu un democristiano instancabile, protagonista di un’epoca in cui la politica si intrecciava fortemente con la religione e i rapporti familiari. In quegli anni – quelli in cui “i comunisti mangiavano i bambini” – si diceva per creare allarmismo – Brolo era roccaforte della famiglia Germanà, dei Leone e dei Gembillo e la Chiesa giocava un ruolo cruciale nelle campagne elettorali.

 

Padre Pietro incarnava quella figura di sacerdote che sapeva stare tra la gente ma che era in grado di influenzare, dal pulpito, i fedeli. Un sacerdote del tempo.

Non meno significativo è stato l’incontro del Vescovo con Padre Donato Domenico Marino, pastore della comunità brolese per oltre vent’anni. Lui oggi è in  pensione – anche se, come ha scritto l’ex sindaco Salvo Messina, “un prete non va mai in pensione” – .Padre Marino ha rappresentato un punto fermo per generazioni di brolesi. Uomo discreto, mai protagonista, capace però di guidare la comunità con fermezza e dolcezza. Ha lasciato la parrocchia con la consapevolezza di aver seminato dialogo, ascolto, comprensione. Ha aperto le porte dell’oratorio, è stato vicino alle famiglie, alle monache, ai giovani, ai più fragili. Le sue omelie erano profonde, talvolta anche spigolose, ma mai aspre, sempre sincere.

  

Questi due momenti riportano nella memoria collettiva brolese, anche altri nomi che hanno fatto la storia spirituale del paese: da Don Nino Lo Presti, buon latinista e tifoso interista che insegnava religione alle medie, giocava a pallone e allo stesso tempo non lesinava parole forti nelle sue prediche, spesso bacchettanti, quasi puritane, soprattutto verso i più giovani. Nonostate sia passato del tempo dalla sua scomparsa (avvenuta il 14 febbraio 1995), il suo ricordo resta vivido e affettuoso nella memoria collettiva del paese. Ma c’è da ricordare a Don Giuseppe Cavallaro, oggi arciprete a Ficarra, passando per “padre Lembo”, amante del calcio e del dialogo, e per “padre Pippo”, poi divenuto il compagno Alibrandi, intellettuale e scrittore, una figura unica e coraggiosa, che anche con la  tonaca non tralasciava il suo impegno sociale e letterario.

Brolo ha conosciuto sacerdoti di passaggio, giovani preti in formazione che giocavano a calcio nella piazzetta, organizzavano cineforum in parrocchia, o guidavano i campi scuola di Castell’Umberto. E ha accolto missionari che rientravano dall’Africa, uomini barbuti che parlavano di colera e lebbra, ma lasciavano in dono rosari fatti con petali e legni profumati.

Una storia che si snoda tra la fede e la quotidianità. Dai tempi in cui il Consiglio Comunale nominava i parroci – come accadde nel 1921 con Vincenzo Gembillo – ai giorni in cui Fra’ Felice, al secolo Totò Confalone, prendeva i voti come francescano scalzo. Dalle processioni sotto le bombe ai matrimoni in sacrestia perchè erano stati protagonisti di fuitine, dai funerali negati ai suicidi ai battesimi celebrati solo per i “timorati di Dio”.

Il passaggio tra generazioni di sacerdoti ha segnato le tappe della storia sociale di Brolo. Oggi il testimone è in mano a Don Enzo Caruso, preparato, attento – come lo descrivono i fedeli – considerato un protagonista, nella curia, tra quei preti giovani che stanno segnando il cambiamento, nelle forme, nel dialogo, nelle parole che hanno il sapore della continuità e della speranza.

Tra il ricordo di chi c’è stato e l’attesa di chi c’è ora, Brolo si è mostrata agli occhi del Vescovo come una comunità viva, dove la fede continua a essere parte integrante della vita di ogni giorno. E dove la memoria non è semplice nostalgia, ma patrimonio condiviso, da custodire e tramandare.

Altre foto degli incontri

con le associazioni

Scacco matto al Vescovo

con i ragazzi delle medie prima degli esami

al Circolo tennis

tra i commercianti

con la gente

con i Carabinieri ed ai presidii sanitari

Scout. Oratorio, Salotto d’Argento, bambini, ragazzi ed all’asilo

Nella chieda di Piana

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20 Giugno 2025

Autore:

redazione


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