di Nino Lo Iacono
Ad una settimana dalla chiusura della campagna elettorale, non si sono placate le polemiche all’interno dei gruppi che per un mese hanno lottato con la ferma convinzione di essere gli unici vincitori.
Le urne hanno stabilito che l’unico vincitore in assoluto fosse il Sindaco uscente Mauro Aquino con un risultato che è andato oltre le più rosee aspettative.
Questo risultato ha fatto scattare nelle menti di alcuni il sospetto del complotto, dei tradimenti, dello scambio di voti avvenuti all’interno dei gruppi che contendevano a Mauro la poltrona di primo cittadino.
E’ vero che le schede elettorali hanno restituito, in moltissimi casi, il voto ad Aquino accoppiato con i candidati in liste appartenenti a coalizioni avversarie, ma è pur vero che a prevalere è stato il voto di opinione.
Forse è la prima volta nella storia recente di questa città che l’elettore abbia dimostrato di essere svincolato da certe logiche clientelari ed abbia espresso un voto secondo coscienza.
Ha preso forza e vigore il voto di opinione già manifestatosi cinque anni fa, a cui, chi è abituato a pretendere il consenso come scambio di un presunto favore concesso, non crede e non crederà mai.
Il primo dato importante è quindi proprio questo: la conquista di una consapevolezza e di una coscienza civile che negli anni , che la politica becera, accattona e schiavista, aveva praticamente relegato in un angolo oscuro del convivere democratico.
Stessa sorte era toccata alla libertà di pensiero, di opinione e di scelta.
Insomma la politica del ricatto e della paura era diventata l’artefice del futuro della città.
Il timore che i politici detentori di questi opprimenti ed umilianti sistemi potessero riconquistare il potere ha risvegliato i pattesi, rigenerando quell’orgoglio al quale da queste pagine avevamo più volte fatto appello.
Per giustificare le cocenti ed inaspettate sconfitte, adesso si cercano giustificazioni che, secondo l’opinione comune, non hanno alcun senso.
Credo piuttosto che la ricerca del voto mediante l’utilizzo dei vecchi sistemi , abbia ottenuto l’effetto contrario.
La legittima reazione del popolo e la riconferma di una scelta libera sul candidato che era in grado di arginare e bloccare il pericolo di un ritorno al più tetro passato politico, è stato l’effetto trainante di questa tornata elettorale.
Adesso Mauro Aquino deve nominare la squadra che per cinque anni avrà il compito di condividere con lui oneri e responsabilità di governo e di rappresentanza.
Secondo le prime indiscrezioni, la Giunta sarà esclusivamente politica, rappresenterà cioè quelle formazioni che hanno contribuito direttamente alla vittoria.
Si devono nominare altri due assessori e il Presidente del Consiglio.
Per questi ruoli si fanno più nomi, ma gli accreditati sembrerebbero l’avvocato Attilio Scarcella, che però dovrebbe fare i conti con i numerosi impegni professionali, che lo vedono spesso fuori sede, il geometra Giovanni Franchina, che, dopo il brillante successo personale, potrebbe rientrare in Giunta come, peraltro, l’assicuratore Nicola Molica.
Nel caso che uno di questi ultimi due divenisse assessore, farebbe il suo ingresso in Consiglio il giovane avvocato Nicoletta Colonna.
Nella lista “il centro per Patti”, sponsorizzata da Saro Sidoti, l’avvocato Carmelina Virzì, prima degli eletti in assoluto con le sue 334 preferenze, potrebbe essere scelta per occupare uno dei posti di governo, agevolando l’ingresso in Consiglio dello scalpitante Achille Fortunato, rimasto fuori con 147 voti, quasi gli stessi avuti cinque anni fa, nonostante la doppia preferenza.
Infine, ove l’assessore Alessia Bonanno, forte del proprio successo personale con i suoi 324 voti (seconda in assoluto) dovesse optare solo per la Giunta, la sua poltrona verrebbe occupata dalla professoressa Enza Stroscio.
Il consiglio quindi potrebbe subire qualche leggera modifica con l’ingresso di Colonna, e/o di Fortunato e/o di Enza Stroscio.
E’ chiaro che sono solo ipotesi, ma siamo certi che l’ottimo stratega politico, nella persona di Mauro Aquino, troverà il giusto equilibrio e le corrette soluzioni in grado di mantenere saldo il timone della coalizione che mai è stata così coesa e motivata.
Fra le fila degli altri competitor resta l’amarezza di essere rimasti completamente fuori dai giochi, come nel caso della coalizione che ha sostenuto Alessio Papa.
Amarezza e delusione che diventava sempre più cocente man mano che i risultati affluivano presso il suo comitato elettorale.
Forse l’inconsistenza della portata elettorale della maggior parte dei candidati delle tre liste, forse la troppa aggressività manifestata nella campagna elettorale, forse la coscienza che un voto a Papa non sarebbe stato in grado di arginare il ritorno della vecchia politica, riteniamo siano fra le cause della pesante sconfitta.
Inverosimili i tradimenti e gli scambi di voto delle ultime giornate, cui si cerca di addebitare il negativo risultato.
Nella coalizione che sosteneva Gianluca Bonsignore, all’ottimo risultato personale ottenuto dall’avvocato Natalia Cimino con i suoi 280 voti nella lista “Società aperta”, si contrappone l’inglorioso risultato dell’avvocato Luigi Gullo della lista “Patti futura”, neo autoproclamato leader del PD pattese, ex candidato a Sindaco di cinque anni fa, ex consigliere provinciale, carica mantenuta per ben venti anni consecutivi.
In questa lista l’unico eletto è risultato il consigliere uscente Filippo Tripoli con 146 preferenze, più del doppio rispetto al leader che ne ha ottenuti 70.
Lusinghiero successo invece per la lista sponsorizzata dal dottor Cisco Gullo, storico leader del gruppo che da anni girovaga nella galassia dei partiti inseguendo opportunità e forse convenienze elettorali.
Le note vicende che lo hanno visto seguire l’onorevole Genovese in FI , hanno creato tensione con il nipote avvocato Luigi, e questo non gli ha consentito di esporsi direttamente anche se il suo impegno era ed è a tutti notorio.
La sua lista “uniti per cambiare”, ha ottenuto 1028 voti ed è risultata di gran lunga la più votata della coalizione Bonsignore.
Per la verità però, bisogna tener conto dell’apporto molto personale dei candidati Gigante (208 voti) e Gregorio Nardo (270 voti) autonomi e quindi non attribuibili al dottor Cisco.
Quindi posizioni di terzi e non attribuibili più a carisma personale o al trascinamento emotivo dei presunti leader.
Poco gratificante il risultato dell’ingegner Nino Lena e della sua lista che ha ottenuto 97 voti, ma come abbiamo sempre detto in questo tipo di politica, nella quale le conoscenze personali hanno un ruolo determinante, le aggressioni verbali agli avversari e le balle non pagano.
Stessa cosa vale per il candidato Calabria.
Nino Miragliotta ha avuto un buon successo personale (450 voti), quasi doppi rispetto alla sua lista M5S (235 voti), che sta cercando di avviare un dialogo con i Pattesi.
“Noi Italia” ha preso contatto con il territorio (18 voti) e il suo candidato a Sindaco Maria Teresa Calabrese (48 voti), si è reso artefice di una campagna elettorale dinamica e corretta.
I suoi esponenti sono riusciti ad attirare l’attenzione dei cittadini per gli impegni che ha assunto il suo leader Cav. Vincenzo Minardo.
Impegni che questi vuole continuare a mantenere, nonostante lo sconfortante risultato elettorale.
Tutto sommato, senza nulla togliere a chi si è messo in gioco con onestà intellettuale, da questa tornata elettorale la città è uscita bene e la sua rappresentanza migliorata nella qualità.
Il tritacarne della politica locale stavolta ha distrutto calli induriti ed ingialliti che impedivano al piede di proseguire lungo la via del sano progresso.
L’assalto all’arma bianca per la riconquista del potere non è riuscita a chi del potere ne aveva fatto una ragione di vita.
A noi, osservatori esterni, schierati solo con la città e con i valori pregnanti di una sana Democrazia, resta la soddisfazione di avere lottato solo con la penna e di aver ancora una volta dimostrato che questa può essere più micidiale della spada, oltre alla gratificazione di aver contribuito a lasciare fuori dalla politica attiva non illustri trombati ma solo i bocciati!
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