Dal resoconto d’aula risulta che sono stati recepiti due ordini del giorno, proposti dall’on. Rinaldi, che aveva presentato un’interrogazione già alla fine di settembre, e dall’on.Corona, finalizzati a sancire che i residui vegetali agricoli non sono da considerare rifiuti, ma prodotti agricoli e come tali sarà possibile continuare a bruciarli in loco nelle campagne.
La norma approvata prevede che nella Regione Sicilia è ammessa la bruciatura di paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo, forestale naturale non pericoloso, utilizzati in agricoltura come pratica agricola nell’ambito dell’azienda in cui si producono e fermo restando il divieto per le aree individuate ai sensi della Direttiva 2009/147/CEE e della Direttiva 92/43/CEE (zone di fauna ed ecosistemi protetti).
Un importantissimo risultato al quale ha sicuramente contribuito la massiccia mobilitazione popolare scaturita dalla petizione pubblica avviata a Gioiosa Marea a fine settembre e promossa dall’avv. Vincenzo Amato contro il divieto di bruciare i residui vegetali agricoli introdotta dall’art. 13 del Decreto Legislativo n. 205 del 3 dicembre 2010, di recepimento della direttiva n. 2008/98/CE.
A seguito delle migliaia di firme raccolte in tutta la provincia e della presa di posizione pressoché unanime dei sindaci ed amministratori locali a sostegno delle ragioni degli agricoltori, i nostri parlamentati sono stati “costretti” a mettere l’argomento tra le priorità della loro agenda, come dimostra l’attivismo delle ultime settimane dei deputati di tutti i livelli di governo (regionale, nazionale ed europeo).
Va dato merito a chi si è impegnato e si sta impegnando per eliminare le conseguenze aberranti della normativa, ma per l’avvenire è auspicabile che vi sia maggiore attenzione ed intervenire preventivamente al fine di evitare che vengano adottate o recepite norme illogiche ed irrazionali che provocano grossi disagi e problemi ai cittadini.
avv. Vincenzo Amato