Antonella Ballacchino presenta l’1 febbraio – alle 17,00 – la sua raccolta di poesie. Con lei Giovanna La Motta, Maria Piera Franco e Maria Vittoria Cipriano. Questo a Gliaca di Piraino.
Turbine e delirio
a mezz’aria
tra le nuvole
e la luna.
Ti sposo ancora
anima di specchio
riflesso.
Metàmerica Luce
dell’iride planetario
intorno all’ignoto
turbine di un sole nano.
Lontano.
39 passi di storia sa(cca)dica
avvolge l’indefinito altre 7 volte.
Siamo polvere
di stelle veloci.“Luce”, la raccolta di poesie della nissena Antonella Ballacchino – edita da Armenio Editore di Brolo, sarà presentata A Gliaca di Piraino, nel ritrovo lettarario de “La Capannina” il prossimo 1 febbraio.
Con l’autrice anche Maria Piera Franco, Maria Vittoria Cipriano.
Successivamente, “Luce” (mandato in stampa nel 2018) sarà presentato anche a Milano alla Casa delle Arti, spazio Alda Merini, il prossimo 27 marzo.
Curatrice dell’evento alla Capannina sarà Giovanna la Motta.
L’autrice di “luce” si descrive così:Nasco nella terra del sole nel 1981. Da piccola ho amato le lettere e ho compiuto gli studi classici durante i quali ho amato Dante commuovendomi ogni volta “di fronte” al Suo Genio.Da allora ho stretto un legame indissolubile con la Poesia e non solo. Non voglio mostrare un curriculum né vantare un percorso di studi e di vita intenso e faticoso perché io so bene quanto lo sia stato e mi basta.Il prodotto di tutto questo sono Io. Oggi faccio il medico e sono una donna, non il contrario.
Amo profondamente la mia professione e l’ho sempre amalgamata con il senso di ammirazione sensoriale nei confronti dell’Essere Umano in ogni sua rappresentazione. I miei studi scientifici mi portano ad un avvicinamento (direi innaturale per il mondo pragmatico delle scienze) irrefrenabile verso la natura umana e il Suo oscuro fascino. La fortuna della mia Vita è stata la presenza di mia Sorella e l’incontro di un Uomo (il Mio) che mi ha “corrotto” ancor di più verso la mia spontanea propensione verso la Poesia.Da sempre ho amato ogni forma di lettura, da sempre mi sono rifugiata tra le pagine di un libro e ho perso l’anima nel suono delle pagine…l’odore di un libro mi penetra il cuore ogni volta.Ho scritto sempre.
Per me, afinalisticamente, per puro bisogno di espressione. Osservo ogni cosa facente parte dell’esistere e immagino il non esistere. Amo l’uomo nonostante tutto, per la Sua perfezione organica e per le Sue deformità inorganiche. Scrivo emozioni in versi, cerco di umanizzare allo spasimo la mia disciplina perché la morbidezza dell’anima è insita in ogni forma di passione, che sia essa scientifica o meno.Trovo un aspetto poetico in tutto e porto da sempre con me la bellezza di ogni forma vivente. Il mio linguaggio assorbe i miei studi irrimediabilmente ma è un continuo esperimento, l’applicazione del linguaggio tecnico al linguaggio del cuore è un connubio per me irresistibile. L’Uomo per Sua stessa natura è poesia. Scrivo “singhiozzi di_Versi” e gioco con le parole da sempre in un’eterna acrobazia che mi culla l’anima e mi rende libera.Anche le parole sono molecole