“La Procura di Catania si sveglia soltanto adesso per iscrivere Mario Ciancio Sanfilippo nel registro degli indagati, con un ritardo mostruoso. Le persone che costituiscono la procura sono le stesse di vent’anni fa, quindi mi chiedo come mai abbiano pensato solo ora all’opportunità di indagare un personaggio che da sempre fornisce spunti. I fatti raccontati da Valter Rizzo sul Fatto Quotidiano sono veri ed è inquietante che la magistratura non sia intervenuta prima. Cosa si aspettava? Quale ingranaggio ha ritardato di tanto l’azione della magistratura? Lo spieghino. La procura di Catania deve essere liberata da personaggi come D’Agata e Gennaro, che la occupano da oltre un decennio, e bisogna che sia retta da un magistrato estraneo ai poteri consolidati in città”.
A interrogarsi sui magistrati catanesi è Sonia Alfano, Presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, commentando l’iscrizione nel registro degli indagati per conscorso esterno in associazione mafiosa per il potente editore siciliano Mario Ciancio Sanfilippo, annunciata oggi dal Fatto Quotidiano con un pezzo a firma di Valter Rizzo.
“Non posso avere dubbi in merito all’episodio del collaboratore redarguito e minacciato alla presenza di Ercolano – prosegue – perchè, seppur non in presenza di un boss, anche mio padre, corrispondente de La Sicilia, fu spesso censurato malamente. Adesso pretendo da parte della procura di Catania una forte attenzione nei confronti del giornalista Beppe Alfano – sottolinea Sonia Alfano – che viveva quella sistematica censura, da parte di Ciancio, come un presagio. Lo aveva detto lui stesso – conclude – che quelle erano le premesse per il suo assassinio”.