Parla invece Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, anche lei scomparsa 35 anni fa: “Non voglio illudermi, voglio restare con i piedi per terra ma in cuor mio spero che quelle ossa siano di Mirella, così si potrebbe mettere una parola fine a questa vicenda e io avrei un luogo dove andare a piangere e portare un fiore a mia sorella”.

 La sensazione comunque è che il riferimento diretto alla vicenda Emanuela Orlandi abbia preso di sorpresa anche il Vaticano. La Santa Sede ha chiesto alla magistratura di Roma un aiuto nell’analisi delle ossa ritrovate lunedì sera negli scantinati della Nunziatura di via Po, ma non ha mai fatto il nome né della Orlandi né di Mirella Gregori. La magistratura, ovviamente, essendo in possesso del Dna di entrambe le ragazze romane scomparse, procede con le verifiche del casi ma al momento non sembrano esserci altri elementi.

Vengono fuori altre ipotesi, si parla della moglie di un custode, “sparita” negli anni 60 ma anche riaffiora la Banda della Magliana.

Al civico 25 di quella strada e sullo stesso lato su cui si affaccia villa Giorgina, tra il 1983 e il 1985 abitava Giuseppe Scimone (morto una dozzina di anni fa), in contatto con la Banda della Magliana e amico del boss Enrico “Renatino” De Pedis. E quest’ultima ipotesi riporta a quella iniziale, perchè Sabrina Mainardi sostiene che il rapimento
della Orlandi abbia a che fare con quella banda criminale.

In attesa dei riscontri c’è da chiedersi cosa stia succedendo in Vaticano.
E soprattutto perché il Vaticano notoriamente omertoso da circa 2000 anni fa uscire una notizia del genere dato che si tratta di una villa extraterritoriale?
E se fossero i resti veramente di una delle due ragazze scomparse nel 1983 – o di tutte e due –  si scatenerebbe il putiferio in Vaticano e non solo.
Venti di guerra e regolamento dei conti o improvvisi casi di coscienza in vaticano?
Una storia nera, come quella del papa nero – e non di pelle – citato da Nostradamus?