PERSISTENCY – Il jazz di Cettina Donato tra sensibilità artistica, classe e umanità
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PERSISTENCY – Il jazz di Cettina Donato tra sensibilità artistica, classe e umanità

Il nuovo album della pianista e compositrice messinese, da tempo affermata in campo internazionale, è stato presentato a Messina, alla Marina del Nettuno, nell’ambito della rassegna “6 Jazz Pianos”. Ad accompagnarla, tre giovani talenti siciliani: Giuseppe Campisi al contrabbasso, Emanuele Primavera alla batteria e Nicola Caminiti ai sax. “Persistency – The New York Project” è un album straordinario, registrato lo scorso settembre in un importante studio di Brooklyn e presentato in anteprima al famoso Blue Note di New York. In questo progetto americano, accanto alla pianista, tra le altre, spicca la figura del batterista Eliot Zigmund, che in passato ha legato il proprio nome ad autentiche leggende come Bill Evans e Michel Petrucciani. Cettina Donato, oltre a rivelare le sue importanti doti artistiche che l’hanno vista crescere ed affermarsi nei “piani alti” del jazz anche come direttore d’orchestra, unisce la sua sensibilità musicale a quella dell’impegno sociale: l’intero ricavato dell’album sarà destinato alla realizzazione di una residenza permanente per ragazzi autistici senza famiglia che sorgerà a Messina. Testimonial, al suo fianco, per la raccolta fondi, l’amico attore e regista messinese Ninni Bruschetta che parteciperà con lei alla promozione del progetto al prossimo Jazzit Fest di Feltre, in programma dal 23 al 25 giugno.

 

Sui tasti del suo pianoforte scorre l’arte acquisita amando e studiando Gershwin, assieme alla passione e alla sensibilità per il jazz raffinato, per l’ensemble, non sicuramente scevro dalle contaminazioni della storia, che danno proprio al jazz un linguaggio perennemente variegato e universale. In Cettina Donato, pianista, compositrice e direttore d’orchestra messinese che gira per i palcoscenici del mondo e che anche per questo prova per la sua città un amore smisurato, si legge la costante voglia di ricerca musicale portata avanti con impegno ed energia, dal “Corelli” di Messina alla prestigiosissima “Berklee” di Boston, passando per collaborazioni anche formative con artisti di fama. Storie che fanno di lei un’artista stimolata verso la costante ricerca di spazi, atteggiamenti propri di chi non smette mai di sognare. Al tempo stesso, le appartengono in modo straordinario senso di condivisione e qualità comunicative, che la rendono un’artista speciale che fa dell’interplay un fattore fondamentale.

D’altronde nessun musicista serio e autentico può distaccarsi dal proprio modo di essere e dalla propria visione del mondo. Così Cettina Donato la vediamo sempre correre qua e là, da artista particolarmente dinamica qual è, da una sponda all’altra dell’Oceano: dalla Puglia, ad esempio, dov’è quotatissima o dalla Casa del Jazz di Roma, verso gli Stati Uniti e il Canada, passando per vari palcoscenici e festival, non tralasciando mai le scuole dove lei stessa insegna.

E Messina? La sua città dovrebbe darle di più. Invero, al Teatro V.E., sotto la precedente direzione artistica affidata a Giovanni Renzo, è stata protagonista di due performance eccezionali: progetti con l’Orchestra, spinta oltre i limiti su Gershwin e Ellington, sono situazioni che resteranno negli annali.

In città, oltre al teatro, negli ultimi tempi registriamo “Third”, suo terzo album proposto nel marzo 2016 al PalAntonello e adesso “Persistency – The New York Project”, quarto e ultimo lavoro della pianista, presentato alla Marina del Nettuno nell’ambito della rassegna “6 Jazz Pianos”. Sei pianisti in sei serate.

Una bella iniziativa ospitata ancora una volta da Ivo Blandina nella splendida location sul mare con vista Madonnina del porto, dopo le performance serali a margine delle precedenti edizioni del Messina Sea Jazz.

Tuttavia occorre rimarcare quanto il progetto del Cettina Donato Quartet, che ha preso il via con successo al Blue Note di New York, a Messina meritasse una platea più ampia e numerosa. Ne conviene che il concerto di giovedì sera verrà certamente replicato.

“Persistency – The New York Project” (Alfa Music, 2017, distribuzione Egea) è un album straordinario, registrato lo scorso settembre al Systems Two Recording Studios di Brooklyn, i cui ingegneri del suono risultano vincitori di Grammy Awards e presentato in anteprima a New York.

In questo progetto americano, accanto alla pianista, spiccano i sax di Matt Garrison e il contrabbasso di Curtis Ostle. Ma soprattutto fa effetto la partecipazione del batterista Eliot Zigmund, che in passato ha legato il proprio nome ad autentiche leggende del jazz come Bill Evans e Michel Petrucciani: quattro anni con il primo e cinque con il secondo sono un biglietto da visita che in pochissimi al mondo possono ancora esporre. Alla presentazione messinese dell’album, al “Nettuno”, hanno accompagnato la pianista tre giovani talenti siciliani: Giuseppe Campisi al contrabbasso, Emanuele Primavera alla batteria e Nicola Caminiti, giovane talento messinese, ai sax.

“A Messina c’è il mio cuore, la mia famiglia, il mio amore, i miei amici…” ha detto Cettina Donato presentando progetto e concerto. Con una menzione speciale alla madre che non c’è più, cui dedica “The Sweetest Love”, e la serata messinese. Anche nell’album affetti e ringraziamenti, dettati dal cuore, occupano un posto di primo piano. Quindi l’annuncio del progetto in aiuto a chi ha bisogno: la realizzazione di una residenza permanente per ragazzi autistici senza famiglia che sorgerà a Messina.

“VillagGioVanna” sarà il suo nome, una onlus, leggiamo sui social. Dunque la promozione: testimonial, al fianco della musicista, l’amico regista e attore messinese Ninni Bruschetta che parteciperà con lei alla presentazione del progetto al prossimo Jazzit Fest di Feltre, in programma dal 23 al 25 giugno. Sarà girato uno spot per lanciare una raccolta fondi ad hoc, parallelamente alla presentazione di “Persistency”, il cui ricavato andrà interamente per la realizzazione della “Residenza”.

E sempre in tema di sensibilità, il concerto alla Marina si è aperto con “Gio”, brano dedicato a Giovanni, ragazzo autistico, cieco e muto, ma bravissimo al pianoforte: sono sue le note che Cettina ha elaborato, costruendo e arrangiando un brano con struttura e tempi straordinari, dai contorni liberi, ben articolato, tratto da “Third”. Secondo brano e Gershwin non si fa attendere: “E’ il mio compositore del ‘900 preferito. Grazie a lui il jazz ha assunto una certa dignità”, ha detto la pianista.

Ecco allora “Gershwin Dixit”, primo brano proposto da “Persistency”, firmato dalla jazzista messinese. Il pezzo, in grembo, esprime un assaggio di “But Not For Me” del celebre autore newyorkese.

 

Anche il brano successivo,”Take It Easy”, di matrice tradizionale, sviluppato su vari tempi con le virtù pianistiche della protagonista in buona evidenza, al suo interno contiene qualche passaggio storico: stavolta di Thelonious Monk. Un pezzo corale. Ottima la profondità impressa dal contrabbasso e la straordinaria vivacità  di Caminiti al sax, che fa esplodere il proprio talento. “The Sweetest Love” sarà il quarto brano, dolce e intenso, adagiato su un tappeto d’emozioni.

Seguirà “Undecided Minuet”, intrigante: un jazz dalle varie sfumature che declinano in walts. Anche qui in grande evidenza il giovane sassofonista, ma si farà ricordare anche l’assolo di Campisi al contrabbasso. “Sing a Song”, penultimo brano della serata, attacca nel segno della batteria di Primavera.

Poi scorrerà su un swing con temi e tempi variegati. Il solco è tradizionale, ma i talenti lo ripercorrono con energia rinnovata, piacendo al pubblico presente. “Persistency”, che dà il titolo all’album, sarà il giusto corollario dell’intero progetto: brano a tinte forti, con assoli coinvolgenti. A questo punto la serata si sarebbe conclusa, ma ad un “Autumn Leaves” fuori programma, adattato “last minute” alla tonalità della giovane vocalist Federica D’Andrea, non si rinuncia facilmente.

   

 

Corrado Speziale

18 Giugno 2017

Autore:

redazione


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