Qualcuno, in vista del picco, sta gettando la maschera.
Forse, forse…Qualcuno, in vista del picco, sta gettando la maschera.
I nostri poveri nonni del nord Italia, già acciaccati, li avesse attaccati un virus all’intestino, in casa avrebbero avuto l’occorrente per risolvere il problema.
Stessa cosa se li avesse attaccati alle articolazioni. Invece il virus li coglie ai polmoni e in ospedale non ci sono ventilatori sufficienti a salvargli la vita, considerata la velocità e l’alto numero di contagiati in rapporto al tempo.
Per cui arriva il colpo di grazia: i morti CON Coronavirus (e non DI Coronavirus, precisiamo) ad oggi (dati riferiti al 20 marzo) sono 4.032, poco più della metà dei morti ogni anno CON l’influenza stagionale coperta dai vaccini, ma articolata in più mesi (circa 200 morti a settimana, quando adesso ne abbiamo invece, purtroppo, solo nella giornata di ieri, 627).
Adesso, dopo Sars, Ebola, Aviaria, la Suina…perché mai premunirsi di attrezzature idonee ad affrontare certe emergenze per le vie aeree?
La sanità è una scelta politica da cui dipende la nostra vita.
Piace spendere soldi per gli aerei militari, costosissimi e inutili…Ma vuoi mettere la bellezza delle frecce tricolore rispetto a comuni aggeggi da terapia intensiva…?
Giusto per citarne una su mille.
E a noi lo Stato come ci tutela?
Tenendoci incarcerati in casa e facendoci trovare l’esercito in strada se proviamo a uscire anche da soli a distanza di cento metri l’uno dall’altro.
L’Italia, la Sicilia, noi, ce ne stiamo rendendo conto?
Credo proprio di no. Siamo fragili e impauriti. Per cui un giorno, chissà quali falsità e banalità leggeranno le future generazioni.
Chissà.
