Alla sbarra 6 medici dell’ospedale Piemonte
Domani la terza udienza del processo
Sono stati rinviati a giudizio nel gennaio 2017 per la morte del professor Giovanni Guglielmo. Un processo che vede alla sbarra 6 medici dell’ospedale Piemonte.
Guglielomo, stimato e famoso docente universitario della facoltà di Farmacia dell’ateneo peloritano, dove ha insegnato chimica per oltre 40 anni, è morto al Policlinico la notte tra il 24 e il 25 novembre 2013, dopo essere stato ricoverato al Piemonte la sera del 23 novembre, e successivamente trasferito all’azienda ospedaliera universitaria, in un ultimo disperato tentativo di salvargli la vita.
Secondo la famiglia del professor Giovanni Guglielmo, la moglie Rosa Maria De Marco, preside dell’istituto Verona-Trento, e i figli Giacomo e Marco, assistiti dagli avvocati Alberto Gullino, Anna Scarcella e Igor Germanà, è un caso di malasanità quello che ha portato alla morte del loro congiunto e su questa base si sono espressi anche, nella seconda udienza, l’11 ottobre 2019, i periti della Procura della Repubblica Giuseppe Costa, Pietro Di Pasquale ed Elvira Ventura Spagnolo.
I medici che curarono Guglielmo sono tutti imputati del reato previsto dall’articolo 589 del Codice Penale perché, come ha sostenuto nella richiesta di rinvio il PM Rende, “… a fronte di una storia anamnestica del paziente di aneurisma aortico trattato con endoprotesi e di una sintomatologia clinica che evidenziava nel Guglielmo, paziente già sottoposto nel 2011 ad un intervento chirurgico per “aneurisma dell’aorta toracica”, una logica complicanza del predetto intervento” avrebbero omesso di “procedere agli accertamenti strumentali necessari a diagnosticare la predetta complicanza e di eseguire tempestivamente il necessario intervento chirurgico di riparazione endovascolare di aneurisma dell’aorta toracica rotto, intervento eseguito poi d’urgenza con un ritardo di circa 41 ore dall’insorgenza dei primi sintomi del paziente”.
Ovviamente si attendono le tesi della difesa dei sanitari pronti a controbattere le accuse mosse ai loro assistiti.