– di Saverio Albanese –
SANREMO (Imperia)– Il Festival per antonomasia è ormai ben più di una manifestazione canora. Accompagnando da vicino la storia italiana, dal dopoguerra ad oggi, è diventato uno specchio della nostra società, parte della nostra cultura, della quale ci offre un po’ il riflesso. Il Festival è poi sempre più un fenomeno di costume: annunci, slogan, proteste clamorose, grandi ospiti, vip, gossip, tutto contribuisce a creare l’atmosfera unica del Festival.
Anche in questa 75a edizione la kermesse canora è andata oltre la musica, trasformandosi in un palcoscenico di spettacolo e satira. A incendiare la serata delle cover è stato il mattatore Roberto Benigni, che con il suo monologo ha regalato momenti di grande ironia, mischiando politica, cultura pop e battute pungenti.
Il celebre attore, comico, regista e sceneggiatore toscano sul palco del teatro Ariston ha parlato con Carlo Conti dell’assenza della politica nello show, poi ha giocato con l’omonimia tra l’artista Giorgia e Giorgia Meloni. Ha intonato con il conduttore e direttore artistico il brano L’Inno del corpo sciolto, poi ha annunciato il suo ritorno nel piccolo schermo con lo spettacolo Il Sogno, in programma per mercoledì 19 marzo su Rai1.
«Hai chiamato tutti: dalla Clerici a Gerry Scotti da Mediaset. Tu sì che hai fatto il campo largo” ha scherzato Roberto Benigni che con Carlo Conti ha commentato la sua presenza al Festival. «Figurati se mi perdevo il tuo Festival. Non mi perdo niente. Sei dappertutto, Rai 1, Rai 2, Rai3, interviste, giornali. Il Festival è magnifico, tutti parlano solo del Festival. Hai bloccato l’Italia. Dovresti fare il ministro dei Trasporti», le parole. Il comico e attore ha commentato il caso della collana di Tony Effe: «L’ho incontrato, mi fa: Robbè ma c’hai una collana da prestarmi?». E ancora ha tirato in ballo Elon Musk: «Sai chi ci sta guardando? Elon. Elon Musk. Ci sta guardando con tutti i satelliti che c’ha. Lui è interessatissimo, parla sempre dell’Italia e figurati se non vede Sanremo. Gli interessa. Vuole vedere Sanremo. Tu non hai seguito, ma su X ha già votato per il vincitore. Giorgia», le parole prima di scherzare con l’omonimia tra l’artista in gara e Giorgia Meloni. «Vince Giorgia. C’è Giorgia? E c’era l’anno scorso, c’era l’anno dopo e Giorgia ci sarà per diversi anni. Te lo dico io che me ne intendo di musica».
E poi è toccato a Donald Trump, che secondo Benigni avrebbe una nuova ambizione territoriale: «Anche lui segue Sanremo tutte le sere, vuole tutta la Liguria dopo la Groenlandia e il Canada. Vuole la Liguria come 53esimo stato: ‘O la Liguria accetta pacificamente o metto un dazio del 200% sulle trofie al pesto’».
Roberto Benigni ha poi ironizzato sull’assenza di temi politici al Festival: «La politica non c’è, Sanremo si sa è una situazione tesa. Ho visto Marcella Bella, le ho detto Bella ciao, è successo un casino, non si può, per par condicio ho dovuto salutare anche i Neri per Caso».
Il premio Oscar ha poi ricordato la presenza del Presidente Mattarella due anni fa al teatro Ariston: «Due anni fa su quel palco c’era il presidente Mattarella: si commosse, di divertì e commuovere il presidente è un’emozione che ti entra dentro il corpo e l’anima, perché è una persona straordinaria. Presidente, siamo sempre vicini alle sue parole, ci riconosciamo, non abbiamo mai sentito uscire da lei una parola che non fosse di verità e di pace. Siamo orgogliosi di essere rappresentati da lei, per la sua dignità e umanità».
Poco prima di congedarsi, una stoccata sulla politica italiana: «Noi italiani siamo unici ma abbiamo anche qualche difetto in politica. Abbiamo la brutta abitudine di salire sul carro del vincitore. Ora ha vinto la destra e tanti di sinistra si sono buttati a destra: a noi di Fratelli d’Italia questa cosa non ci piace…».
Un monologo pungente, che ha saputo mescolare attualità e satira con il tipico stile di Roberto Benigni, lasciando il pubblico tra risate e riflessioni…!!!