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La nota intergale..
Comunicato, Carta intestata, logo, sito e pagina facebook del Comune utilizzati per attaccare un nostro concittadino: Domenico Orifici.
Questa volta è toccato al corrispondente della Gazzetta del Sud.
Insinuazioni, sospetti, e un affondo anche per i familiari.
Il sindaco di Sinagra, forse per frenare un immagine in caduta libera, spera forse di recuperare consensi sulla pelle dei cittadini.
La colpa del giornalista?
Aver raccontato fatti ed espresso opinioni non gradite sui capannoni artigianali.
Così, il sindaco, mentre da un lato delibera di agevolare le ditte nei pagamenti, dall’altra spinge per vendere i Capannoni, magari a quelle stesse ditte che fanno tanti sacrifici per pagare gli affitti.
Come pensa che possano trovare i soldi per acquistarli?
E soprattutto a cosa serviranno?
Di recente anche il tentativo di “cambiare” le carte in tavola proponendo al consiglio comunale di “azzerare”, di fatto, i trentacinque anni di tempo, stabiliti dal regolamento, per la durata della concessione (certezze che avevano spinto le ditte ad investire), sostituendoli, con una clausola che lascerebbe le imprese in “balia” del Comune, perché, se la modifica dovesse passare, lo stesso può recedere dal contratto in qualsiasi momento non rispettando così la durata minima di sei anni prevista dalla legge per le locazioni commerciali.
Ci sono secondi fini nei cambiamenti proposti?
Stranizzano ancora i sospetti del sindaco sui presunti interessi del giornalista e magari dei familiari che avrebbero ricevuto in passato numerosi incarichi.
A proposito di incarichi viene in mente quello per un parere legale dato ad un noto avvocato di Messina e pagato 2.537, 60 euro (che nonostante richiesto più volte, non mi è stato mai dato di visionare o avere, malgrado ne avessi il diritto) per tentare magari di “legittimare” le ristrettezze al regolamento.
Quello che più “colpisce”, non è solo che si spendano soldi pubblici per un parere legale richiesto dal sindaco che è di suo già avvocato; […].
La correttezza, la deontologia e la discrezione di Domenico Orifici lo rendono degno della massima solidarietà.
Piuttosto preoccupano i continui attacchi all’ informazione, colpevole di raccontare e commentare i fatti.
Argomento questo cui saranno dedicati i dovuti approfondimenti con gli addetti ai lavori.
In quanto agli incarichi professionali conferiti da quest’amministrazione ci sarà modo di riparlarne.
Daniela Spanò – Vice presidente del Consiglio Comunale
Ovviamente il caso Orifici ha catalizzato, in queste ore, l’attenzione di molti, e non solo a Sinagra con giudizi contrastanti. C’è chi si schiera apertamente dalla parte del sindaco Maccora, c’è chi si schiera dalla parte del cronista che sulla rete replica così
Per chi NON SA O VUOLE insabbiare verità e fatti.
Il lavoro del giornalista si ispira ai principi della libertà d’informazione e di opinione, sanciti dalla Costituzione italiana, ed è regolato dall’articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963:
«E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori»
Ripeto E’ DIRITTO INSOPPRIMIBILE DEI GIORNALISTI LA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE E DI CRITICA
E tra i tanti post, alcuni anche conditi con fiele e rabbia ci piace pubblicare quello di Nunzia Spiccia:
Che brutta cosa!
A prescindere dal merito nel quale non entro per ovvi motivi, ritengo di cattivo gusto, da parte di un’amministrazione pubblica, l’uso di riferimenti e illazioni personalistiche per screditare la buona fede dell’avversario.
E’ certo che, ad un occhio esterno, questo modus operandi non può che far sorgere dubbi sulle reali capacità argomentative.
Ho troppa stima di tutti gli attori in questione per credere che deliberatamente si sia voluta mettere in atto una “macchina del fango” così odiosa.
Penso piuttosto a un momento di cattiva comunicazione che sono sicura si risolverà al più presto.