Non è candidato a queste amministrative. Appoggia, non “dietro”, ma “al suo fianco”, Salvo Garito ed ha comiziato ieri sera dentro una villa comunale stracolma, con l’umiltà del chiedere scusa, parlando anche dei suoi inciampamenti giudiziari, e di programmi per il paese, e i mutui, quelli suoi e di altri, tra bilanci e dissesti, denunci e chiacchiericci, levandosi, non sassolini, ma macigni dalle scarpe. Ovviamente Pippo Laccoto nel mirino (ma anche Irene Riccirdello e questi cinque anni di amministrazione).
Era certamente l’appuntamento più atteso, non solo della giornata, ma forse di tutta la campagna elettorale brolese, quella dei comizi e degli incontri pubblici.
Salvo Messina, ex sindaco del paese, al centro della questione dei mutui fantasma, in un groviglio giudiziario tutto da dirimere, l’aveva detto. SE mi tireranno dentro le questioni e le schermaglie politiche risponderò. L’aveva detto e l’ha fatto. Diventando protagonista di un comizio duro, pesante, inquietante, aprendo – secondo la sua versione dei fatti – spaccati nuovi sulle vicende amministrative degli ultimi vent’anni, ma nello stesso momento propositivo, ricco di spunti sul fare, e progettuale verso il futuro, quando indica che Salvo Garito, a prescindere dal risultato di domenica prossima, sarà – sempre lui – il candidato-sindaco dei prossimi cinque anni con “Oltre” che diverrà punto di intendimento di un movimento politico aggregante . Così Salvo Messina , alla fine detta linee guida per una Brolo viva e colorata, quando parla di programmi e punti da attuare.
Al termine del pomeriggio “colorato” dedicato ai più piccoli, promosso dalla listra “Oltre”, ed aver atteso che da palatenda, dove parlava Pippo Laccoto, giungesse buona parte di quell’uditorio, Salvo Messina avvia il suo comizio.
E emozionato, lo si vede, lo dice lui stesso, si avverte.
A volte parla in un silenzio irreale. Nessun brusio viene dalla villa stracolma, dove anche le papere stanno zitte.
Gli applausi a tratti – ovviamente da parte dei suoi supporter, senza claque – sono liberatori, servono a scaricare emotività e tensione.
Nella villa il pubblico e variegato, trasversale. C’è curiosità ma anche attenzione.
Ci sono amici, i candidati di Oltre, quelli delle altre liste, “i nemici”, gente di altri paese, polizia e carabinieri in borghese, pronti a cogliere la notitia criminis che poteva uscir dal microfono.
Salvo Messina parla come un fiume in piena.
Racconta e si racconta.
Si può essere pro o contro. Può essere simpatico o antipatico. Si può condannare buttando la chiave, o trovare mille attenuanti, qualora ve ne fossero, ma certamente quando parla di “Niente cemento”, “Niente speculazioni edilizie”, ” di un centro storico che almeno sia ripulito” di “attenzioni alle contrade”.
Quando queste proposte, quasi un guanto non di sfida ma non ferrato, ma di velluto, viene lanciato alla futura Amministrazione, da qualsiasi compagine formata, nulla si può dire.
E’ quello che ci si aspetta. Che ogni cittadino vorrebbe. Perchè Brolo merita questo. Un dialogo trasversale, su intese, su confronti, che voli nel futuro.
Le buone idee, le proposte operative e fattive, se tali sono, restano tali, a prescindere.
E sarebbe già un buon punto di partenza.
Ecco alcuni passaggi del comizio.
Punti salienti.
Parlando di Cateno del Luca che aveva comiziato poco prima al palatenda.
“Cateno de Luca non mi è piaciuto” ha detto Salvo “Brolo non ha bisogno che qualcuno venga a farci la lezione”, aggiungendo poi “da quale pulpito”.
Parlando di lui e delle sue vicende.
“Ho pagato in questi anni sulla mia pelle. Non accedere a questa stagione politica è stata una mia scelta. Con serenità resto in attesa del giudizio della Magistratura e come ho detto cinque anni fa non farò politica attiva, perchè io mantengo gli impegni, ma questo – dice Salvo Messina – non vuol dire non interessarsi di politica”.
Spiega il rapporto con Garito e con “Oltre”.
“Salvo Garito è mio amico, dalle elementari . E’ Serio, caparbio, preparato, professionale, un ingegnere stimato e attento. Definirlo “anonimo” è offensivo. Lui per sua educazione è abituato a dire le cose in una certa maniera, con garbo… non è abituato ad urlare e certamente in una campagna elettorale come quella condotta dai suoi avversari che sembra che chi urla più forte abbia ragione, sembrerebbe la nota stonata… ma non è così”. E definisce ancora questa “campagna elettorale come quella dove tutti si sono gridati addosso senza dire nulla.”
E aggiunge, forse la parte più politica del suo comizio, quella che definiamo la migliore, dettando le linee guida che un’amministrazione dovrebbe assolvere. “Io non nego l’amicizia – esclama rivolgendosi a Laccoto, certamente al centro del mirino dei suo affondi – e parlando di “Oltre”, aggiunge “Questa lista ci mette la faccia, nessuno è ricattabile, nè ha interessi da difendere, siamo liberi” Poi sempre in argomento: “Professore finiscila, smettila, sei assolutamente offensivo per tutti. Le persone se lo scelgono il sindaco. Smettila di dire che avevo proposto mia cognata nella tua lista. Posso smentirlo in tutte le sedi” E aggiugne: E’ una lista che dignità e coerenza. Ascolto le cose dette nelle case, fra la gente, i bisbiglii che diventano chiacchiericci, quelli dei tuoi sodali. Ponti tra me e Irene non ve ne sono, non c’è ne possono essere. Sono parole che tu dici per tenere stretti i tuoi consiglieri. Sono distanze siderali quelle che ci sono tra me, Irene e Gaetano”. Chiarisce che non bisogna denigrare e che “La lista non è stata completata da Irene Ricciardello, lei aveva i suoi problemi a farsi la sua, è una bugia palese.Una lista dove, e a Brolo sappiamo tutto e di tutti, nessuno ha alcun genere di interessi. Nè si vogliono lottizzare terreni né villle né altro“.
La parte degli impegni.
Gli impegni certi li detto io: “i terreni affianco all’Agip devo rimanere destinati ad attrezzatura pubblica, come quelli che ci sotto “la quercia” – quelli dell’aquaprk – stesso dire per il triangolo di via Carrubbera. E aggiunge. Il piano paesaggistico è una vergogna. L’impegno che le cubature non aumentino”.
Salvo Messina sorride sull’attuale “possesso” del progetto parco urano, su la “chiesa quando e se” aggiungendo “Sistemiamo quella che c’è che sta crollando” e poi “Puliamolo il centro storico prima di pensare ad altro”.
Politicamente Messina sottolinea che Mimmo Magistro ora doveva fare il candidato a sindaco, “lui si è preso i fischi in piazza“, parla dei bilanci e del dissesto “si poteva evitare come io ho evitato quello del 2007“. “Tutti a parlar di Bilanci che non importano a nessuno – dice Messina che ha continuato a punzecchiare Laccoto per tutto il comizio – Quel che anche quando non era sindaco è stato fatto di buono è solo merito suo. Tutti gli errori sono di Salvo Messina” e racconta al pubblico di mutui e decreti ingiuntivi erdeditati e dei debiti di “prima” che ammontano a 6milioni800mila euro e di una sua denuncia di 45 pagine sulla massa debitoria del comune.
Le scuse pubbliche.
“Nel passato comizio tirai dentro persone. Esternando accuse anche con post su facebook. Ora chiedo scusa, non lo rifarei” Messina cita una serie di nomi: La famiglia Campochiaro, Raffaele, Sonny Foschino, la dirigente scolastica, Ioppolo, “pilu russu”. Questo è tra i momenti più umani del suo discorso.
Parla ancora, dell’Alberghiero. “Nel 2007 il sindaco ero io”, dei rapporti incrinati con l’architetto Pippo Ricciardo, del suo appoggio politico a Laccoto negli anni:”Valevo per le preferenze nel 2002″. Parla di accordi a due tra lui e Laccoto, per andar a coprire il ruolo di assessore al turismo – ma non detti a nessuno – e della sua designazione a sindaco – mentre lui andava a proporre alla regione la legge per il terzo mandato -.
Si assumere l’onere di essere stato il primo a proporne la designazione di Mimmo Magistro al ruolo di candidato sindaco e di non aver messo, recentemente, nessun veto. “Per Magistro ho incondizionata stima per lui, e per suo fratello Peppino. Chiarirò nel tempo”.
Tornando a debiti. Messina rammenta che quelli attualmente accertati sono 3.755.000. della relazione di Ganci, dei contributi sportivi “la magistratura saprà far la luce” dei soldi spesi dall’attuale amministrazione.
Quindi definisce la dichiarazione del dissesto strumentale “volevano la condanna degli amministratori”.
Da meriti ma accusa anche di aver visto lo scippo di finanziamenti. Rammenta il lavoro di Enzo De Luca, ex assessore, sul tema della differenziata, definisce il cimitero un lager, parla dell’elipista.
Per lui è stato facile “Buttare il Bambino con tutta l’acqua sporca”.
Quindi chiude augurando che la gente possa “nel buon voto essere libera di scegliere”.
Questa sera ci sarà certamente spazio per repliche e puntualizzazioni.
