Antoci: “Palazzolo non è solo. Con lui la Sicilia onesta” Palazzolo aveva raccontato quel che succedeva allo Zen di Palermo. Dall’Ordine del Giornalista ai cronisti di Repubblica, piena solidarietà al giornalista.
In un pezzo a firma di Salvo Palazzolo veniva raccontato cosa stava accadendo nel quartiere Zen di Palermo dove alcune famiglie mafiose distribuivano generi alimentari. Con la sua spiccata professionalità, Palazzolo ne evidenziava la particolarità mettendo, di fatto, anche in rilievo quello che per giorni veniva posto come rischio da parte di tanti osservatori.
Da lì tutta una serie di insulti social anche da esponenti di famiglie mafiose.
“Ancora minacce ai giornalisti è un fatto gravissimo e stavolta tocca a Salvo Palazzolo. Il suo impegno deve essere sostenuto senza indugi. Tutti coloro che pensano di intimidire o minacciare i giornalisti, solo perché essi raccontano le mafie o fanno inchieste su di esse, devono sapere che lo Stato in tutte le sue forme, non ultimo l’impegno dei suoi cittadini, sarà sempre e con determinazione a loro fianco. A Salvo Palazzolo auguro di continuare il suo lavoro d’inchiesta con la forza e il coraggio che lo ha sempre contraddistinto e che è da vero esempio per tutti. Lo Stato saprà rispondere con forza a questo ennesimo tentativo di fermarlo” ” – lo dice Giuseppe Antoci Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto ed ex Presidente del Parco dei Nebrodi sfuggito ad un agguato mafioso nel maggio 2016.
Il fatto.
Da Palermo minacce all’inviato Salvo Palazzolo. Insulti dopo il post del fratello del boss: “Giornalisti peggio del coronavirus”
Offese al cronista di Repubblica su Fb dopo il suo servizio sulla distribuzione di generi alimentari allo Zen. Il sindaco Orlando: “Palazzolo non si lascerà intimidire”
“Signori lo stato non vuole che facciamo beneficenza xche siamo mafiosi e apposto di ringraziare mi fanno sti articoli”, ha scritto Giuseppe Cusimano sul suo profilo Facebook. “Ok x aiutare la gente e sfamare la gente sn orgoglioso di essere mafioso.. da questo momento nn dono più niente.. Signori lo Zen nn lo vogliono cambiare le istituzioni ora l’avete capito”. Oggi, Repubblica ha raccontato di quanto avvenuto sabato, in via Luigi Einaudi: una distribuzione di generi alimentari, promossa da Cusimano, che non è solo il fratello di Nicolò, due anni fa venne pedinato dai carabinieri del nucleo investigativo mentre si incontrava con il boss Calogero Lo Piccolo e altri mafiosi.
Tanta la solidarietà già espressa al giornalista, dalla Direzione di Repubblica a quella del Cdr, dell’Ordine:
“In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo – scrive l’Ordine dei giornalisti di Sicilia – in cui la stampa è in prima linea per assicurare la migliore informazione possibile sull’emergenza Covid-19, c’è chi considera i giornalisti peggio del coronavirus. Lo hanno scritto, insieme a una lunga sequela di pesanti insulti e minacce via Facebook al giornalista de La Repubblica Salvo Palazzolo, cui va la solidarietà dell’Ordine”.
“Con il collega Palazzolo – scrive in una nota l’Associazione siciliana della stampa – ci chiediamo se questa è solo generosità oppure una forma di controllo del territorio e di acquisizione del consenso sociale da parte di frange malavitose. Chi crede con le offese di poter impaurire o fermare l’informazione fa male i suoi conti perché la comunità dei giornalisti palermitani continuerà a raccontare quel che accade in città e a porre domande. Non si può permettere che la mafia si insinui nella società approfittando del momento di debolezza causato dal diffondersi dell’epidemia di Covid-19. Il sindacato dei giornalisti, nell’esprimere la solidarietà al collega, chiede alle autorità competenti che sia fatta piena luce su questa vicenda e s’impegna a vigilare”.
Anche il gruppo siciliano dell’Unione cronisti esprime solidarietà a Palazzolo: “Vicinanza e solidarietà – dice il presidente dell’Unci Sicilia Leone Zingales – Il collega ha esercitato correttamente il diritto di cronaca informando l’opinione pubblica su un episodio che oggi è al vaglio degli inquirenti. Nessun bavaglio per la stampa. Unci Sicilia sempre vicina ai colleghi minacciati. Oggi più che mai”. L’Unci Sicilia ricorda ancora una volta che “le intimidazioni e le minacce attraverso il web rappresentano la nuova emergenza dell’informazione cui occorre fare fronte velocizzando le procedure di identificazione degli autori e, se è il caso, predisponendo ulteriori modifiche normative”.