Enzo Franchina ritorna sulla piazza mediatica del dibattito politico amministrativo sinagrese e lancia cinque punti-cardini di quello che definisce dovrebbero essere la base di partenza per un programma di sviluppo comune e condiviso. Ed intanto tesse rapporti e crea i presupposti per dar vita ad un gruppo “trasversale” ma coeso che possa dir la sua tra politica e sociale.
“Sono spunti di riflessione – evidenzia – per avviare alla stesura di un programma elettorale, realizzabile, concreto che guarda avanti, che serva a colmare i ritardi del passato.
Oggi a volta ci troviamo a ridire cose dette negli anni passati, cose promesse ma mai realizzate, sogni di un tempo, divenuti bisogni prima, emergenze poi…
Ecco bisogna partire da quello per andare avanti.
Sinagra oltre che di idee però ha bisogno di Uomini che le realizzano che abbiano il coraggio di farlo, che investano sul futuro del paese, che sappiano guardare avanti e in grado di porre l’asticella un po’ più alta del solito, disposti a buttare il cuore oltre l’ostacolo”.
Così, per Enzo Franchina, è tempo di confronti, di metter giù idee, fare scelte di campo.
E inizia a dare, finiti i tempi dei discorsi, dei proclami, stanco di guarda gente arroccarsi su stantie posizioni, ma consapevole che bisogna raggiungere unità d’intenti, e che queste debbano essere basate sulle condivisioni dei programmi, il suo contributo al dibattito politico in vista delle ormai prossime elezioni amministrative di Primavera.
“Ritengo indispensabile iniziare a lavorare sui questi 5 punti:
Garantire alle imprese che intenderanno investire a Sinagra l’azzeramento degli oneri di urbanizzazione/costruzione con l’impegno di assumere personale locale.
Intervenire sulla viabilità e sulla vivibilità del Centro Storico, incentivare la ristrutturazione degli immobili, valorizzare quelle già ristrutturati.
Riproporre manifestazioni turistiche di successo come “la notte bianca” e “la sagra delle anguille”, organizzare eventi con cadenza periodica, durante tutto l’anno di richiamo regionale e capitalizzare, con flussi che interessano “la piazza”, quelli che si generano in quel polo d’attrazione che è rappresentato dall’area commerciale, con la consapevolezza che il paese si trova sul bordo di un asse viario trafficatissimo per mille motivi che unisce il mare con Catania e l’area montana nebroidea.
Realizzare il manto erboso sul campo comunale di calcio e recuperare (in maniera che sia gestibile economicamente) la piscina comunale, ma anche creare spazi idonei e attrezzati affinchè i giovani possano ritrovarsi.
Garantire la manutenzione delle strade comunali, delle ville, “controllare” le aree di dissesto negli ambiti rurali, aumentando le risorse destinate a ciò.
Per lui queste sono poche cose ma, essenziali perchè queste dovrebbero rientrare quasi nell’ordinaria amministrazione.
“Quella che – dice con un’amara costatazione – manca a Sinagra e che trasformare il quotidiano in emergenza”.
“Ci sarà altro tempo per parlare di futuro, di sviluppo, della riaffermazione dell’immagine del paese, del come renderlo polo d’attrazione e nel contempo centro d’interessi economici, imprenditoriali, turistici e culturali.
Sinagra merita questo e non è possibile ridar fiducia a chi questo in questi anni l’ha negato”.
Poi parlando di future alleanze evidenzia: “star a guardare non paga.. aspettare fantomatici appuntamenti fissati a febbraio, o marzo, quasi a voler alzar il prezzo di una decina di voti che si crede possedere non è concepibile, le scelte vanno fatte sui programmi e sugli uomini che li possono attuare… prendendo atto di eventuali fallimenti politici di cui si è stati responsabili”.
Ed infine parlando di referendum, se da un lato si dice schierato sulle pozioni del NO, ironizza sulle passerelle dei politici schierati, opportunamente – dice lui -. per il SI, viste anche a Sinagra, e puntualizza che anche in quest’occasione a Sinagra si è persa l’occasione del confronto.
Sarebbe stato bello veder proposto dall’amministrazione pubblica un dibattito – libero, aperto, popolare – in grado di spiegare i motivi del SI e del NO.
Dare certezze, aiutare alla gente a farsi chiarezza.
Perchè scegliere se cambiare o meno la Costituzione non è cosa da prendere alla leggera.
Ma anche qui, chi fa politica, ritiene sono che i voti sono pacchi da”infascettare” per portarli alla segreteria di riferimento.
Occasioni perse, anche perchè poi emergono in questo marasma quelle figure nebulose, quelle dei NI”.
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