PUNTI DI VISTA 3 – Almirante a Messina visto dai Saya e  da Piero Adamo
Cronaca Regionale

PUNTI DI VISTA 3 – Almirante a Messina visto dai Saya e da Piero Adamo

almirante5Ci sono certe categorie di uomini che hanno segnato un epoca, che hanno fatto discutere, che si sono fatti odiare e amare per aver comunque affrontato la propria vita con lo sguardo fiero e il petto in fuori, uomini figli del proprio tempo e della sua storia.

Giorgio Almirante appartiene sicuramente a questa categoria, è bastato che si portasse avanti l’idea d’intitolargli un viale nella zona di Minissale, periferia sud di Messina, affinchè si torni a discutere del Segretario del Movimento Sociale Italiano, come se l’orologio del tempo si fosse improvvisamente fermato.

Si perché Almirante è stato uno di quei politici, che ha condizionato intere generazioni di militanti di destra, ed è tutt’ora una figura ben presente nell’immaginario collettivo di una comunità politica, che è molto più variegata di quanto si possa credere.

Ma d’altronde la sua stessa vita presenta molte sfaccettature, il ragazzo di Salò è molto diverso dall’uomo che con il suo carisma tentò di far uscire la destra italiana dagli angoli polverosi della vita sociale e politica di un paese, che stava cambiando sempre più velocemente.

Una sola cosa è rimasta uguale: lo spirito e l’amore per l’Italia e il popolo italiano.

L’MSI messinese, come tutta la destra italiana d’altronde, ha vissuto vari cambiamenti, alterne fortune, ma ciò che più incuriosisce sono l’evoluzioni culturali che hanno caratterizzato i militanti missini dal postfascismo a i giorni nostri.

L’uomo simbolo di una destra ancora culturalmente molto legata al ventennio è sicuramente Agostino Saya, consigliere provinciale con L’MSI dal 1980 al 1992, ma entrato nel Movimento Sociale all’inizio degli anni ’60 quando a capo del partito vi era il più conservatore Arturo Michelini.

Il suo negozio di fotografie, a due passi dal centro cittadino, è una vera propria istituzione per chiunque voglia fare un salto nel passato.

almirante_7Sul retro del locale domina, una gigantografia di Almirante sul palco della Piazza dell’Università durante la sua visita in riva allo stretto il 9 Aprile 1972 e lui parla di quel giorno quasi come se questi trentanove anni non fossero mai trascorsi “di quel giorno ho un ricordo meraviglioso, ricordo tutta la piazza dell’università stracolma di gente-ricorda Saya- abbiamo dovuto mettere megafoni fino alla Via La farina tanta era la folla accorsa, ed io ero accanto a lui durante il comizio , ancora se ci penso mi emoziono come un ragazzino nonostante i miei 76 anni, mi preme però dire- continua Saya – che quel giorno non sarebbe stato così straordinario senza l’impegno, anche economico, di camerati straordinari come l’Avvocato Barbaro”.

Naturalmente per un uomo che ha vissuto quella stagione politica così intensa con una tale passione, prova non poco imbarazzo a parlare di un epoca dove nel panorama politico predominano argomenti come le escort ed imprenditori improvvisati  oratori “sicuramente la situazione attuale è molto triste, ha destra si vedono le scorie del tradimento di Fini – ha detto Saya – certamente nemmeno Berlusconi è stato impeccabile, ognuno può vivere il suo privato come vuole ma lui si è attorniato di persone troppo discutibili”.

Certe passioni si trasmettono di padre in figlio, sembra di sentire la voce del grande Robert De Niro nei primi istanti del film The Fan – Il mito, quando parla del baseball.

Ebbene nonostante che Agostino Saya dica che “io a casa con i miei figli non ho mai parlato di politica e li ho lasciati abbastanza liberi di scegliere, certo però ho cercato d’insegnargli quei valori che io ho reputato giusti e che hanno contrassegnato la mia vita”, non stupisce che uno dei suoi figli, Giuseppe, abbia deciso di gettarsi nella mischia politica, tanto da essere eletto consigliere provinciale con “La Destra”.

Il panorama politico culturale della destra giovanile nel frattempo cambia notevolmente, ed Almirante è il simbolo di questo cambiamento, con il progetto prima di una Destra Europea  (L’Eurodestra) poi della Destra Nazionale che allarga la partecipazione del partito anche ai leader extraparlamentari come Pino Rauti ed in quel tempo a Messina, a destra, in fermento, si realizzavano i primi cineforum “dalla parte dei pellerossa”, si registravano scontri all’interno della destra universitaria in mano ai calabresi e i gruppi vicini a “terza posizione, ma anche si partiva verso i “campi hobbit” ed i convegni di Montesilvano.

Questa nuova avventura politica porta un rinnovamento nei miti, che non si limitano solo ai personaggi simbolo del ventennio, ma ci sono nuovi miti, come il colonnello romeno Codreanu o i personaggi fantasy di Tolkien, le cui gesta sono cantate da Massimo Morsello o dagli Amici del Vento.

fronte_della_giovent_2In questo clima di cambiamento si forma Giuseppe Saya che racconta come questo clima d’innovazione si respirava pure a Messina “Il giorno dell’arrivo di Almirante a Messina avevo solo 8 anni – racconta Saya – ma ricordo perfettamente la sua capacità di muovere le masse e di saperle entusiasmare, anche chi non era di destra, quello fu un periodo di profondo cambiamento – continua Saya – perché alcuni ritrovi, come il bar Select, diventarono luoghi simbolo per gli incontri dei militanti del FUAN e del Fronte, ricordo personaggi come Ferraù o Giovanni Sturniolo (che allora aveva appena aperto la libreria La Piramide, un dei primi centri librari di destra in Sicilia , ma da ricordare anche Mangivacchi, “Balilla”, Artino, Peppino Siracusano, Ragusa, i barcellonesi ed il gruppo di Capo d’Orlando guidato da Rento Lo Presti. nrdr.)”.

Sicuramente però la militanza e il panorama politico vissuto da Giuseppe sono molto diversi da quelli vissuti da suo padre, lui ha vissuto la parte finale del periodo almirantiano.

Un anno di svolta per tutta la politica fu sicuramente il 1994, con la discesa in campo di Silvio Berlusconi, i partiti smembrati dall’inchiesta di tangentopoli, la sinistra che cercava di ridarsi un identità e un destra che puntava tutto sul delfino di Almirante, Gianfranco Fini.

duxMolte cose sono cambiate in quasi diciotto anni, ma in quel clima si formava Piero Adamo adesso Presidente del circolo “quo usque tandem”, nato nel 1998 dal malcontento di alcuni giovani militanti di Alleanza Nazionale tra cui il giovane Francesco Rizzo, che di li a qualche anno diverrà consigliere comunale a Messina.

Ragazzi che hanno vissuto la smitizzazione della politica del 2000, senza ideologie, dove la televisione ha sostituito la piazza,  ma che nonostante tutto tentano di trovare dei punti di riferimento e Almirante può essere uno di questi “sicuramente io per ovvi motivi d’età non ho mai votato MSI – ha dichiarato Piero Adamo – né i miei coetanei di sinistra hanno mai votato PCI, credo che però quando sento parlare di Almirante penso ad un grande statista, ma soprattutto ad un grande leader, che a molti ragazzi ha fatto con orgoglio di essere di destra, in un periodo storico dove definirsi tali voleva dire anche rischiare la vita, sicuramente è una figura che è mancata  e manca tutt’ora, un suo demerito? Direi Gianfranco Fini, che negli ultimi anni ha letteralmente depauperato un patrimonio politico culturale immenso”.

Giorgio_almirante_con_finiL’intitolazione del Viale di Minissale a Giorgio Almirante ha fatto esplodere il dissenso di Rifondazione Comunista, che hanno ricordato come in gioventù il Segretario dell’MSI abbia diretto il giornale “la Difesa della Razza”, esprimendosi spesso favorevolmente al razzismo “sicuramente questa posizione di Rifondazione Comunista la reputo pretestuosa – ha dichiarato Piero Adamo – rappresenta una visione politica polverosa, di chi guarda al passato e non al futuro, Almirante ha rappresentato un patrimonio per la politica italiana della I^ Repubblica”.

Lo stesso Almirante non rinnegò mai quegli articoli giovanili, pur “non essendo a conoscenza di ciò che stava accadendo in Europa”.

Sarebbe però ora che si superassero le barriere architettoniche da guerra civile, perché altrimenti sviliremmo la storia e i suoi personaggi facendo solo una gara a chi ha fatto più vittime, visto che  pure nell’URSS ci furono le persecuzioni verso gli ebrei.

accaPerciò se deve passare  il principio che non si può buttare via il bambino con l’acqua sporca, che sia un principio per valga per tutti. 

Quindi ben vengano le contrapposizioni politiche e ideologiche, senza però dimenticare il rispetto, quello reciprocamente dimostrato da Almirante a Berlinguer, negli anni delle chiavi inglesi e degli scontri di piazza.

22 Settembre 2011

Autore:

admin


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