Omicidio dalla complessa analisi sulla quale indagano con il sostituto procuratore di Barcellona Fabio Sozio i carabinieri della locale compagnia al comando del capitano Filippo Tancon Lutteri e gli agenti di polizia del commissariato di Barcellona sotto la guida del vice-questore aggiunto Mario Ceraolo.
Infatti la vittima è un giovane incensurato, uno dei ragazzi della Barcellona tranquilla e borgese, Giovanni Isgrò, 22 anni, che si preparava a viversi la movida di un “venerdì notte” come tanti, dopo essersi fatto “bello” all’Hair Fashion by U Babberi, che si affaccia sulla via Garibaldi.
I sicari, due, con il volto coperto, hanno puntato le pistole e “tirato” cinque colpi al petto del giovane che è spirato poi al “Cutroni Zodda2 dove era giunto in condizioni disperate.
Ritrovata dopo poco l’auta dei killer, in fiamme, alla periferia della città, verso Milazzo.
Da definire la matrice dell’atto criminoso, si indaga a 360° ma l’inchiesta potrebbe, nelle prossime ore, passare nella mani della Dda di Messina.
IL COMMENTO.
DOPO L’OMICIDIO, SONIA ALFANO (PRESIDENTE COMMISSIONE ANTIMAFIA EUROPEA) HA COMMENTATO: “UN FATTO PREOCCUPANTE, QUALUNQUE SIA IL MOVENTE. BARCELLONA HA GIA’ DATO TROPPO”.
“L’omicidio avvenuto ieri sera a Barcellona Pozzo di Gotto è un fatto estremamente preoccupante, considerato che la famiglia della giovane vittima è ritenuta estranea ad ambienti malavitosi.
Sono continuamente in contatto con le autorità locali, il sindaco e il capitano dei carabinieri, per tenermi aggiornata”.
Sonia Alfano, Presidente della Commissione Antimafia Europea, nonchè figlia del giornalista Beppe Alfano, ucciso proprio a Barcellona Pozzo di Gotto quasi vent’anni fa, esprime tutta la sua preoccupazione in seguito all’omicidio avvenuto ieri sera nel centro del messinese, in cui a farne le spese è stato un giovane di 22 anni.
“Purtroppo – continua Sonia Alfano – non sembrano esserci tante alternative: o si tratta di una lezione data al ragazzo rispetto ad un possibile sgarbo, oppure potrebbe trattarsi dell’inizio di una nuova guerra tra clan per ristabilire nuovi equilibri.
Purtroppo, la spietatezza dell’esecuzione, la sua platealità, in pieno centro, in una delle strade più trafficate della città, fanno pensare a un segnale preoccupante.
Confidiamo nella sensibilità del sindaco e, soprattutto, nei barcellonesi che vogliono dire no, ancora una volta, a questi meccanismi perversi, considerato che Barcellona ha già dato troppo e vuole liberarsi della criminalità. Ben vengano, dunque, le iniziative da parte della società civile per esprimere il proprio dissenso rispetto al grave fatto accaduto”