RAZZISMO A GIOIOSA MAREA? La posizione del SEL NEBRODI
Cronaca Regionale

RAZZISMO A GIOIOSA MAREA? La posizione del SEL NEBRODI

Gli ultimi tempi sono stati, a livello sia nazionale che internazionale, densi di eventi che hanno dimostrato, spesso in modo brutale, come la tolleranza e la piena accettazione di una società che possa dirsi effettivamente multietnica, siano obiettivi palesemente ancora molto lontani.

 

Dai fatti di Oslo ai corpi senza vita che dal mare hanno raggiunto le nostre coste, straziati dai viaggi della speranza che sfidano la morte, tutto sembra dirci come quello xenos che i Greci vedevano come “straniero- amico”, per noi, migliaia di anni dopo, è diventato un “nemico” da tener lontano.

Anche nelle nostre piccole realtà, nei paesini in cui ci si conosce tutti, si riproduce e concretizza in atti violenti quella xenofobia che fa, ancora oggi, dopo anni di battaglie per l’integrazione, rimanere la nostra realtà passi indietro rispetto agli obiettivi propri di una società che a pieno titolo possa dirsi civile.

Come può un Paese ritenersi “progredito”  se è sufficiente un tamponamento a scatenare la violenza del singolo o il concorso del “branco” verso un soggetto che, forse, non avrebbe ricevuto lo stesso “trattamento” se non fosse stato di colore? Come può, un Paese dichiararsi civile se, ancora oggi, incuranti degli insegnamenti della storia, chi sa, passa o assiste, si lascia stringere dalla morsa dell’omertà? Come possiamo aspirare ad un miglioramento che sia effettivo se uno straniero non ha fiducia nelle istituzioni preposte a garanzia e tutela degli interessi di tutti i cittadini? E poi, essendo nella spiacevole vicenda avvenuta sere fa a Gioiosa Marea, gli aggressori soggetti poco più che maggiorenni, quanto influisce sul comportamento di soggetti che hanno comunque una personalità ancora in sviluppo (ma più in generale sul comportamento di ogni singolo consociato) il clima di intolleranza ed odio xenofobico che nel nostro Paese è talmente forte da fungere da criterio ispiratore per l’emanazioni di leggi e che propugna la teoria del “respingimento” piuttosto che dell’accoglienza?

A questi eventi non può non seguire una seria riflessione sui messaggi che la società, con i suoi molteplici mezzi, trasmette alle persone. E’ questo il momento in cui si rende assolutamente necessaria ed improrogabile una “svolta culturale”, che riguardi innanzitutto le fasce più giovani e  chi deve far loro da guida; serve, d’altro canto, la costruzione di un rapporto fiduciario solido tra cittadini ed istituzioni a tutti i livelli, in modo tale che le seconde si aprano alle varie istanze  proprie di una società che delle diversità riesca a fare la propria ricchezza.

SEL Nebrodi

6 Agosto 2011

Autore:

admin


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist