PUNTI DI PARTENZA – I Porti Turistici e la distruzione delle spiaggie
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PUNTI DI PARTENZA – I Porti Turistici e la distruzione delle spiaggie

LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE NEBRODI. LA DISTRUZIONE DELLE SPIAGGE PASSA ATTRAVERSO LA COSTRUZIONE DI NUOVI PORTI TURISTICI E COLATE DI CEMENTO SULLE AREE DEMANIALI

La nota di Enzo Bontempoche allunga inquetanti ombre sul futuro della costa.

Mentre crescono i porti turistici con i project financing “dal 2010 al 2015 il mercato è calato del 30%. Nel 2017 sono state registrate solo 89 nuove immatricolazioni di imbarcazioni, a fronte di 1.900 cancellazioni. Il numero totale delle unità immatricolate è sceso tra il 2011 e il 2017 di circa 10mila unità.” (Assomarinas)

E allora come è possibile che mentre cala la domanda di posti barca e le stesse associazioni di settore (Assomarinas) agitano lo spettro del fallimento sulle realizzazioni in corso, assistiamo a questo proliferare di porti turistici con l’apporto dei privati? Legambiente spiega che, spesso, i progetti di project financing vengono proposti dalle stesse imprese che poi realizzano le opere portuali.

Questi soggetti gonfiano i costi a tal punto che la quota che deve mettere il privato poi, nei fatti, viene corrisposta interamente dalla quota pubblica. Poi grazie a queste opere (devastanti per l’equilibrio costiero) si riesce ad aggirare la normativa che impedisce di cementificare le coste, la legge regionale 78/76. “Spesso – afferma Salvatore Granata – questi progetti sono poco più che un modo per occupare il demanio.

Costruire entro i 150 metri dalla battigia è vietato, a meno che non si tratti di strutture di servizio: realizzare edifici a ridosso dei porti, che siano negozi, centri commerciali o resort, diventa così possibile.”

23 Agosto 2019

Autore:

redazione


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