La verità vive
“Un fiore che non morirà mai… Rita Atria” disse allora Salvo Messina, che da sindaco volle quell’intitolazione, grazie anche al encomiabile lavoro di raccordo che allora fece e che fa tutt’ora Nadia Furnari, che si batte da anni contro illegalità, la malapolitica e tutte le mafie.
La sala le venne intitolata l’otto marzo, giorno dedicato alla donna, del 2009, giorno scelto non a caso, quando la società civile di Brolo fece una scelta importante.
Una scelta che avveniva ad un anno dall’intitolazione di uno slargo al “giudice ragazzino” Rosario Livatino.
E che fece seguito a quella delibera, l’01.04.2009, con la quale il consiglio comunale del tempo concesse a Piera Aiello, già testimone di giustizia, la cittadinanza onoraria del paese. A presiedere quell’assemblea c’era Francesco Moscato, ed anche una giovanissima Irene Ricciardello, dai banchi dell’opposizione votò quella scelta, qaule segno di unità e d’impegno di tutta l’amministrazione, mentre era sindaco Salvo Messina.
Il Presidente Moscato sottolineò i sentimenti di partecipazione e di grande interesse cheavevano animato i preparativi dell’evento mentre porgeva a nome proprio e del Consiglio Comunale il benvenuto a Piera Aiello, presente, sotto scorta, in un ambiente blindato dove erano vietate telecamere, telefonini e macchine fotografiche.
Moscato ricordò che quell’evento seguiva a quello di giorno 08 marzo, nel quale, con la celebrazione di una “ ragazzo-coraggio”, si è intitolata la biblioteca multimediale del Comune di Brolo Rita Atria.
Nuccio Ricciardello, oggi tra i primi e postare quanto pubblicato sui social dall’amministrazione guidata da Pippo Laccoto, si legge negli atti della delibera di assegnazione della cittadinanza onoraria, allora consigliere comunale, disse: “L’iniziativa de quo non si può concludere con la sola consegna della cittadinanza ma deve essere una spinta ad agire per la legalità nel quotidiano”.
Tempi di grande impegno
… che videro realizzarsi monumenti in ricordo di Peppino Impastato, ai Martiri di via Fani e Aldo Moro, e poi ancora assemblee, teatro, concerti, incontri, testimonianze in un’attivismo civico importante. Un patrimonio di tanti, di tutti. I giovani di Brolo sembravano davvero i grandi protagonisti di un risveglio.