In un comunicato stampa il comitato Parco Aldo Moro prende posioni sulle dichiarazioni dell’Amministrazione comunale circa la possibilità di concedere parte dello stabile che insiste nel Parco ai Vigili Urbani
Se facciamo il paio con quanto sta succedendo sul versante ionico della provincia con il sito abbandonato del complesso “Le Rocce”, possiamo aver un bell’esempio di miopia politica.
Esempi dove sogni, legittime aspirazioni dei cittadini, amanti del bene comune, vengono totalmente ignoranti, se non vilipesi. Rendere fruibili dalla collettività quegli spazi abbandonati, misconosciuti, che sono di tutti e che rappresnetano un patrimonio di tutti, non è un’idea che alberga nè nelle menti nè nei cuori di politici, amministarori, manager della socialità.
Il Parco “Aldo Moro” (giusto per rammentarlo) è uno spazio a verde di oltre 14.000 metri quadrati, un’area di grande impatto paesaggistico nel cuore della città ma sconosciuto ai più.
Di chi è? E’ del comune di Messina dal 1949, prima apparteneva all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in forza di una cessione a titolo gratuito. L’Istituto ha disatteso i vincoli che dovevano tenere in piedi la concessione, praticamente da sempre, e non ha attivato le strutture di monitoraggio e di ricerca per le cui finalità la cessione stessa aveva avuto luogo.
Di fatto quel luogo versava in uno stato di abbandono e degrado.
Poi un gruppo di cittadini – il Comitato Aldo Moro – si è attivato, occupando pacificamente quell’area, ripulendone i viali, recuperando luoghi di quello che era uno storico fortilizio secentesco, promuovere quel processo di bonifica per la fruibilità del bene storico-architettonico e dell’intero Parco.
Poi il Comune ha accettato di sottoscrivere con l’Istituto di Vulcanologia (inadempiente) una nuova cessione del bene dall’Istituto al Comune stesso per la durata di ventinove anni.
Fine del sogno.
Da qui la protesta, ma anche gli atti vandalici, con la certezza che c’è chi rema contro alla destinazione “comunitaria” di questo luogo.
Ora vine fuori la notizia che quello potrebbe essere un luogo da destinate alla Polizia Urbana.
Mah!
Il comunicato.
E’ di poche ore fa la dichiarazione dell’Assessore al Patrimonio che alluderebbe alla possibilità di giungere ad un accordo con INGV per l’utilizzo parziale dello stabile nel Parco come sede della Polizia Municipale.
A parte l’irrilevanza di una volontà politica, priva di accordo tra i soggetti interessati, per giunta sul finire della sindacatura, negherebbe definitivamente l’uso pubblico e condiviso di questo luogo per soddisfare un bisogno esclusivamente patrimoniale/contabile. Inoltre questa modalità annuncio, non suffragata da atti amministrativi e pratiche coerenti, è prassi ormai consolidata di questa Amministrazione.
Come per il Protocollo siglato con INGV, l’Amministrazione Accorinti continua, peraltro, in un’azione unilaterale che non tiene conto del percorso avviato il 10 ottobre da quelle cittadine e da quei cittadini che hanno riacceso i fari sull’ennesimo scempio perpetrato ai danni della città.
Ne respingiamo dunque con forza il metodo, gli atti e finanche gli annunci singolari di queste ore e ci impegniamo ad intensificare i nostri sforzi affinché questo spazio possa essere realmente pubblico e possa ospitare i cittadini e le loro iniziative nella prospettiva inderogabile di un uso comune e partecipativo.