SCATTI – Il segno fotografico dei Pidonti
Cronaca Regionale

SCATTI – Il segno fotografico dei Pidonti

 

 

MEL_1529giuseppe_pidonti_bisTestimonianze di lavoro, di paesi che crescono, di riti, abitudini, scherzi, di giovani che si affacciano alla vita, ma anche di morte, di guerra, di fame e miseria che i Pidonti hanno “fermato” e che ora, orgogliosamente, ricordano in un anniversario che dice tanto a tanti… a tutti.

Un patrimonio fotografico che da tempo mettono in mostra, aprendo il loro archivio storico, trasformandolo in una testimonianza “di tutti”, dove tutti si ritrovano, si guardano, ricordano, ritrovanno amici e anni perduti, feste e ricorrenze, amori e sogni.

02-AbbeveratoioimagesErano gli anni trenta del secolo appena concluso quando Peppino Pidonti cominciava a cogliere, con una delle prime macchine fotografiche a cassetta e col treppiedi, avvenimenti, volti, circostanze, ora liete ora tristi, di una popolazione che albergava tra lo scoglio di Brolo, Capo Calavà e la piana calatina, che usciva frastornata dalla prima guerra mondiale non sapendo ancora cosa, catastroficamente, l’aspettava appena dietro l’angolo.

03-IngressoPersonalità composita, “comunicatore” nella gestualità, fotografo, ma anche pittore e decoratore, amante del bello e del rapporto umano, con il suo spirito artistico, frutto di un’innata propensione verso l’arte don Peppino non dava nulla di scontato.

12-FranciscuUomo dai mille ed uno interessi trasformava le apparenti, ma forse vere contraddizioni di un territorio che avanzava verso la voglia di nuovo, ma che sapeva restare fermo nelle sue tradizioni, in intuizioni creative.

13-PanoramapidontiUomo d’arte, bilanciando il suo tempo libero con la voglia di Famiglia, sapeva spaziare dalla decorazione artistico-pittorica di volte e formelle alla riproposizione per immagini del vissuto quotidiano, fatto di espressioni, di volti tirati, di mani rugose, di coppole da cerimonia, in quadretti familiari, con la coperta sullo sfondo, in una istantanea che sapeva di fatica, di concentrazione, di rassegnazione, qualche volta di gioia…………

29068084brolo_guerraI suoi burberi rimproveri, ma paciosi, che si scioglievano in un sorriso, rivolti ai bambini che non ne volevano di star fermi davanti all’obiettivo, scandivano, come i clik delle “zaiss” o i bagliori del magnesio, il tempo che passava, e che si fermava sulle prime pellicole, ed ancora prima sui “vetrini”, del ridente agro nebroideo, in un vissuto fatto di una umanità variegata che, attraverso le immagini di Pidonti, oggi ritrova le proprie radici, l’humus dal quale ha tratto la linfa vitale per la propria evoluzione.

big_DSC_3558_copiaUn fotografo, sintetico, grafico, artista che ha lasciato il “segno” in un fiume di parole, non scritte, tradotte in immagini in bianco e nero e che insieme all’eredità del ricordo ha tramandato questa passione prima al figlio, Tindaro, e nel filo del dna ai figli di quest’ultimo, i nipoti, Giuseppe, che porta il suo nome, Vittoria e Flavia, tutti abilissimi dietro la macchina fotografica pronti a cogliere quelle immagini, che poi, tradotte sui fogli diventano pensiero, emozioni, idee ed infine ricordi.

FOTO-09Giovani, i Pidonti, che sotto lo sguardo attento di Tindaro, hanno fatto traghettare lo studio, rimasto da sempre all’angolo di via Libertà, nel terzo millennio, in un connubio creativo ed innovativo con le nuove tecnologie ma dobe non si è perso mai il senso dell’album, della “foto da girare”, dell’odore delle pella della copertina rigida, della carta velina tesa a protezione tra foto e foto..

I Pidonti hanno firmato il segno di un’epoca, diventando, a ragione, e senza smentita, gli Alinari dei Nebrodi.

FOTO-10Un lavoro continuo che ha permesso loro di fissare centinaia e centinaia di cerimonie, di volti nelle foto tessere, di avvenimenti sportivi e mondani e soprattutto di incontri matrimoniali, dove costruiscono autentiche opere d’arte irripetibili ed uniche.

L’arte della fotografia ha dati ai Pidonti l’appellativo caratterizzante de “i fotografi” che sottolinea come il lavoro diventi arte.

sbarco_a_brolo_thumb_medium360_290Un’Arte che da tempo mettono a disposizione di tutti.

Il loro prezioso archivio storico è un bene collettivo, dove ognuno trova parte della sua vita, dei suoi affetti.

Un patrimonio, che anni fa divenne anche opera editorale, due volumi, dati alla stampe dall’amministrazione locale per “cercare il segno” .

Ora , il tempo è passato, 75 anni e quegli scatti sono lì, la loro arte è lì, e ancora permette, nel cogliere l’attimo, la giusta luce, fermando il tempo,  di “vedere”, ed anche prevedere, sognare per “segnare e percorrere, come un ‘affascinante strada ancora lunga da finire” il nostro tempo che è “già passato”.

giuseppe_e_tindaro_pidonti_thumb_medium317_22675 anni di lavoro, di camere oscura, ora di fotoritocchi, dedicate ai giovani curiosi ed ai ragazzi di un tempo, quelli dalla faccia vispa che affiorano dalle fotografie datate.

75 anni di lavoro e di celebrazioni, dove ognuno farà la sua parte, dedicate, idealmente a don Peppino, galantuomo di fatto ed artista vero….. lui il segno l’ha lasciato davvero, per sempre.

Massimo Scaffidi

 

9 Aprile 2013

Autore:

admin


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