Il confronto tra le OO.SS provinciali e locali dei pensionati di CGIL, CISL e UIL e l’amministrazione comunale di Barcellona ha focalizzato le condizioni di vita delle persone disagiate (povertà assoluta, disabilità, non autosufficienza e solitudine) e le misure di contrasto adottate dal distretto sociosanitario e dal comune.
I segretari provinciali di SPI, FNP e UILP ( Locorotondo, Muscolino e Catania) hanno presentato una radiografia preoccupante di disagio ed esclusione, che fortemente colpisce le fasce deboli della popolazione (anziani, ma anche giovani alla disperata ricerca di un lavoro che non c’è) ed avanzato una articolata richiesta di cambio di passo nella quantità e qualità di erogazione dei servizi sociali.
10mila persone a Barcellona hanno superato i 60anni (il 24% della popolazione; l’8% ha superato i 70 e il 5% gli 80. Le persone anziane in condizioni di solitudine sono 3400, pari al 21,1%.
Altrettanto preoccupanti sono i numeri relativi alle persone inabili: 1928 non autosufficienti; 853 invalidi; 2217 invalidi del lavoro.
Anche la povertà è fortemente diffusa: quasi mille sono i destinatari di assegno sociale (350-400 euro al mese); 5000 i pensionati con importi inferiori a 500 euro ed altri 3000 non superano i 700euro. Un pensionato su due, cioè è al di sotto della soglia di povertà, 3 su 4 non superano i 700euro: sono gli importi più bassi fra tutti i comuni della provincia con più di 10mila abitanti.
Questa situazione drammatica trova riscontro all’altro estremo: variazione della popolazione e saldo migratorio. Barcellona è cenerentola: infatti fa segnare nel periodo 2001-2009 la variazione (+0,8%) più bassa rispetto a tutti gli altri comuni ( Lipari + 6,1%; Capo d’Orlando +3,1%; Taormina + 2,9%; Patti +2,3%; S.Agata M. +2,2%; Milazzo 1,7% ) ed un saldo migratorio di appena +182 rispetto al + 693 di Lipari, 616 di Milazzo e a seguire tutti gli altri con percentuali altissime rispetto a Barcellona.
Economia depressa e asfittica, disagio diffuso ed esclusione sociale richiederebbero un forte impegno ed un operare virtuoso da parte dell’amministrazione comunale e del distretto. I bilanci preventivo e consuntivo del 2009 del comune presentano invece numerose scelte politiche di tutt’altro segno. Le entrate tributarie e , ancor più quelle extratributarie sono notevolmente contenute a dimostrazione dell’incapacità dell’Ente di contrastare l’evasione e di far pagare a ciascuno in base alle proprie possibilità nonché di dare efficienza alle attività che determinino incassi. Per far quadrare i conti il comune inserisce invece in preventivo somme fantasiose ( titolo IV:alienazioni e crediti) delle quali a consuntivo si ritrova meno del 50%: Altrettanto grave si presenta la parte di bilancio relativo alle uscite dove risultano mortificate le voci fondamentali di una sana gestione volta allo sviluppo e alla protezione sociale ed invece abbondano i debiti e gli sprechi.
Eclatante è il caso delle spese in conto capitale (che significa investimenti per la crescita economica e civile della comunità) dove si prevede la modesta cifra di 6milioni e se ne spendono meno della metà (2,8milioni). Altrettanto inaccettabili sono le risorse dedicate al sociale (circa 4milioni) pari a meno di 100euro per cittadino.
Per rendere meglio evidente le carenze delle politiche del comune basta un rapido confronto con un altro comune di numero pari di abitanti. A Sassuolo le entrate tributarie sono il triplo, quelle extra il doppio. Impiega invece il doppio per investimenti e ben il 31% per il sociale, cioè 261,5euro per cittadino. Paradossalmente invece Barcellona riceve il doppio per trasferimenti statali. La differenza sta tutto nella buona o cattiva gestione, nell’efficienza, nelle scelte fisiche (infrastrutture, servizi, lavoro, sviluppo ovvero inefficienze, sprechi, clientelismo etc.) il risultato è che il reddito medio per cittadino è di appena 7.470 euro a Barcellona e di 15.022euro a Sassuolo. Tenore di vita dimezzato dunque da noi.
Anche le scelte e le lentezze del distretto sociosanitario sono per il sindacato discutibili, sia perché si procede con notevoli ritardi ed ancor più perché non vengono adeguatamente privilegiate le esigenze primarie (non autosufficienza, disabilità e solitudine).
Le proposte di SPI, FNP e UILP sono:
– Aumentare le entrate del comune anche istituendo il Consiglio tributario per una efficace lotta all’evasione e rendendo efficienti gli strumenti di controllo per occupazione del suolo pubblico, pubblicità, codice della strada ecc, nonché progettando iniziative di accesso a finanziamenti regionali,nazionale ed europei;
– Eliminare gli sprechi, in non utilizzo di risorse; contenere gli interessi passivi e le spese legali; attivare il sistematico controllo di gestione;
– Elevare la quota di esenzione di addizionale IRPEF per i poveri e i disabili, introdurre agevolazioni per i poveri e per le persone sole o disabili per la tassa rifiuti; avviare il mercato del contadino per contenere il costo della vita;
– Investire di più nelle infrastrutture fisiche ma anche civili e sociali per creare lavoro, per migliorare la qualità della vita, per promuovere nuove imprese ad alto valore aggiunto; garantire a tutti un livello qualitativamente alto di protezione sociale.
Quest’ultima proposta rappresenta un’autentica novità, un elemento di forte discontinuità che, se effettivamente attuabile e attuata, costituirebbe una rottura con il passato.
Pigliare due piccioni ( creare lavoro e dare assistenza a tutti) con una fava, impiegando cioè più risorse soltanto sui capitali relativi a investimenti e protezione sociale. La formula consiste nel creare un circolo virtuoso che parta dalle persone (gli oltre tremila anziani che vivono soli, gli altrettanti diversamente abili, etc.); fornisce ai cittadini, attraverso un terzo settore fatto di imprese sociali ad alto livello occupazionale ed a costi inferiori di un terzo, servizi di qualità e differenziati (dalla semplice assistenza alle più sofisticate cure riabilitative); viene finanziato con gli investimenti del comune e del distretto ma anche e non poco con l’autofinanziamento e cioè con la partecipazione dell’utente ciascuno in base al reddito.
L’amministrazione comunale era rappresentata dal Sindaco Candeloro Nania e dall’Assessore Calderone. Il sindaco ha mostrato molto interesse per le proposte sindacali impegnandosi a tenerne il massimo conto compatibilmente con i vincoli di bilancio. Barcellona infatti ha sforato, e in forza delle norme che regolano il patto di stabilità, è probabile che si troverà con una forte contrazione dei trasferimenti da parte di Stato e Regione (circa 5milioni). Ha assicurato che il piano sociosanitario 2010/2012 è già partito con i primi bandi per le azioni programmate e che anche il mercato del contadino è ormai alla fase finale del percorso di realizzazione. Le parti hanno convenuto sulla fecondità del confronto e si sono impegnate a reincontrarsi.
Della delegazione sindacale facevano parte anche Alesci, la Torre, Chiofalo, Mancuso, Marullo e Gitto.
I Segretari Generali
SPI-CGIL – FNP-CISL – UILP
Locorotondo – Muscolino – Catania