Final six all’insegna delle sorprese, dell’incertezza. Stasera primi verdetti….Parola al coach!
Cesare Pellegrino
Final six: “All’insegna delle sorprese, dell’incertezza, formazioni che hanno messo in campo un ottima pallavolo ma, nella stragrande maggioranza delle situazioni, risalta la mancanza di continuità di gioco di molte nazionali. Il risultato finale è incerto e neanche il Brasile, formazione ospitante, avrà vita facile – sorpresa Francia –nazionale del raggruppamento B, viene da un filotto di vittorie che l’hanno portata a questa final six, utili a sondare la consistenza di gioco e la forma dei sui uomini migliori. Il Brasile è andato in affanno, non è riuscito ad avere il solito cambio palla contro una Francia molto organizzata a muro e in difesa. La differenza l’ha fatta la forma strepitosa dell’opposto Rouzier,
le solite giocate spettacolari di Ngapeth e il granitico muro transalpino. I padroni di casa sono apparsi stanchi in alcuni frangenti, sospinti a gran voce dal numeroso pubblico di Rio de Janeiro, non sono riusciti a sfruttare questo vantaggio. – Serbia vs Italia – era la partita della rivalsa dopo i fatti incresciosi dei giorni scorsi, gli azzurri sono sembrati più squadra, vogliosi di dimostrare che erano lì per giocarsela a viso aperto contro la squadra di Grbic.
Non è stata una gran bella partita, buona la prestazione del giovane Giannelli in regia, senza però eccellere in una tipologia di gioco precisa. Azzurri concentrati in tutti i fondamentali, hanno sfruttato la buona giornata al servizio, usando con parsimonia questo fondamentale, senza regale punti diretti all’avversario. Questa è stata la chiave di gara. Serbia svogliata. – Polonia vs Italia – Italia non continua al gioco, con i soliti vecchi problemi di mancanza di lucidità in alcuni fondamentali che dovrebbero consentire il salto di qualità”.
Serbia vs Italia 2-3 (23-25, 25-14, 23-25, 25-20 e 9-15)
Italia vs Polonia 1-3 (15-25, 25-27, 25-20 e 20-25)
Parola al coach….
“L’Italia non convince, si procede con i singoli, c’è ancora molto da lavorare”.
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