SINAGRA ANTICA – I resti di una tomba. L’appello di Domenico Orifici per tutelare i luoghi e conservare i reperti
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SINAGRA ANTICA – I resti di una tomba. L’appello di Domenico Orifici per tutelare i luoghi e conservare i reperti

Nella contrada di Mezz’Agosto del comune di Sinagra, in un luogo solitario e abbandonato esistono i resti di una chiesa paleocristiana. Dentro di essa, sommersa dalle erbacce e dai rovi, vi è una tomba, identificata “Bizantina.” nella forma e nei segni degli evangelisti che porta. Ma la zona per il giornalista Domenico Orifici, potrebbe riservare altre sorprese. Quindi l’appello alla Soprintendenza “Quei tesori andrebbero messi in sicurezza e in un modo o in un altro valorizzati per la storia di cui sono testimoni”.


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Un’analisti dei luoghi, ricerche  sul territorio e poi, repertando il tutto, un’azione di salvaguardia, conservazione e conoscenza per promuovere antiche vestigia che possono diventare volani per “futuri turismi”.

E’ questa, in sintesi, quanto chiede Domenico Orifici, che pubblica alcune foto della tomba “bizantina” e di altri resti storici.

“Nella contrada di Mezz’agosto del comune di Sinagra – scrive il giornalista – in un luogo solitario e abbandonato esistono i resti di una chiesa paleocristiana.

Dentro di essa, sommersa dalle erbacce e dai rovi, vi è una tomba, identificata “Bizantina.” nella forma e nei segni degli evangelisti che porta”.

E aggiunge: “Nel 1091- scrive il Pirri,- apparteneva a “Pilaino” e fu donata con la chiesa di San Leone al convento basiliano di Raccuia di cui le stesse chiese erano suffraganee. Sono tesori della nostra storia, della storia del territorio, e come tali andrebbero messi in sicurezza e in un modo o in un altro valorizzati per la storia di cui sono testimoni”.

Di questi resti già negli anni ottanta, Giovannino Ridolfo, fotografo e amanti dei beni culturali di Ficarra, aveva ampiamente documentato l’esistenza di quei beni storici che a Sinagra conoscono tutti.

Ma tutto era rimasto lettera morta.

Ora dopo il post su facebook quei resti tornando d’attualità e diventa pressante la necessità avvertita da tutti di mettere in sicurezza qual che resta, in attesa di una sua collocazione definitiva, anche – eventualmente – all’interno di una delle Chiese presenti a Sinagra o nel palazzo baronale.

Domenico Orifici puntualizza anche che la “Sovrintendenza conosce la situazione, ma non è riuscita a dare una soluzione” e concorda che Palazzo Salleo potrebbe essere un luogo ideale per ospitarla .

Lì dice “potrebbe essere visitata e studiata nei particolari dagli esperti, anche se in una Chiesa, considerando che sempre di tomba trattasi,  per il suo valore umano , sarebbe un luogo più idoneo”.

Un contributo alla discussione apertasi sulla rete lo dà anche Nino Sicilia, tecnico ed ex amministratore:

“Esiste un vincolo nel PRG redatto nel lontano 1996. La tomba ricade su terreno privato e solo la Soprintendenza può intervenire su tale bene storico artistico. Siamo in attesa da oltre 20 anni – aggiungendo escludendo altre responsabilità – Non è problema di permessi, è compito delle Soprintendenze recepire i fondi, redigere progetto, stabilire il luogo dove allocare la tomba o ripristinare il sito nel suo complesso e lasciare la tomba la”.

E dalle storie di Domenico viene fuori anche la leggenda che si sovrappone a quella secondo la quale in quella tomba vi era sepolta una nobile del tempo legata a Federico II – si dice di Bianca Lancia signora di Brolo e madre di Manfredi.

La seconda storia invece racconta che “qualche secolo fa nella contrada abitava un prete, padre Giuseppe Spanò, ci fu un periodo di forte siccità. I locali si rivolsero a lui, perchè facesse qualcosa per non perdere le messi aride. Il prete fece prelevare alcune ossa dalla tomba e le avvolse con un panno bagnato. Subito incominciò a povere e non smise per una settimana. Per fare smettere hanno di nuovo riportato le ossa al prete che dopo che le ebbe asciugate cessò di piovere. La cosa si ripeteva ogni volta che si desiderasse acqua o sole”.

Resta comunque l’urgenza di salvaguarda quelle memorie storiche.

19 Aprile 2018

Autore:

redazione


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