Emendamenti al bilancio proposti dalla minoranza non approvati. La nota dell’opposizione consiliare
“I sottoscritti consiglieri con la presente nota vogliono portare a conoscenza dei cittadini l’esito dei voti contrari espressi sugli emendamenti al bilancio previsionale 2019/2021 proposti dalla minoranza nella seduta consiliare di ieri 29 luglio 2019 e, nel contempo, il rammarico per la posizione di totale chiusura alle nostre iniziative portate in consiglio.
Infatti la maggioranza consiliare ha bocciato tutti gli emendamenti da noi presentati, emendamenti finalizzati a finanziare: la prevenzione e le spese per i beni di consumo per il randagismo; le attrezzature per l’area balneare per soggetti disabili; gli interventi di miglioramento e sostituzione delle panchine di Piazza Duomo e Vincenzo Consolo; la manutenzione per il sistema idrico integrato specie per le contrade; l’impianto di illuminazione c/a Calarco; la bonifica dei pozzi delle contrade ove tuttora vige il divieto di potabilità dell’acqua.
Mentre gli stessi consiglieri di maggioranza, all’unanimità dei presenti, senza remore alcuno, hanno ritenuto di approvare il bilancio previsionale 2019/2021 con ricorso al piano di riequilibrio. Un bilancio non rispondente alle effettive esigenze dei cittadini ma piuttosto finalizzato a finanziare una convenzione con privati esterni per la gestione della attività nel settore artistico-culturale e ricreativo senza però preoccuparsi di un effettiva utilità della convenzione a discapito di interventi concreti a tutela della disabilità, per il ripristino del decoro urbano, per garantire la potabilità acqua, il funzionamento della rete idrica, assicurare la pubblica illuminazione alle contrade sprovviste e debellare il randagismo.
Peraltro, nonostante ci fossero disponibilità di risorse hanno preferito congelare di fatto le risorse disponibili, posticipandone il pagamento a data non certa, di debiti certi, formati su titolo esecutivi (anche sentenze passate in giudicato) vantati da dipendenti, cittadini, ditte esecutrici di lavori e professionisti che hanno prestato il proprio servizio per il comune.
Per cui tutto bloccato, eccetto esternalizzazione e convenzioni, mentre negli anni della precedente amministrazione Sottile i fondi del bilancio comunale venivano destinati a pagamenti di debiti fuori bilancio per circa due milioni di euro.
Il nuovo esecutivo Mancuso oltre a non avere pagato alcuna cifra per debiti certi, pur avendone la possibilità, ammontanti a meno di 4 milioni ed aumentati a 6 milioni per “debiti emersi “da un riaccertamento che mette nello stesso calderone tutti i debiti sentenze passate in giudicato, spese legali, altra tipologia di crediti non certi, liquidi ed esigibili, le famose bollette dell’Enel dal 2016 al 2018 non pagate dall’Ente perché, l’attuale amministrazione, tanto brava, non è stata in grado o in condizioni di poterle o volerle pagare, così come sempre è stato fatto precedentemente per gli arretrati, a cui se ne aggiungono altri 3,5 milioni di euro (fondo e mutui ) peggiorando di fatto la condizione economica dell’ente.
Nell’occasione ricordiamo che la richiesta di piano di riequilibrio con ricorso al fondo di rotazione equivale al pre-dissesto con le conseguenze che ne derivano: il comune per ripianare i debiti ne assume un altro da ripagare in 20 anni, tasse bloccate al massimo per tutto il piano ventennale,
riduzione pianta organica del comune con mancata stabilizzazione dei contrattisti e lavoratori ASU se non nel numero massimo dei posti disponibile dei 79 rideterminati, rischio dissesto con maggiore debiti rispetto gli attuali, blocco delle procedure dei creditori nei confronti del comune e pagamento dei debiti a data da destinarsi senza considerare quelli che potrebbero derivare dall’ATO ME 1 rifiuti in liquidazione ed introduzione di nuove imposte come quella della tassa di soggiorno e
parcheggi a pagamento.
Nonostante tutto ciò, con il nuovo strumento finanziario 2019/2021, si è dato corso anche alle spese voluttuarie vedi il finanziamento per 80 mila euro per stipulare la convenzione con un’ associazione di “volontariato” pro-loco non necessaria a discapito di risorse da destinare alla prevenzione e lotta al randagismo , ai servizi per la disabilità , al decoro urbano e rete idrica con il rischio concreto che la Corte dei Conti giudichi tale spese pregiudizievoli per il risanamento del comune in regime di
predissesto nel quale non dovrebbero essere consentite spese se non necessarie ed indispensabili, bocci il piano e venga dichiarato il dissesto.
Con particolare riguardo alla proposta di delibera avente ad oggetto “Approvazione convenzione con l’associazione Pro-Loco Agatirno, triennio 2019/2021” per l’importo complessivo di € 80.000,00, si vuole precisare che i consiglieri presenti nel corso del consiglio, con diversi interventi, hanno esplicitato le ragioni della posizione contraria alla convenzione in parola (in parte riportate in un documento).
In particolare i consiglieri hanno evidenziato sia l’inopportunità, stante la mancanza di prova di un’effettiva utilità della convenzione rispetto ad obiettivi meno importanti, soprattutto in considerazione della situazione economica finanziaria dell’Ente.
Del resto, è sufficiente dare uno sguardo ai servizi che l’associazione dovrebbe rendere al comune (promozione degli eventi, animazione locale, visite, escursioni, gestione dei monumenti, iniziative, convegni, seminari, collaborazione e supporto organizzativo, collaborazione con le altre associazioni, partecipazione al miglioramento della qualità della vita del Comune) per rendersi conto che stiamo parlando “del nulla”: nessuna iniziativa concreta ed innovativa, ma solo attività che rientrano nella ordinarietà amministrativa, che potrebbe benissimo essere svolte dallo stesso Comune con una migliore programmazione ed organizzazione del personale interno.
Entrando nel merito della legittimità della proposta, nel corso del consiglio, è stato rilevato che dalla proposta di delibera, dalla relazione e dalla convenzione non si evinceva in alcun modo che fossero stati rispettati “i principi di concorrenza, trasparenza e parità di trattamento”, necessari a ritenere legittima la convenzione.
La sollevata illegittimità della proposta risulta, peraltro, suffragata dalla necessità dei proponenti della proposta di dover presentare solo nel corso del Consiglio “una nota a chiarimento”, che, di fatto, costituisce una anomala integrazione della proposta di delibera.
Detta nota, peraltro, richiama documentazione che i consiglieri non hanno avuto modo di esaminare.
Pertanto, nel corso del consiglio, i consiglieri di minoranza presenti hanno annunciato la necessità di dover fare richiesta di accesso agli atti, all’esito dei quali ci riserviamo ogni azione, nell’esclusivo interesse del paese e dei cittadini”.
I consiglieri di minoranza