L’Ufficio Regionale per le Migrazioni, organismo pastorale della Conferenza Episcopale
Siciliana che si occupa della cura delle persone coinvolte dalla mobilità umana, è preoccupato
che l’arrivo di qualche migliaio di migranti, provenienti dalla sponda Sud del Mediterraneo,
possa alimentare posizioni di intolleranza.
Il tipo di attenzione mediatica che hanno suscitato gli sbarchi dei giorni scorsi rischia,
infatti, di farci dimenticare la circostanza che un Paese di 60 milioni di persone non può
entrare in crisi per l’arrivo di meno di 5 mila disperati in fuga dalla fame, dalla guerra, dalle
ingiustizie.
Le dichiarazioni di tanti uomini politici non devono trarre in inganno: non è possibile, con la logica dell’emergenza, governare un fenomeno complesso come quello dell’emigrazione dal Sud del mondo. Il momento di profonda incertezza vissuto dai Paesi della costa meridionale del Mediterraneo, rende inevitabile un ripensamento della politica italiana in materia di immigrazione e di protezione internazionale.
Paradossalmente questa crisi è un’occasione che può rilanciare, anche nel nostro Paese, un
confronto su un fenomeno epocale che richiede politiche improntate all’accoglienza e
all’integrazione piuttosto che al rifiuto.
Anche la Commissione Episcopale per le Migrazioni e la Fondazione Migrantes, organismi
della Chiesa Italiana, con un comunicato stampa del 17 febbraio u.s., hanno espresso la
propria posizione, proponendo azioni concrete: “alla riapertura del Centro di Lampedusa e di altri Centri di accoglienza in Italia, alla dichiarazione dello stato di emergenza umanitaria del Consiglio dei Ministri, debbono seguire almeno tre percorsi politici e sociali”.
Queste le indicazioni:
– creare un percorso strutturale di integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati nel
nostro Paese, rafforzando l’esperienza dello SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati);
– valutare la possibilità di un decreto flussi straordinario, che permetta di offrire un
regolare inserimento lavorativo di quanti provengono da questi Paesi;
– rafforzare la cooperazione internazionale nei Paesi del Nord Africa, con risorse e piani
di sviluppo che mirino a creare macro e micro-progetti, sostenendo il protagonismo delle
persone e delle famiglie nordafricane.
Le Chiese di Sicilia in questo momento si sentono particolarmente interpellate e l’Ufficio
Regionale per le Migrazioni, attraverso i Direttori diocesani Migrantes, invita la comunità
cristiana dell’Isola ad un supplemento di ospitalità, promuovendo e sostenendo
atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza che sappiano aiutare la classe politica a non
rispondere con la chiusura a chi arriva tra di noi per chiedere giustizia, pace e protezione.
Conferenza Episcopale Siciliana Ufficio Regionale per le Migrazioni
Ai mezzi di comunicazione, inoltre, chiediamo una maggiore attenzione nei confronti dei
migranti, richiamandoli al rispetto della “Carta di Roma”, documento sottoscritto dall’Ordine dei Giornalisti e redatto nel tentativo di evitare la diffusione di informazioni imprecise o sommarie riguardo a richiedenti asilo, rifugiati o vittime della tratta.
Ufficio Regionale per le Migrazioni:
Santino TORNESI