Poco più di un minuto per ogni giorno di sequesto del Cavalvacia, che da 800 giorni vede i lavori “stoppati” da parte della Magistratura.
Enzo Sindoni, non si smentisce ed alza il tiro.
La notizia già sui media in pochi minuti.
Dai riflettori della conferenza stampa per la notte bianca orlandina a quelli che, pur essendo mattina, ha fatto accendere di fronte al Tribunale di Patti, per richiamare l’attenzione dei più, sul caso del viadotto sequestatato dalla Magistratura da più di due anni.
Così, al suo modo, Enzo Sindoni protesta.
Di fatto lo aveva annunciato nei giorni scorsi.
Nei fatti oggi è avvenuto.
Puntuale, ogni promesssa, per lui, è un debito da onorare, e stamane il sindaco di Capo d’Orlando ha messo in moto la macchina mediatica con una clamorosa quanto pacifica protesta proprio sul frontale dell’ingresso del Tribunale pattese.
Motivo la richiesta del dissequestro del cantiere che, da più di 8oo giorni è fermo sotto sequesto.
Un blocco che impedisce, dopo il crollo del cavalcavia, avvenuto il 24 giugno 2008 il proseguimento dei lavori determinanti per fluidificare il traffico cittadino.
Enzo Sindoni, con un cartello che recitava “Vi chiedo di permettere a Capo d’Orlando di completare il sovrappasso ferroviario tra via Finocchiaro Aprile e piazza Tullio Trifilò e porre fine ad una ingiusta ed incredibile vicenda che penalizza un’intera comunità” ha chiesto attenzioni per velocizzare tutti gli iter ritenendo più che sufficiente il tempo avuto, da parte di tecnici e magistrati per fare perizie e trarre conclusioni.
“Da ottocento giorni aspettiamo una risposta – aveva detto il sindaco orlandino qualche giorno fa in un comunicato–, è uno scandalo che non può più continuare.
Da più di due anni si attende il dissequestro dell’area per riaprire il cantiere e consegnare alla cittadinanza un’opera di grandissima utilità.
Un incidente senza particolari conseguenze come molti ne accadono, per questo però, inspiegabilmente, la magistratura non ha ancora preso una decisione.
Un affronto che Capo d’Orlando non merita e che personalmente non posso più consentire.
Per questo motivo, in assenza di risposte chiare, assumerò, nei prossimi giorni, una iniziativa pubblica”.