Oggi il consiglio comunale di una città espropriata e impoverita (soprattutto dai poteri forti e pontisti, quelli che sovrintendono il taglio dei finanziamenti per le zone colpite dalle frane nel 2009 e nel 2010, l’abbandono del sistema ferroviario, il dirottamento dei fondi Fas previsti per Messina) avrebbe dovuto esprimersi sull’Accordo di programma, funzionale all’approvazione del progetto definitivo del
Ponte.
Un Accordo su un progetto inconsistente, folle sul piano economico e che adesso avrebbe come “garante” un governo moribondo. Un Accordo sulla cui irricevibilità non avrebbe dovuto sorgere alcun dubbio da parte dei rappresentanti di questa comunità.
Ma all’inconsistenza progettuale ed economica del Ponte sullo stretto si associal’irresponsabilità del Governo della città, del suo Sindaco perennemente assente ai lavori del consiglio comunale (come la maggioranza dei consiglieri) e lo scandalo del mancato raggiungimento del numero legale.
Mentre la città ogni giorno di più si sgretola socialmente e materialmente il Consiglio Comunale riesce solo a suscitare – soprattutto tra le giovani generazioni, quelle più interessate ai destini di questo territorio e per questo più determinati ad opporsi al Ponte – un grande sentimento di vergogna e di rabbia
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inviato a cura di marco letizia
foto di corrado speziale