di Massimo Scaffidi
A Mimmo Mollica, Nicola Cavaliere e Ornella Fanzone assegnati i primi tre premi del “Sebastiano Mafodda dedicato alle poesie inedite
E’ andato dunque a Mimmo Mollica, eclettico giornalista, il I° Premio Poesia “Sebastiano Mafodda”, Nicola Cavaliere si aggiudica il secondo posto, mentre Ornella Fanzone è terza classificata, ma a trionfare, su tutti e tutto, è stata la voglia, nell’essenziale semplicità, di ricordare il capitano Mafodda, tragicamente scomparso durante una collisione nello stretto di Messina dove perirono anche i suoi compagni di lavoro Marcello Sposito, Lauro Palmiro e Domenico Zona.
Il concorso, promosso dall’Associazione Culturale “Alamak “di Rodia – Messina, che porta appunto il nome del marittimo scomparso nel gennaio del 2007, – Sebastiano Mafodda - era suddiviso in due sezioni: Adulti e Autori giovani (max 17 anni) ed aveva come tema “Il viaggioâ€Â.
La giuria, composta dalla poetessa Marietta Salvo vincitrice del Premio Montale nel 1989, dal professor Daniele Pompejano, ordinario di storia dell’America Latina all’Universitàdi Palermo, e dal professore Giovanni Raffele associato di Storia Moderna presso l’Universitàdi Messina ha assegnato a Mimmo Mollica il 1° premio nella sezione adulti per la poesia “DICONOâ€Âcon la seguente motivazione “Una girandola di ritmiche emozioni, che sembrano accompagnare il lettore in un percorso di constatazioni apparenti, confutate dal dubbio finale. Ha una cadenza fortemente poetica, uno stile asciutto e diretto, suscita immagini di immediato impatto emotivoâ€Â.
Il secondo premio è andato alla poesia “IL SOGNO DI NESSUNO†di Nicola Cavaliere, un marittimo, amico e compagno di mare del capitano Mafodda che si è soffermato, dal palco, per raccontare il suo rapporto umano con l’amico scomparso. La motivazione della giuria per la sua opera è stata “Lirica significativa, induce all’ascolto di un silenzio popolato di figure mitiche e di immagini classicheggianti. Ha un’impalcatura metrica piuttosto armoniosa, è molto assonante la scelta di un linguaggio poetico incisivo ed emotivamente intensoâ€Â.
Ornella Fanzone si è vista riconoscere per la sua poesia “L’APPRODO NECESSARIO†il 3° premio con la seguente motivazione: “La lirica esprime con una certa cura formale, le emozioni dell’autore e attraverso immagini in sequenza, esprime emozioni profonde con un lirismo semplice ma intensoâ€Â.
Nella sezione ragazzi (41 partecipanti mentre tra gli adulti sono state 36 le opere che sono andate in concorso) il 1° premio è andato a “VIAGGIO A FARO†la poesia di Costantinos Spatis (Motivazione – “La lirica considera il viaggio, associato al paesaggio marino e alla solitudine, come una sequela di immagini di un certo rilievo espressivoâ€Â); il secondo posto è spettato alla poesia “VIAGGIO TRA I MIEI PENSIERI†di Chiara Raineri con la seguente motivazione – “Piacevole filastrocca che trasporta la mente in un viaggio tra sogno e realtà, con immagini colorate e serene, e un certo gusto ritmico delle paroleâ€Â. Mentre Andrea Giacoppo e Alexander Currò hanno avuto il 3° premio con l’opera “IL MARINAIO†Motivazione – “Pur nella sua estrema semplicità, mette in evidenza sentimenti puri, con un linguaggio poetico scarno ma ricco di emozioniâ€Â.
La serata della premiazione, dall’evocativo titolo, “Sulla scia di Alamak*, suggestioni e voci dal mare”, che si è svolta martedì sette luglio, ha avuto nel recital di Maria Costa, la poetessa messinese artista di spessore e da tanti ritenuta la naturale erede di Ignazio Buttitta e che nel 2005 è stata riconosciuta tra i “tesori umani viventi” – Patrimonio UNESCO, ed ha prodotto grandi momenti di intensa emozione. Il pubblico numeroso e particolarmente ispirato che ha riempito la tribuna si è goduto una magica quanto intensa atmosfera.
Ma tornando alla manifestazione, per coglierne l’essenza, questa si àsvolta in un’atmosfera permeata da un sincero sentimento di solidarietàche unisce tutta la gente che lavora e vive attorno al mare e che ricorda con rimpianto la figura di Sebastiano Mafodda, che improntò la sua vita alla coerenza ed alla lealtà, qualitàtipiche di chi va per mare e di chi si accosta a questa realtà quotidianamente, conscio che essa è in grado di regalare forti ed intense emozioni ma allo stesso tempo momenti di pericolo e di incertezza.
Nella sua voluta essenzialitàla serata testimoniava pienamente la non artificiositàdell’evento, e dimostrava l’onesta intenzione di “ricordare†un amico, senza orpelli nè artifici, in un momento in cui spesso invece in queste occasioni letterarie si privilegiano forme e ostentazioni vuote di contenuti umani e scarne di sentimento.
Ed ancora, a Rodia, a suggello di queste premesse, si respirava, il clima umano tipico dei luoghi di mare, come ad esempio quegli spazi suggestivi ed evocativi che quasi sempre si ritrovano nelle isole dove il tempo non insegue le ore ma sa come scandirsi semplicemente con l’alba ed il tramonto restituendo l’uomo a se stesso.
Luoghi dove ancora albergano sentimenti antichi di amicizia, solidarietàe condivisione.
Infatti la riscoperta di questo sentimento profondo, anzi dei sentimenti che spaziano dall’amore all’amicizia, dall’immensitàdella natura all’anima, sono certamente uno tra gli obbiettivi precipui che si è prefisso di cogliere chi ha organizzato questo premio di poesia per onorare la memoria del capitano Mafodda.ÂÂ
L’occasione di godere della poesia è un momento imperdibile per l’uomo moderno, infatti i“moti dell’anima†ci offrono la preziosa quanto grande opportunità di elevarci, quasi possedendo un paracadute ascensionale.
Dunque il poeta diventa, tramite i suoi versi, il mezzo per accedere ad un mondo interiore di grande spessore, facendo condividere emozioni che così diventano oggettive.
Va dunque il plauso di tutti per quest’iniziativa voluta e ottimizzata dall’associazione che ha nel suo presidente, Sebastiano Musciumarra un grande promotore ed interprete di questo patrimonio umano ed affettivo che rotea intorno al capitano Mafodda ed alla sua famiglia ed il desiderio che questo premio cresca nel tempo per poter ancora promuovere e divulgare quei valori di cui è giàintriso.
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“Un viaggio di mille miglia comincia
sempre con il primo passoâ€Â
Lao Tzu
* il nome di una stella della costellazione di Andromeda, nome che Mafodda, nel suo profondo amore per il mare e l’astronomia, aveva voluto dare alla sua barca a vela. L’associazione si propone di promuovere iniziative utili a far crescere quei valori propri della cultura marinara quali solidarietà, lavoro ed amicizia dei quali Sebastiano Mafodda era convinto testimone
Per conoscere Maria Costa e le sue opere
dal sito: www.ildireeilfare.it
Maria Costa è una donna del sud, una poetessa, che ama la Sicilia, il suo mare, il mare di Messina, che collega due sponde ricche di miti e leggende. Ponendosi in riva allo stretto, declama le sue poesie, abbraccia quell’ elemento della natura che possiede la sua stessa forza. Maria è un fiume in piena che trasporta in un universo perduto animato da forti passioni. Figlia di un capitano marittimo, si presenta come una donna semplice, autodidatta, si definisce “donna del popoloâ€Â, che possiede, però, un carisma che attira subito l’attenzione di chi l’ascolta. Per la bellezza delle sue composizioni, in dialetto messinese, la poetessa si è guadagnata numerosi riconoscimenti e l’attenzione di professori universitari e studenti che hanno discusso tesi di laurea, non soltanto presso l’ateneo di Messina, sull’originalitàdei suoi testi. Incontrare Maria Costa significa fare un pieno di sentimenti genuini, forti attrazioni, fuochi sacri che infiammavano il seno delle eroine del passato.
ed ancora su Maria Costa – Dal sito www.messinaierieoggi.it
Foto della Casa Editrice EDAS del Dott. Antonino Sfameni
Maria Costa, messinese, trae dal rione delle Case Basse, dove è nata e abitual¬mente vive, la linfa con cui motiva la sua scrittura. Il dialetto della sua gente è per lei l’unico vero cibo della sua anima, lo strumento che le consente di accostarsi alle radici dell’esperienza umana e di trasmetterne l’essenza senza disperdersi. Coltiva con uguale interesse la poesia e la narrativa. Ha pubblicato: Farfalle serali (1978), Mosaico (1980), ‘A prova ‘i/l’ou (1989) e Cavaddu ‘i coppi i 1993). Le ultime due opere sono uscite presso la Pungitopo di Marina di Patti ( Messina). La Messina di Maria Costa è una realtàcalata in una trama di umori, credenze, usi dai connotati inconfondibili. Della “sua” città, più che i fasti rinchiusi negli archivi della macrostoria, a lei interessa la realtàdagli esigui orizzonti entro i quali i protagonisti della “piccola storia” consumano la loro esistenza. Nella sua scrittura non c’è nulla di intel¬lettualistico o di astratto. Si prenda, ad esempio, il mare, una categoria che la Costa declina con un ampio registro di toni. Per lei il mare è tante cose messe insieme: paesaggio che dàil senso dell’esistere, scrigno che custodisce le vicende del tempo, mistero a cui gli uomini dello Stretto affidano le loro ansie e le loro speranze, cultura da cui i comportamenti delle genti dello Stretto emergono attraverso elementi primi¬geni, datori e mantenitori di vita. Luntri, buzzetti, filùi, traffineri, mattuà, affi -arnesi con i quali i pescatori della Riviera hanno sfidato in ogni tempo le forze della natura per assoggettarle alle loro ragioni di vita – sono oggetti appar¬tenenti ad un mondo in cui non c’è nulla di fittizio: non amuleti ai quali ci si debba affidare per scampare alla negati¬vitàdell’esistenza, ma testimonianze di vita che la scrittrice ama cogliere nelle loro ragioni di fondo e nei loro principi costitutivi.
le poesie della sezione adulti vincitrici
DICONO di Mimmo Mollica
Dicono….
non si scorgano lacrime
sul volto rassegnato
di un Telamone
in disuso.
E che la coltre
di dente di leone
che riveste quei luoghi
non sia nata da semi
di stelle cadenti.
Dicono…
Dicono che lungo
le piaghe
delle terre riarse
di dismessi torrenti
non scorra intimo sangue,
né pulsano vene,
né trasudano osmosi.
Dicono…
Dicono che i ciuffi
di meravigliate
ginestre d’aprile,
lambite dal vento
Mediterraneo
che dal tormentato colle
soffia al mare
maliziosi messaggi d’amore,
non fossero
nella notte dei tempi
sfavillanti gonne
di ragazze a un ballo.
Dicono,
ma se è vero
chissà?
IL SOGNO DI NESSUNO di Nicola Cavaliere
Mille occhi di fredde lune
per le acque piane
morte dal tempo dell’amore.
Mille sguardi a scovare il buio di pensieri
incatenati alla pietra opaca
l’inviolabile scrigno.
Il tanfo cadenzato da zanzare
appena scosso di bava
nega al tuo fiato il verde di maggio
e la notte dei ciclopi fa brillare
la strada polverosa bianca
d’allegre faville d’oro.
Tace Nessuno nell’antro braccato dalla morte
cieca da un inesausto pungolo istigata
tace involato ai veli chiari
dell’amore antico
la sacra fiamma che pur nascosta
arrossa la soglia degli dei.
Sul molo illuminato dai neon
ha fine la lunga tua corsa
nel mese fiorito
il tuo bosco di rose è rimasto un miraggio
ad un passo dall’ultimo sforzo.
Stremato ed affranto boccheggi nel tanfo
popolato da mostri rombanti
e sogni l’Ulisse scampato al destino
le astute trovate…
. il saettare dell’arco teso.
Sogni:
ma è nel mare l’ultima sfida.
Viaggiare..per necessitàdi lavoro. Come un novello Ulisse, ogni marittimo si sente “nessuno†e ad ogni porto raggiunto sorge prepotente in lui la voglia di abbandonare il salato guadagno per raggiungere la casa sospirata, purtroppo il dovere prende il sopravvento
L’APPRODO NECESSARIO di Ornella Fanzone
Voglio che il sole spalanchi
la sua finestra sulla mia anima.
Sogno che le stelle si raccolgano
nella mia mano
e la pioggia tracci
sotto i miei occhi
i suoi ricami consolatori.
Non desidero
un approdo necessario.
In cammino
attraverso l’inferno
dei miei turbamenti,
i silenzi desertici
che mi urlano dentro.
Ad uno ad uno,
raduno
i frammenti di me
e ne riempio uno zaino.
Negli occhi,
non la meta,
ma il viaggio.
Soste di respiro planetario,
che diano
carburante
ai miei passi
e luce
ai miei occhi
spalancati
sull’orizzonte nuovo.
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