“Carneade, chi era costui?”
Si chiedeva don Abbondio.
E qualche domanda simile se la saranno posta i parlamentari di FI e della Lega sentendo i nomi di Rubbia, Piano, Abado, Cattaneo i senatori a vita nominati da Napolitano.
Certo è più difficile sapere chi fosse Carneade, l’oscuro filosofo romano, che chi siano un premio Nobel per la fisica o un celebre direttore d’orchestra o un famoso architetto o una ricercatrice ignota ai più, ma apprezzata nel mondo scientifico.
I due partiti che hanno portato in Parlamento intellettuali del calibro di Calderoli, di Razzi o di Scilipoti, sono rappresentati nel parlamento europeo da celebrità come Borghezio e hanno inviato nei consigli regionali Minetti, Renzo Bossi, si chiedono quali siano i meriti dei senatori a vita.
Prima le pesanti affermazioni di Storace e camerati su Rita Levi Montalcini ora il rifiuto di convalidare (cioè prenderne semplicemente atto) la nomina dei senatori a vita.
E’ vero il semplice evocare la cultura provoca allergia a che è abituato a condividere lo scranno di parlamentari con “nani e ballerine”.