Ad otto giorni dal voto, l’ex deputato brolese analizza quel risultato e la campagna elettorale. In un dolce\amaro comunicato accende i fari sui punti deboli della politica, su quanto il Pd messinese abbia pagato alla luce del lungo commissariamento e ringrazia i brolesi per il consenso tributatogli nel “segno concreto di apprezzamento per l’impegno profuso, da sindaco prima e da parlamentare poi…”
Così l’onorevole Laccoto, dopo un attimo di silenzio, si prende nuovamente la scena e dice la sua sulla campagna elettorale appena finita.
Non cita mai De Domenico, che l’ha battuto; non parla di quel ricorso che in tanti davano già pronto sul tema dell’incandidabilità del neo deputato nè di altro, neanche dei veleni che serpeggiano in seno a un partito che si lecca le ferite dopo la deblace elettorale.
Da politico esperto e navigato Laccoto parla molto di lui.
E’ clemente con il suo partito “A mente fredda è giusto tornare ad analizzare un voto che, per quanto riguarda il Partito Democratico in Provincia di Messina, non poteva non risentire del lungo commissariamento e dell’inevitabile disorientamento dell’elettorato“.
Ma che nei numeri pur conservando quote identiche al passato, in termini di percentuali, ha subito una pesante sconfitta perdendo tre onorevoli su quattro, e che ha pagato pegno per non aver saputo allestire liste competitive.
Colpe che adesso non avrebbe senso, addossarle ad un solo soggetto ancora meno a Micari, alla fine dimostratosi buon candidato, moderato, liberale, con una programmazione importante.
Quindi non è mancato il candidato è mancato l’apparato di partito e di ciò non è immune neanche Laccoto.
Lui comunque vola basso.
Parla di altro, sorvola anche nella sua analisi del mancato consenso di tanti sindaci, una volta alla sua corte e che hanno preferito guardare acor prima del risultato elettorale verso i nuovi vincitori.
C’est la vie. Questa è la politica.
Ma tornando al documento di stamani.
Laccoto parla di “Campagna elettorale aspra” e nel ringraziare “chi l’ha votato liberamente” definisce proprio la campagna elettorale “basata su personalismi e pressoché priva di contenuti.”
Per lui la campagna elettorale appena conclusa è stata “imbarbarita dal populismo e da una corsa frenetica al favoritismo” e quindi “il consenso riservato alla mia persona, quasi 8000 preferenze, rappresenta motivo di orgoglio e soddisfazione.”
Poi rivolge il suo dire al voto di Brolo: “Mi onora ancor più il risultato ottenuto a Brolo: 838 preferenze che mi piace leggere come un segno concreto di apprezzamento per l’impegno profuso, da sindaco prima e da parlamentare poi, nei confronti della mia comunità che non mi stancherò mai di ringraziare per l’affetto e la stima che sempre mi ha dimostrato.”
Laccoto ama far la differenza, non cita nè avversari – amici o nemici – ma afferma “Ho gareggiato come sempre, mettendoci l’anima, con stile e rispetto per le opinioni altrui. Ho messo sul tavolo la mia competenza e la mia coerenza e sento di ringraziare uno ad uno gli elettori che mi hanno ripagato con la loro fiducia.”.
Un voto libero quello che l’ha preferito – afferma – o ancor meglio: “espresso senza condizionamenti di sorta, come segno di approvazione di un’attività svolta sul territorio guardando all’esclusivo interesse delle comunità.”
E poi l’onorevole brolese, che già in tanti vedono pronto per le future nazionali, alza il tiro “Un lavoro che non va disperso e che rappresenta un solido punto di partenza per quanti hanno creduto in un progetto che valorizzi le professionalità e favorisca sviluppo e occupazione – concludendo – Da qui si riparte, con maggiore energia e maggiore consapevolezza, poggiando sullo straordinario incitamento e la calorosa fiducia di tanti amici, amministratori e sostenitori che in questi giorni mi stanno chiedendo di proseguire lungo la strada intrapresa, fatta di passione e impegno per il nostro territorio”.
Quindi per chi lo considerava pronto ad andar in pensione, il Professore, è lì pronto, giustamente arrabbiato, deciso quanto basta per riprendere spazi e luoghi, con l’occhio puntato su Brolo dove tra due anni si andrà al voto, ma senza lascia il passo a quegli spazi che si apriranno negli scenari della politica.
Di certo tra i politici di rango del messinese… lui c’è.
E nei prossimi giorni si comprenderà meglio con chi e come…mentre rimbombano inquietanti, nelle stanze delle segreterie del Pd siciliano le parole che traducevano il pensiero e l’analisi sul voto di un impietoso Mila Spicola: “Il Pd scelga con chi vuole stare e cosa vuole fare, se fare la politica delle persone, con esperienze reali nei territori o se vuole perseverare con la politica senza politiche, delle tattiche perdenti e degli apparati che bruciano mesi e mesi in discussioni sterili su candidature improbabili”.
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