RISSE, SMARTPHONE E INDIFFERENZA – La nuova normalità dell’intrattenimento notturno
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RISSE, SMARTPHONE E INDIFFERENZA – La nuova normalità dell’intrattenimento notturno

Una lite, una scazzottata, l’intervento dei carabinieri, qualche urla, un po’ di sangue e – puntuale come una notifica – decine di telefoni alzati a riprendere tutto.

È successo a Brolo, la scorsa notte, ma è anche accaduto a Milazzo, Barcellona e nei luoghi più gettonati di questa calda movida estiva.

Ma non è più solo “cronaca nera”. È un copione già visto, un rito collettivo che si ripete con inquietante frequenza, in cui la violenza urbana si trasforma in spettacolo da condividere.

La cronaca ci racconta: Intorno alle due di notte, una discussione tra un avventore alterato e l’addetto alla sicurezza si è trasformata in colluttazione.

L’uomo, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato allontanato dal locale. Pochi minuti dopo, sarebbero intervenuti tre amici, dando il via a una rissa che ha richiesto l’intervento dei carabinieri – già in pattugliamento sul lungomare – e del 118.

Ma ciò che colpisce non è solo la rissa, ma la reazione del pubblico.

Mentre i carabinieri separavano i contendenti e i soccorritori facevano il loro lavoro, una folla di spettatori con lo smartphone in mano filmava la scena, più attenta a immortalare l’attimo per la “storia” da postare che a pensare di chiamare aiuto o tentare di placare gli animi o preoccuparsi di quanto qualcuno urlava ” attenti c’è una bambina!”.

È questa la dimensione più inquietante: la trasformazione della violenza in intrattenimento, il rovesciamento della scala di valori che mette al primo posto la visibilità, anche a costo della dignità umana. In altre parole: la rissa diventa contenuto,  in tempo reale su WhatsApp, Instagram, TikTok.

Il problema, però, non è solo la presenza di violenza – da sempre parte del tessuto urbano – ma la spettacolarizzazione e la diffusione immediata.

Non è più solo “vedo una rissa”. È: “filmo una rissa e la condivido”.

Come se fosse un evento atteso. Come se l’aggressività fossero parte di uno show. Il rischio è che tutto si normalizzi. Che la rissa diventi una “rubrica” estiva, al pari dei concerti e degli eventi.

Una forma di intrattenimento borderline, reale ma mediatizzato, in cui chi guarda si sente spettatore, non parte della comunità.

Una generazione che osserva ma non interviene

A preoccupare un genitore, un adulto, ma soprattutto dovrebbero preoccuparsi i giovani, è soprattutto l’indifferenza.

È l’effetto dello schermo come barriera: dietro un telefono, la scena sembra meno reale. Si assiste a una lite come si guarderebbe una serie tv.

Dove sono finiti il senso di responsabilità collettiva, l’empatia, la capacità di agire insieme per fermare ciò che è sbagliato?

 serve più educazione civica che pattuglie

L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine – coordinate dalla Compagnia dei Carabinieri di Patti – ha impedito ieri sera a Brolo che l’episodio degenerasse ulteriormente. Le indagini chiariranno le responsabilità. Ma c’è un’altra indagine, più profonda, che dovrebbe interessarci tutti: quella sulle trasformazioni del comportamento sociale nelle piazze, nei locali, negli spazi comuni. Perché una società che filma invece di agire, che guarda invece di aiutare, rischia di perdere la propria anima.

Non servono solo più controlli.

Serve ricostruire un senso di comunità, di partecipazione, di corresponsabilità.

Serve educazione civica, a scuola, nei social, nelle famiglie.

Perché Brolo, oggi, potrebbe essere ovunque. E quella rissa che diventa show, potrebbe riguardare tutti noi.

8 Agosto 2025

Autore:

redazione


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