Non ha i toni funebri del precedente, ma è un manifesto pregnante di denuncia e dissenso.
Stamani è stato fatto affigere per le vie della città a cura del gruppo d’opposizione consiliare “Uniti per Brolo”.
Ma era quasi scontato, dopo le proteste in aula del Gruppo e visti i comunicati stampa e quanto pubblicato sui blog, che l’oppozione tornasse ancora sull’argomento della Commissione d’Indagine bocciato in aula dalla stessa maggioranza.
Disse allora il consigliere Gaetano Scaffidi Lallaro – subito dopo il voto – “Ogni commento credo sia superfluo, questa è la voglia di trasparenza dell’amministrazione comunale – aggiungendo – ma i cittadini di Brolo sappiano che continueremo senza timore a denunciare pubblicamente ed in tutte le sedi opportune quello che di poco chiaro sta avvenendo nel nostro paese”.
Ora l’opposione sottolinea “Si è voluto rendere pubblico quanto deliberato dai consiglieri di maggioranza, poichè in questi tempi di crisi economica la politica, che chiede sacrifici ai cittadini non può esimersi dall’essere trasparente nella gestione del patrimonio pubblico”.
Un dissenso dove l’indice accusatorio è stato rivolto – ovviamente solo dall’opposizione – anche contro il presidente del consiglio, Maria Ricciardello rea di aver “imbavagliato” la minoranza, e sullo stesso sindaco, Salvo Messina, oggi oggetto della denuncia\manifesto.
“Certo che è una brava persona ma – scrive il consigliere comunale d’opposizione Giusepe Miraglia – per la prima volta forse nella storia del consiglio comunale è stato imbavagliato e oscurato un consigliere comunale, incredibilmente il presidente del consiglio Maria Ricciardello non gli ha concesso di parlare poiche magari per lei che è componente attiva a tutti gli effetti della maggioranza (ne sembra quasi il capogruppo per come la difende, ed in teoria invece dovrebbe difendere tutti) poteva fare un intervento sfavorevole nei confronti dell amministrazione ed il presidente appunto ha pensato bene di non farlo dibattere!assurdo!”.
Una diatriba che corre sul filo dello stesso regolamento d’aula, applicato dal Presidente , sotto il punto formale, in maniera ineccepibile, che può anche far a pugni contro la dialettica del confronto – ma che è la “regola”.