Luoghi dalle dimensioni, ubicazioni e consistenze diverse, ma tutti accomunati da un’unica condizione: quella di essere chiusi, inutilizzati e negati alla fruizione pubblica. Luoghi che, se attivati, potrebbero accogliere le tante realtà che operano in città, resistendo al deserto delle politiche culturali che da troppo tempo abita Palermo.
Spazi in attesa, in abbandono, che aspettano di essere riabitati dalla musica, dal teatro, dall’arte contemporanea, dalla danza, dalla letteratura, dal cinema, dalla fotografia, dal design e da tutte le forme artistiche del nostro tempo che, nonostante tutto, nascono, crescono e resistono a Palermo. Spazi che attendono, finalmente, l’elaborazione di criteri di assegnazione trasparenti e partecipati.
I Cantieri Culturali della Zisa sono il luogo simbolo di questa condizione, sia per ciò che hanno rappresentato in una stagione felice della nostra città, che per il loro potenziale, incredibilmente inutilizzato. Ma a questa risorsa si aggiungono altri spazi come il Teatro Garibaldi, i cui lavori di recupero, ultimati da tempo, anziché favorire la sua riapertura ne hanno sancito lo sbarramento delle sue porte; come l’Ex Deposito Locomotive di S.Erasmo, e gli spazi di Expa, luoghi flessibili per i quali chiediamo la messa a punto di un modello di gestione trasparente e partecipato, che ne istruirebbe così il loro piano d’uso. O come lo spazio della Fonderia, abbandonato prima ancora di essere utilizzato, o l’ex convento di S. Francesco d’Assisi, restaurato e mai restituito alla città. E ancora il Palazzo Gulì e il Palazzo Sammartino, edifici che per tipologia, posizione, qualità spaziali e dimensionali si presterebbero a diventare contenitori multiculturali, case per la cultura e per l’arte, sedi di consorzi di associazioni e di soggetti che operano nella nostra città. E infine, a questo elenco, abbiamo aggiunto due grandi aree dismesse: la ex Chimica Arenella, e i Padiglioni della Stazione Sampolo. Siti che, al pari dei Cantieri Culturali, necessitano di una rilettura strategica in rapporto agli indirizzi che vuol darsi la città, ed al ruolo che la città intende assegnare alla cultura.
10 luoghi che abbiamo deciso di mettere insieme non come un elenco di singoli casi, ma come punti di una rete, che aggiungendosi a quelli già attivi, potrebbe costituire la trama di un distretto culturale urbano e territoriale, in cui soggetti, amministratori, operatori, cittadini siano nuovamente protagonisti di un percorso di identità e di differenze che riporti la cultura al centro della crescita e dello sviluppo della nostra comunità. 200.000 metri quadri di cultura che aspettano di essere riabitati.
Caro Sindaco che verrai,
molti mesi fa, indignati dalle condizioni di degrado in cui da anni versano i Cantieri Culturali alla Zisa, abbiamo scritto al Sindaco uscente chiedendo di conoscere quali progetti avesse per restituire quell’area alla città. In pochi giorni più di mille cittadini hanno sottoscritto quella lettera. Il Sindaco ha ritenuto di non rispondere e questo ci ha dato il metro della assenza, dell’arroganza e della certezza d’impunità che anima chi ha governato Palermo negli ultimi dieci anni.
Ritenendo che l’amministrazione uscente non sia più ormai nostro interlocutore, abbiamo pensato di rivolgerci al nuovo Sindaco e a quanti condivideranno con lui la responsabilità di amministrare Palermo, per porre il tema dei Cantieri della Zisa e, più in generale, il tema delle politiche culturali per la città, visto che in realtà la vicenda dei Cantieri è emblematica della vicenda più complessiva del degrado di Palermo.
Sappiamo bene che la città è dilaniata da troppe emergenze, che ti viene consegnata in condizione di estremo abbandono e di grande decadenza.
Ma sappiamo anche che, alla base di tanto degrado e di tanta arretratezza vi è la perdita di valori fondanti, un grave smarrimento del senso di appartenenza a una comunità, e che tutto questo ha alla base anche la mancanza di un progetto culturale, civile ed etico del vivere collettivo.
Per questo ci pare giusto chiedere che nel programma per Palermo trovi spazio un’istanza forte legata alle politiche culturali, che noi ti sollecitiamo a portare avanti e ad affermare con forza e convinzione nell’azione di governo della città. Ridare dignità al ruolo della cultura è, a nostro avviso, un tassello strategico del processo di ricostruzione di un sentimento che accomuni l’intera collettività, ma è anche uno strumento fondamentale per creare ricchezza, per dare lavoro, per affermare i principi della legalità e del controllo del territorio da parte dello Stato.
Siamo convinti che non ci potrà essere rinascita, che non ci potrà essere una ripartenza per Palermo, se non si comincerà dal ridarle un cuore, un’anima e un progetto culturale, che stiano al centro del programma politico e dell’azione di governo della città.
Ci proponiamo, da oggi e per i prossimi mesi, di aprire un ragionamento con tutti coloro che si riconoscono in questa esigenza e che ritengono che l’investimento nella cultura, nella ricerca, nella scuola, nell’innovazione, nel cambiamento, sia strumento fondamentale per la crescita e per il benessere della comunità. Ci rivolgiamo ai cittadini, agli operatori della cultura, agli artisti, al mondo dell’associazionismo, ai tanti movimenti della società civile che hanno tenuto viva la tensione ideale anche in questi anni bui, per riattivare un cantiere di idee e di energie, di proposte e di progetti, che ti chiediamo fin da adesso di ascoltare e di costruire insieme a noi.
Vogliamo una città capace di guardare avanti, di scommettere sul futuro, di ritrovarsi comunità, di lasciarsi alle spalle questi lunghi anni di decadenza civile ed etica in cui tutto è sembrato spegnersi, capace di ricostruire un tessuto di forze, energie, idee e passioni che troppo spesso e troppo a lungo è stato mortificato.
Confidiamo di trovare nel Sindaco che verrà quell’ascolto, quell’attenzione, quella sensibilità e quelle risposte che il Sindaco che va via non è stato capace di dare.
Buon lavoro.
I Cantieri che vogliamo