RIFLESSIONI DOPO L’ULTIMA ALLUVIONE
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RIFLESSIONI DOPO L’ULTIMA ALLUVIONE

ricciardello_carmeloScivola via, come il fango. Non ci sono stati nè morti nè crolli.. forse è meno grave di un anno fà? Un territorio allo sfascio, dove le responsabilità si sommano per effetto moltiplicatore e tutti siamo complici anche per la mancata indignazione quotidiana…. ed il ricordo va anche a Carmelo Ricciardello, mai più ritrovato, morto tra i fanghi di Scaletta, brolese… era lì per lavorare. Pubblichiamo una lunga nota dell’Ansa… descrive lo sfascio, la negligenza di una classe politica, i danni e le devsatazioni dei “luoghi comuni”… nessuno ha fatto nulla.

 

Splende il sole su Messina dopo l’infernale mattinata di ieri che, per alcune ore, ha fatto rivivere l’incubo dell’alluvione dell’1 ottobre 2009. L’eccezionale ondata di maltempo, che si è abbattuta su un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico, ha causato seri danni e pesanti disagi alla circolazione stradale.

Maggiormente colpiti i villaggi della zona sud che, ancora una volta, hanno pagato il prezzo più salato.

Colate di detriti dalle colline circostanti ed alcuni torrenti in piena hanno trascinato tutto a valle, inondando abitazioni, cantinati, garage, negozi, sottopassi e strade. Soltanto in mattinata è stato riaperto il varco per collegare la Strada Statale 114 con l’abitato di Galati S.Anna, dove ieri mattina la furia di un torrente ha praticamente inghiottito un autobus; per fortuna il conducente ed un passeggero sono riusciti mettersi in salvo prima che il fango ricoprisse il mezzo pubblico. Sono tornate a casa le otto famiglie che ieri mattina, a scopo precauzionale, avevano lasciato le loro abitazioni di Giampilieri Superiore. Troppo forte e fresco il ricordo di quella tragedia che lo provocò 37 vittime, 6 dispersi, decine di feriti e milioni di euro di danni. Anche negli altri villaggi, in particolare a Galati, Mili San Pietro, Cumia e Bordonaro, i cittadini evacuati sono tornati nelle rispettive case; da questa mattina sono al lavoro per rimuovere fango e detriti alla ricerca di una normalità che purtroppo, all’arrivo delle piogge, è divenuta un optional.

Intanto, i tecnici della Protezione civile comunale, guidati dall’ingegnere Bruno Manfrè, si trovano nei villaggi colpiti dal nubifragio per effettuare una prima stima dei danni. La sensazione è che malgrado le tragedie degli anni scorsi poco o nulla sia cambiato. Alle parole ed alle promesse dei politici di turno o dei rappresentanti istituzionali non seguono fatti concreti, sembra una costante per Messina che, puntualmente, rivive le stesse scene di distruzione. Basti osservare lo stato d’abbandono dell’A18 Messina-Catania, praticamente ridotta ad una “mulattiera”; per non parlare della Statale 114 che per tutta la giornata di ieri è stata paralizzata e spaccata in due all’altezza di Mili Marina, Galati e Santa Margherita.

Montagne di detriti, tronchi d’albero e rifiuti di ogni genere si sono riversati sull’importante arteria di comunicazione senza che nessuno (ad eccezione di alcuni volenterosi cittadini) provvedesse a rimuoverli. Così, al calar della sera, tutto è stato lasciato al suo posto con gravi pericoli per l’incolumità pubblica. La notte porta consiglio ma certamente non porta via i cumuli di fango che sono rimasti in bella mostra sulla sede stradale, causando una nuova paralisi della circolazione viaria. Mattinata da incubo sulla S.S. 114, dove all’altezza di Mili Marina (sotto il viadotto dell’A18), si è creato un maxi-ingorgo che ha messo in ginocchio l’intera zona sud.

Una coda interminabile di veicoli si è formata fin dalle prime luci dell’alba con migliaia di persone bloccate in auto o sui mezzi pubblici per coprire un breve tragitto, peraltro scarsamente presidiato dagli organi preposti.

E non mancano le polemiche. “Ecco le conseguenze dirette dell’attuale attenzione rivolta al territorio dalla nostra classe politica, la quale pare continuare ad ignorare l’emergenza idrogeologica del sud Italia” afferma il presidente dei geologi siciliani Emanuele Doria in una nota in merito agli ultimi eventi franosi nel sud Italia provocati dal maltempo e nella quale rivolge un appello ai parlamentari siciliani “perchè trovino il coraggio di rifiutarsi di partecipare a spartizioni a tavolino di fondi, incuranti delle reali necessità delle popolazioni che rappresentano”. “Nonostante la Commissione Ambiente della Camera ha stimato in 44 miliardi di euro il fabbisogno per la messa in sicurezza del territorio italiano – afferma Doria – con il decreto Milleproroghe appena approvato si è realizzato uno scippo alle regioni del Sud, ed in particolare alla Sicilia, titolari dei fondi Fas, su cui sono stati raccolti i 200 milioni di euro per il dissesto idrogeologico”.

Doria stigmatizza lo storno delle somme al nord Italia dove “sono andati ben 150 milioni di euro di competenza delle regioni del sud, in massima parte verso la Liguria e il Veneto”. “Come ci insegna la storia di questo Paese – conclude Doria – in Italia esistono sempre cittadini di serie A e di serie B e non bastano i morti per ottenere un aiuto concreto da uno Stato poco attento a quanto accade nel mezzogiorno”

Ansa

4 Marzo 2011

Autore:

admin


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