di Nino Lo Iacono
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Bruno Vespa ha colpito ancora.
Insieme con Santoro, è sicuramente il giornalista TV che ha suscitato le più disparate reazioni per il coraggio o la sfrontataggine dimostrata nell’inventarsi incontri o interviste con personaggi più o meno criticati.
Certo quella di ieri sera con il figlio di Totò Rjjna, resterà nella storia, soprattutto perché il maestro delle interviste non è riuscito a far dire all’intervistato ciò che avrebbe voluto: la condanna morale del padre Totò.
Il giovane Rjjna, con grande compostezza ,ha risposto da uomo serio, vissuto nell’ambiente che non ha mai rinnegato, cresciuto con l’educazione che i suoi genitori gli hanno impartito e con valori nei quali , ha specificato, non trovano spazio quelli che conducono agli omicidi; “ quelli non c’entrano”.
E’ stato onesto con se stesso e con gli ascoltatori.
Detestabile in quanto collaboratore del padre e della mafia , serio per l’onestà intellettuale dimostrata. Ritengo comunque, al di là di ogni altra considerazione , che questa intervista sia stata utile, per capire le dinamiche comportamentali all’interno delle famiglie mafiose.
Il polverone mediatico che ha sollevato la trasmissione mi è parso eccessivo ,se paragonato ai silenzi seguiti alle interviste, ai servizi, ai premi letterari, all’assegnazione di posti di lavoro, spesso privilegiati, a figure che hanno ucciso quanto e più della mafia , con l’intento dichiarato di abbattere l’ordine costituito, di distruggere lo Stato.
Tutti i brigatisti e i terroristi rossi o neri, che hanno ucciso statisti, poliziotti, servitori dello Stato, al pari della mafia, e condannati anche a sei ergastoli , ora sono fuori, liberi di scrivere e di parlare , di andare in TV, addirittura di fare conferenze nelle scuole e nelle Università; cioè nei luoghi preposti alle formazione degli uomini che domani dovranno guidare la Repubblica, questo Stato democratico che i conferenzieri avrebbero voluto distruggere con il terrorismo.
Barbara Balzerani. 6 ergastoli, 21 anni di carcere effettivi, scrittrice di successo, gira facendo conferenze , così pure Renato Curcio, Valerio Morucci, Mario Moretti, Alberto Franceschini, Vittorio Antonini etc.
La maggior parte di questi galantuomini è stata assunta nelle cooperative rosse come esperti d’informatica.
Qualcuno addirittura al ministero degli interni, come Roberto De Bello, quale segretario particolare dell’allora sottosegretario comunista Francesco Bonato. Eugenio Pio Ghignomi , a suo tempo assunto nell’ufficio della direzione affari generali ,come responsabile della sicurezza dell’Università Roma tre.
Nel 1987, in piena stagione stragista, Ennio Remondino, giornalista RAI, fece una lunga intervista a Barbara Balzerani, Mario Moretti e Renato Curcio, senza suscitare particolare scalpore.
Non sto qui ad elencare condanne subite e benefici ricevuti da queste persone, né da altri brigatisti eletti al Parlamento Nazionale ed Europeo quale Mario Capanna, scrittore pure lui, l’elenco sarebbe troppo lungo .
Mentre esprimo profondo sdegno per la ribalta che la TV pubblica offre a persone che andrebbero invece ignorate e lasciate a vivere , diciamo, “in pace” nella più assoluta indifferenza; mi arrabbio quando la maggior parte dei politici di sinistra ritiene utile protestare per una delle tante interviste pesanti, solo perché qualcuno si è indignato più o meno opportunisticamente.
Ma divento una belva quando ipocritamente l’estrema sinistra con le sue organizzazioni, nasconde, protegge, sostiene tutte quelle persone che forse ancora più pericolosamente della mafia, negli anni 70 , 80 e 90 , hanno ucciso altri uomini illustri, altri servitori di quello Stato che lottava anche contro la mafia.
Intervistare su una TV pubblica una persona condannata per attività mafiosa è certamente cosa grave ma è ancora più grave dare premi , sotto varie forme, ad assassini che hanno ucciso al pari della stessa mafia.
E’ la solita politica che cavalca la prima occasione che si presenti, per salire sul palcoscenico, che ormai per tanti ha il sipario chiuso, e si accoda, fomentandola, alla ingannevole e opportunistica protesta d’occasione.
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