Dal 22 dicembre al Teatro Vittorio Emanuele per la sezione Arti Visive 2017/2018
Alle ore 18 di venerdì 22 dicembre, nell’ambito del progetto “Opera al Centro” curato da Giuseppe La Motta, alla presenza del Presidente e del Sovrintendente del Teatro Vittorio Emanuele, si inaugura la mostra “Romanticismo Pop” del maestro Ranieri Wanderlingh.
L’artista peloritano non espone a Messina da diversi anni pur mantenendo, comunque, in questo periodo un’effervescente attività artistica con mostre in Italia ed all’estero.
Ranieri Wanderlingh, pittore, mosaicista, scultore, ha intrapreso con coraggio e non senza rischi, mostrando una manualità di assoluta sicurezza e una fantasia libera, atipica, del tutto personale. Sua è la scultura-fontana “Bios la vita che sempre ricomincia” collocata alla passeggiata a mare, che la Gazzetta del Sud ha donato alla città di Messina per ricordare il cinquantenario della nascita del quotidiano.
Il Prof. Pasquale Fameli del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna scrive “Nell’atteggiamento dei pittori italiani che hanno dotato il linguaggio pop di uno spessore intellettuale ulteriore, inesistente in quello americano, si nota, infatti, una certa propensione per l’espressione romantica: al riferimento sociale e consumistico si sostituiscono, infatti, la fantasia e l’emozionalità, pur se con esiti certamente differenti. L’espressione più radicale di questo “romanticismo pop” si rintraccia però nella produzione dagli anni ‘90 in poi di Ranieri Wanderlingh, che introduce con risolutezza l’emozionalità e il sentire umano in questo filone di ricerca: del linguaggio pop originario resta la traccia formale, prestata ad un’espressività antipodica alla freddezza della ritrattistica di Warhol.”
La mostra può essere visitata tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16,30 alle 19, fino al 9 gennaio 2018.
RANIERI WANDERLINGH OPERA AL CENTRO
Testo critico su depliant mostra
Il Romanticismo, moto spirituale europeo ripropose l’idea di libertà come fondamentale esigenza dell’individuo, affermando conseguentemente l’importanza ideale della tradizione e del genio dei singoli popoli nonché il carattere istintivo e fantastico della creazione artistica e letteraria. Charles Baudelaire, a commento del Salon di Parigi del 1846 definisce romantico chi “conosce gli aspetti della natura e le situazioni degli uomini che gli artisti del passato hanno sdegnato o misconosciuto”. Lo scrittore inoltre fa coincidere Romanticismo e modernità affermando: “Chi dice romantico dice arte moderna, cioè intimità, spiritualità, colore, aspirazione verso l’infinito espresse con tutti i mezzi che le arti offrono”, esprimersi non attraverso un ragionamento razionale, come voleva l’Illuminismo, ma tramite un abbandono spontaneo all’istinto e all’ispirazione. L’arte e la letteratura nel Romanticismo non si esprimono attraverso teorie e tecniche ma attraverso l’ispirazione, quasi divina, di un genio interiore. Questo genio non caratterizza solamente l’individuo ma interi popoli: il cui genio collettivo ha saputo erigere grandissime opere artistiche e portare avanti il processo storico fino alla modernità. Per il Romanticismo la filosofia della natura è la scienza dell’eterno trasformarsi del mondo, dando particolare importanza alla morfologia, al punto che questo è considerato uno dei suoi contributi più importanti e duraturi dello sviluppo delle scienze.
Tutta l’arte moderna si caratterizza per il rapporto dialettico tra due concezioni espressive opposte: il classico, proprio del mondo artistico greco-romano recuperato nel periodo Rinascimentale, sinonimo di progettualità e modello, ed il romantico, tipico dell’arte cristiana Medioevale e tornato in auge nell’Ottocento, che valorizza l’interiorità e l’immaginazione. Nella pittura contemporanea queste due linee d’espressione, questi due modi così diversi di concepire e fare pittura, sono venuti spesso ad intrecciarsi, apportando cambiamenti significativi nell’ambito di certa ricerca figurativa. Tra i fenomeni più interessanti si rileva la trasformazione graduale e progressiva della Pop Art che, alla luce degli esiti pittorici più recenti, sembra aver perso buona parte delle proprie qualità originarie. Il pop, infatti, nella sua connotazione storica, opera prelievi visivi dalle strade, dalle case, dai supermercati, dalle riviste e dalla pubblicità per rappresentare il nuovo status collettivo, senza celebrare né criticare, proprio come dichiarava Roy Lichtenstein in un’intervista del 1963: “La Pop Art guarda al mondo; sembra accettare il suo ambiente che non è né buono né cattivo ma diverso – una diversa condizione di spirito”. L’immediata metabolizzazione a livello mondiale degli stilemi pop ha però influito su altre ricerche figurative, parallele o successive, che hanno contribuito ad un dirottamento del genere verso forme ibride. Nell’atteggiamento dei pittori italiani che hanno dotato il linguaggio pop di uno spessore intellettuale ulteriore, inesistente in quello americano, si nota, infatti, una certa propensione per l’espressione romantica: al riferimento sociale e consumistico si sostituiscono, infatti, la fantasia e l’emozionalità, pur se con esiti certamente differenti. L’espressione più radicale di questo “romanticismo pop” si rintraccia però nella produzione dagli anni ‘90 in poi di Ranieri Wanderlingh, che introduce con risolutezza l’emozionalità e il sentire umano in questo filone di ricerca: del linguaggio pop originario resta la traccia formale, prestata ad un’espressività antipodica alla freddezza della ritrattistica di Warhol. Se quest’ultimo, infatti, evitava di esprimere l’emozione, la condizione interiore, e guardava esclusivamente al mondo esterno, caleidoscopio di nuovi stimoli visivi forniti dalle istanze pubblicitarie, Wanderlingh esplora contesti alternativi al sociale o al quotidiano, stilando un manifesto pittorico dell’esistenza e del valore umano naturale. Egli avverte il bisogno di mettere in luce l’aspetto psicologico dell’individuo, e la necessità di una rivalutazione sensibile della sfera emozionale si formalizza in una pittura precisa ed essenziale: vivacità e sintesi sono, infatti, divenute per l’artista le costanti di un fare immagine che si è protratto fino ad una riduzione ai minimi termini di segno e campitura cromatica. Ma se nella prima fase della propria produzione pop romantica Wanderlingh si concentra su enormi close-up di coloratissimi volti femminili, nella seconda fase si fa più onirico e descrittivo, introducendo elementi e simboli archetipici in sequenze narrative raffinate e visionarie. Si può parlare perciò della nascita di un vero e proprio “pop romantico” che ribadisce la fisicità dell’opera e con essa la fisicità dei sentimenti, tentando di sottrarli alla sfera mistica per esprimerli semmai, in chiave psicoanalitica, dando forma visiva al kairos attuale. Frammentarietà ed incertezza dominano in quest’epoca di “bricolage ideologici”, in cui un diffuso atteggiamento individualistico spinge l’uomo stesso ad una sfrenata caccia all’identità; ma è necessario andare alla ricerca della genuinità interiore per un recupero di sé e del rapporto originario con la propria natura di esseri umani. Dunque è questo il sostrato umorale della pittura pop romantica, una condizione generale che riguarda la gran parte dell’umanità, al di là delle distinzioni geografiche o somatiche.
Pasquale Fameli, Dipartimento delle Arti, Università di Bologna.
BIOGRAFIA
Ranieri Wanderlingh nasce a Roma nel 1961. Pittore e scultore avvia la sua attività espositiva nel 1982 con una mostra presso la galleria “il Mosaico” di Franco Cancelliere. Autodidatta, più tardi avrà modo di perfezionarsi nell’arte ceramica, conseguendo pure la laurea presso l’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria nel 1984. Artista dotato di una grande tecnica e dalla peculiare identità stilistica, i suoi esordi pittorici corrispondono da subito a un neocubismo ingentilito da una colorata e accattivante matrice pop che, dai “frammenti” degli anni 80, passando per le vorticose linee del suo Psicoespressonismo, approderà al grande ciclo del Pop Romantico, sintesi grafica e lineare di un’unica modernissima estetica assai affine al linguaggio delle illustrazioni e delle arti applicate. Fin dai suoi esordi, dal 1982, Wanderlingh è impegnato in una ricca attività espositiva su tutto il territorio nazionale ed all’estero (Montreal, Parigi, New York). Ha insegnato pittura presso l’Accademia Belle Arti Mediterranea di Messina. Ha collaborato con il mecenate Antonio Presti e con aziende private ed Enti pubblici, Una sua opera è presente nella Galleria d’arte contemporanea di Messina, una sua scultura al Museo del Liocorno di Siena. Nel 2005 realizza, su commissione della Gazzetta del sud, la fontana monumentale “Bios”, alla passeggiata a mare di Messina. Nel 2012 tiene due mostre antologiche al Monte di Pietà di Messina ed al Castello di Milazzo. E’stato consulente artistico e del paesaggio, nello studio di fattibilità del “Porto Verde”, porticciolo turistico per il Comune di Spadafora. Nel 2014 realizza delle opere musive al Cimitero S. Filippo per il Comune di Messina. Nel 2015, realizza per il Comune di Spadafora, con fondi europei, il “LabForma”, un innovativo Museo- scuola -laboratorio. Nello stesso periodo progetta e dirige il primo Festival dell’arte contemporanea siciliana al Castello di Spadafora. Nel 2015 viene inserito, dai critici d’arte Ivan Quaroni e Chiara Canali nella scelta di 14 pittori siciliani che operano nella ricerca artistica contemporanea fuori e dentro il perimetro dell’isola. Nel 2016 espone alla Galleria d’arte Moderna Provinciale di Messina in occasione della giornata nazionale dell’associazione dei Musei nazionali d’arte contemporanea.
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