La Sicilia è in zona rossa, ma non tutti gli studenti rientrano a scuole.
La mappatura delle scuole chiuse e di quelle aperte
Il governo nazionale era stato chiaro sulla riapertura delle scuole anche nelle aree ad alto rischio di contagio e così, anche in Sicilia, ieri, a scuola sarebbero rientrati gli studenti dalla prima elementare alla prima media, mentre per gli altri si aprivano le lezioni con la didattica a distanza.
Ma di fatto non è stato così. E per via di ordinanze, escamotages tecnici, o quant’altro, solo pochi studenti siciliani hanno fatto rientro a scuola.
Per esempio, nella provincia di Messina continueranno a svolgere le lezioni in modalità telematica, al momento, gli studenti di Naso (da domani), Torrenova (qui dovrebbe riprendere la scuola mercoledì), Capo d’Orlando, Capri Leone, Sant’Agata Militello, Tortorici, San Salvatore di Fitalia, Castell’Umberto, Mirto, Frazzanò, Longi, Sinagra, Raccuja, Ucria, Alcara Li Fusi, Militello Rosmarino e San Fratello.
In molti altri centri le lezioni continueranno regolarmente come da decreto
Il comunicato di alcuni Sindaci delll’hinterland nebroideo in merito alla sussistenza di garanzie che consentano la riapertura delle scuole in sicurezza, queste dovrebbero rimanere chiuse, per ogni ordine e grado, per 2 settimane, sino al 31 gennaio, ma saranno le singole ordinanze comunali a definire i termini della chiusura
“Ormai dal mese di giugno, i sindaci della provincia di Messina hanno continuamente messo a nudo tutte le falle del nostro sistema sanitario in merito alla gestione dell’emergenza covid; ma niente e’ stato fatto per porre rimedio ad una situazione che , difatti, ad oggi è sfociata nella zona rossa.
Nulla è stato fatto per i posti letto e le terapie intensive che, ad oggi, risultano essere quasi sature; nulla è stato fatto per l’attivazione delle Usca scolastiche con impossibilità di avere per i nostri figli e per tutta la popolazione scolastica una corsia preferenziale con la conseguenza che, in caso di sospetta positività, rimarrebbero isolati insieme alle famiglie a tempo “indeterminato”.
Nulla è stato fatto per velocizzare l’esecuzione dei tamponi, anzi la situazione è decisamente peggiorata tanto che la mancata tempestiva risposta del sistema sanitario è uno degli indicatori peggiori che hanno determinato la zona rossa.
Nulla è stato fatto per il tracciamento dei positivi, anzi la scelta di delegare lo stesso ai medici di famiglia, già oberati di lavoro, non ha fatto che rallentare la macchina amministrativa, rendendo peraltro più difficili i controlli.
Per questi motivi con il sistema sanitario ormai in tilt riteniamo che riaprire le scuole in queste condizioni possa solamente aumentare la curva dei contagi mettendo a rischio la salute dei nostri figli e la tenuta del nostro sistema sanitario per il quale sono segnalate allerte di resilienza nel report di monitoraggio della cabina di regia.
Stranisce, per di più, il ragionamento logico che ha portato alla chiusura di tutte le scuole quando ancora eravamo in zona arancione, per poi riaprirle in zona rossa senza un miglioramento dei dati, anzi in presenza di un peggioramento degli stessi, salvo poi preannunciarne la chiusura se non dovessero esserci miglioramenti.
Per quanto sopra esposto, pur consapevoli dell’insostituibilità della didattica in presenza e del grande scrupolo del personale scolastico e dei bambini nell’osservare le regole anti contagio, abbiamo deciso la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e secondarie fino al 31 gennaio 2021 sperando di registrare in questo periodo un serio e deciso cambiamento di rotta.”