Messina stupisce, ovviamente in positivo, e lascia profondamente soddisfatta la cittadinanza ed i tanti studenti universitari che, infrasettimanalmente, cercano nella provincia svaghi alternativi alla serata in discoteca.
Ed insieme all’apertura delle nuove rassegne teatrali al Savio, i concerti e gli eventi dell’Officina ed altri appuntamenti visti nei giorni scorsi, la sera del 28 novembre ha dato l’occasione alla città di conoscere una nuova realtà che sembra avere tutte le carte in regola per diventare un importante punto di riferimento culturale ed artistico per la gioventù messinese.
Si è infatti aperto con uno spettacolo d’eccezione la rassegna “Chilometro Uno”, ciclo di appuntamenti in ambito teatrale che vedrà impegnati il Retronouveau e l’Associazione Culturale Querelle di Messina (vedi locandina spettacoli).
Il locale ha ospitato questo mercoledì 28 lo spettacolo “La Madre dei Ragazzi” scritto ed interpretato da Lucia Sardo, con la regia di Marcello Cappelli. L’attrice, Aurora all’anagrafe, nata a Sircausa nel 1952, non ha deluso i numerosissimi spettatori che hanno gremito la sala ed ha magistralmente inaugurato questo progetto.
Dopo la proiezione di un video incentrato sulle varie forme di violenza con cui veniamo puntualmente bombardati dietro gli schermi dei nostri televisori, passando dalle immagini tratte dai telegiornali a quelle di videogiochi e cartoni animati; già da subito lo spettacolo si è aperto in una maniera che di certo non ha lasciato il pubblico indifferente: l’artista ha infatti compiuto un antico rito shamanico, finalizzato a liberare dalle “energie basse” per salvaguardare la sacralità dello spazio teatrale in genere e della tematica che, da lì a poco, sarebbe stata affrontata.
Con una stupenda interpretazione, Lucia Sardo ha ripercorso ed illustrato a fondo la vita di Felicia Bartolotta, poi Impastato.
Il matrimonio dunque, la nascita dei figli, la loro educazione, gli scontri di Peppino con il padre e con i mafiosi, e l’omicidio della notte del 9 maggio 1978 in cui Peppino fu ucciso, fatto a pezzi e additato come un imbranato terrorista vittima del suo stesso attentato fallito.
E poi il funerale, il rifiuto della vendetta, il desiderio di giustizia, i mille ostruzionismi da parte dei mafiosi e delle istituzioni corrotte.
Tutti questi momenti si fondono in un fedelissimo documentario che descrive la vita di una delle più importanti eroine della lotta contro il potere mafioso, che trovò nel dolore, e nell’amore per il figlio assassinato, la forza per non arrestare la propria denuncia.
Fino alla condanna all’ergastolo di Badalamenti, boss mafioso, mandante dell’omicidio di Peppino.
Lucia Sardo mette in scena brillantemente un insieme di danza, recitazione e lettura di testi tratti dalle interviste rilasciate da Felicia ed accompagnati dai video che la ritraggono fino agli ultimi anni della sua vita.
Riesce perfettamente nella trasmissione empatica delle emozioni di una madre, uccisa ed al tempo stesso vivissima nelle sue convinzioni e nei suoi obiettivi. Il tutto accompagnato da un’ottima scelta musicale, la selezione del locale giustoche ha ospitato l’evento, perfetto nella sobrietà delle sue luci soffuse che ha permesso di creare un’atmosfera intima e fuori dal tempo.
“Ritornai libera e pericolosa.
Mi tagliarono gli occhi e cominciai a vedere altro,
mi tagliarono la lingua e ne spuntarono cento,
mi tagliarono la gola e non dissi più menzogne,
mi tagliarono il petto e mi innamorai di tutto,
mi tagliarono le mani e accarezzai con il cuore,
mi tagliarono la pancia ed ho partorito mille figli,
mi tagliarono la vescica e non provai più la borma,
mi tagliarono i piedi e cominciai a volare,
mi tagliarono i rami secchi e oggi, oggi, sono tutta un germoglio!”
Alla fine della sua testimonianza, Lucia Sardo ha voluto ricordare e dedicare il suo spettacolo ad una ragazza – Rita – incontrata qualche anno prima, sua grande fan, uccisa dal fidanzato l’anno scorso, il 29 novembre 2011.
Lucia ricorda questa ragazza come una ragazza piena di vita, ennesima vittima della violenza nei confronti delle donne.
Nonostante l’ovvia stanchezza, mentale e fisica, dopo lo spettacolo Lucia Sandro si è mostrata molto disponibile a rispondere ad alcune domande riguardo i mezzi e le modalità di lotta da adottare contro le associazioni mafiose.
Giustamente il suo ruolo nel film “I Cento Passi” ha portato alla sua associazione presso il grande pubblico alla figura di Felicia Bartolotta, tanto che molti riconoscono in lei questo ruolo anche a livello sociale, specie adesso che si fa portavoce della madre di Peppino Impastato.
Lei quanto crede che l’arte possa influenzare ed avere un effetto positivo sui giovani e sulla società in genere per quanto riguarda l’informazione a proposito della mafia e comunque la presa di coscienza di quella che dev’essere la lotta nei confronti delle associazioni mafiose?
Beh, intanto l’arte, e la cultura diciamo, per me sono al primo posto.
Perché se siamo in una società come quella in cui viviamo, con tutte queste contraddizioni, è proprio perché mancano sempre di più la cultura e l’arte.
L’arte e la cultura sono argomenti che toccano e che nutrono l’anima. Ma noi siamo in una società che vuole nutrire solo i corpi e solo le menti, e questa è una strada perdente, una strada che va verso il buio.
Quando noi nutriamo i corpi intanto diventiamo obesi, quando nutriamo l’anima diventiamo leggeri, ci alleggeriamo come da pesi.
Lei, all’inizio del suo spettacolo, ha mostrato un video che ritraeva le tante forme di violenza con cui noi, soprattutto i giovani, ci troviamo ad interagire tutti i giorni: da quello che viene mostrato dai telegiornali ad un certo tipo di animazione in televisione o di videogiochi.
E lei si trova spesso ad interagire con giovani o si rende conto di quanto i giovani si muovano dal punto di vista della lotta antimafia: ritiene che, rispetto al passato, ci siano stati dei cambiamenti in positivo da parte dei movimenti giovanili, anche attraverso l’associazionismo o simili, o che piuttosto parallelamente alla trasformazione della Mafia in un’entità dai movimenti meno “eclatanti”, perché maggiormente infiltrata nelle istituzioni, pensa che anche i giovani tendano a perdersi dal punto di vista della forte manifestazione antimafia?
Guarda, io ho molta fiducia nei giovani, perché sono molto più intelligenti di quello che si crede.
È una lotta diversa: mio figlio ha 21 anni, un giorno gli ho chiesto “ma come, non vai?
Non partecipi?” e lui mi ha risposto “Mamma, in questo momento la vera rivoluzione è non fare niente: è fermarsi e togliere la camera del gas”.
Chiaramente mio figlio è uno che non compra niente, compra pochissimo e spende veramente poco.
Gli dobbiamo togliere questo filo diretto, questo nutrimento è fare molte cose: uscire, comprare, vestirsi… La rivoluzione è non fare niente, proprio evitare l’azione: pensare molto e poi realizzare, fare delle piccole azioni però poetiche.
Le faccio un’ultima domanda che riguarda nello specifico l’antimafia.
Qualche tempo fa il neopresidente della regione Sicilia Crocetta si è trovato a Piraino e si parlava di gruppi antimafia, dato che anche sul nostro territorio abbiamo diversi gruppi che si fanno chiamare “antimafia”, gruppi per l’informazione sociale, e lui ha fatto una distinzione fra i gruppi antimafia “effettivi” e quelli da passerella, ovvero quelli che in qualche modo cavalcano la tigre della lotta contro la mafia, dell’informazione, ma poi speculano un po’ su questo argomento.
Lei come si pone in confronto a questo? Effettivamente come si devono muovere i gruppi antimafia perché la loro sia reale antimafia e possa quindi essere costruttiva?
Partiamo dal presupposto che la mafia nasce in Sicilia e quindi significa che c’è lo schema della mafia.
Quindi, se ogni siciliano non accetta di avere lo schema mafioso e di essere un mafioso, noi non risolveremo mai questo problema. La mafia è esclusivamente un fatto culturale: tutti i siciliani siamo mafiosi, perché abbiamo quello schema.
È uno schema sistemico che passiamo da padre in figlio e da madre in figlio. Io ho visto molti antimafiosi agire da mafiosi, perché è la nostra cultura, capito? Un tedesco diventerà nazista, non diventerà mafioso, noi non diventeremo mai nazisti.
La Germania ha fatto un grosso lavoro per togliersi dalle spalle il nazismo, un grosso lavoro culturale.
Ed è quello che manca in Sicilia: fare un grosso lavoro culturale sullo schema che abbiamo.
Perché io adoro Felicia?
Perché Felicia era una donna di una intelligenza straordinaria.
Lei diceva “basta con le pistole, non si sconfigge con le pistole la mafia, ma con la cultura”.
Perché lei sapeva che cos’era la cultura: coltivare le persone, coltivarle. Non esiste l’antimafia se non si vanno ad individuare questi atteggiamenti, basta!
Luca Scaffidi Militone
Retronoveau è in via Croce Rossa n°39 a Messina
Retronouveau è la parola composta per eccellenza. Il vecchio e il nuovo che s’incontrano per intraprendere una sorta di dèjà vu scintilla dove le esperienze e la formazione di ognuno si sporgono fino a vedere il futuro luccicante,senza averne paura. Retronouveau nasce dalla necessità di non avere vincoli temporali né di genere.
Dal concetto di avanguardia vista come ciò che verra’, perché qualcosa già c’è stato.
In anni in cui la cultura del nuovo strizza perennemente l’occhio al vecchio non potevamo non rendercene conto.Serviva un buco spaziotempo dove si mischiano le mode,il costume e i volti.
Retronouveau e’ diventato in questi anni un motore sociale,ha ospitato centinaia di artisti da tutto il mondo,ha cambiato il modo di concepire un prodotto,che finalmente gioca sulla trasversalita’ delle idee e sul confronto costante al di fuori dello spettacolo vero e proprio.
Retronouveau e’ il coraggio di mettersi in gioco, di rischiare,per capire. Dare tanto a chi chiede molto. Dare nulla a chi vuole niente.
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Retronouveau ha ospitato tra gli altri i concerti di:
A Toys Orchestra Adam Ficek (UK) Adels Albanopower Amor Fou Amycanbe Anelli Soli Appaloosa Atari Babyblue Bad Love Experience Bandabardo’ Be Forest Big Mimma Black Friday Bob Corn Bradipos 4 Brunori Sas Brusco Bud Spencer Blues Explosion Bugo Capputtini i Lignu Casa Del Mirto Cleo T Colle Del Fomento Criminal Jokers Dale Rocka & the Volcanoes Demo Mode Dente Di Martino Diaframma DID Doctor Com Drink To Me Edible Woman Eveline The Crazy Crazy World Of Mr.Rubik Fish in gods Acquarium Fitness Forever Frost Gentlemens Agreement Gentless 3 Green Like July Grimoon Guru Banana Guy & gli Specialisti Hank! Iotatola His Clancyness Honeybird and The Birdies Hugo Race (Australia) Il Cielo di Bagdad Jackie And His Loaders Jumpin Quails Kyle L’incompreso La Muga Lena Le Li Leggins Les Spritz Liz Green (UK) Lo Stato Sociale Low Frequency Club LowLine (UK) Man On Wire Management del Dolore Post Operatorio Mantra above the Spotless Melt Moon Maria Antonietta Marika & Milioni di Muschi Marlowe Massimo Volume Matrimia Mimi’ Sterrantino Miss Chain And The Broken Heels Missincat Mombu My Awesome Mixtape Nicolò Carnesi No Seduction Nobraino Non Linear Nordgarden Paolo Mei & Il Circo D’ombre Pepi Band Pink Holidays Plastic Made Sofa Pressione su Malta Radiochimica Rekkiabilly Roberto Angelini Royal Baths (USA) RUNI Sans Papier Sea+Air Sick Tamburo Soviet Soviet Strike Superpartner Surfadelics Sycamore Age Tapso II Ten Dogs Thank You For The Drum Machine The Audience (GER) The Branches The Cyborgs The Fire And I (Scozia) The Hacienda The Jackie-Os-Farm The Loud (UK) The Out Key Hole The Record’s The Second Grace The Walrus Thony Toti Poeta Trbant Underdog Une Passante Waines We Love Mamas Wild Strikes WOT Yori’s Eyes Zen Circus