Considerazioni dell’esponente politico pirainese dopo la decisone della giunta di “assumere” un principe del foro palermitano per resistere al ricorso proposto (e pagato) dai consiglieri d’opposizione comunale al TAR di Catania contro le determine sndacali e le delibere di giunta municipale che hanno aumentato le tasse (TASI e IRPEF) ridotte dal Consiglio Comunale.
A commentare la decisione adottata dall’esecutivo pirainese è Salvatore Cipriano, esponente dell’opposizione e avvocato.
Lui scrive così: Il Sindaco e la Giunta, per resistere al ricorso proposto (e pagato) da noi consiglieri al TAR di Catania contro le Determine Sindacali e le Delibere di Giunta Municipale che hanno aumentato le tasse (TASI e IRPEF) ridotte dal Consiglio Comunale, hanno deciso di affidarsi (addirittura Emoticon gasp ) ad un avvocato palermitano, noto amministrativista, già consulente (nientepopodimeno che Emoticon grin ) del Governatore Crocetta (Partito Democratico) per la “modica” cifra di 10.000,00 euro, categoricamente presi dal bilancio comunale!
Intanto – continua Cipriano – sarebbe stato bello – se non giusto – che per difendere le proprie deliberazioni, il Sindaco e la Giunta, avessero pagato personalmente il legale incaricato, al pari di quanto fatto da noi consiglieri comunali nell’interesse dei pirainesi piuttosto che gravare, ancora una volta, sui pirainesi!
Ciò detto, non mi preoccupa assolutamente il fatto di doverci confrontare con un illustre e stimato professionista di diritto amministrativo a livello regionale, molto apprezzato anche da politici facenti parte dell’attuale Governo Regionale.
Anzi – dice il penalista\amministratore – questa scelta operata dal Sindaco Maniaci, di affidarsi ad un avvocato di grande spessore ed influenza nell’ambiente giusamministrativo regionale e non solo, rinforza la mia convinzione che i provvedimenti assunti dal Sindaco e dalla Giunta, in contrasto con la volontà dell’organo maggiormente rappresentativo della comunità locale qual è il Consiglio Comunale, siano viziati da illegittimità ed abuso di potere”.
E conclude – “Ai posteri l’ardua sentenza”.
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