Il Gruppo 29 Febbraio esprime perplessità di natura giuridica sull’ordinanza “spiagge sicure” dell’amministrazione comunale orlandina
“Siamo fortemente perplessi verso l’ordinanza sindacale n.91 del 30/07/2018, con la quale si è data attuazione nel nostro comune alla circolare ministeriale ‘Spiagge Sicure 2018’.
Oltre a non condividere la linea politica dei nostri amministratori di fronte ad un’iniziativa provocatoria, in considerazione della linea politica della circolare, abbiamo notato delle grave criticità nell’ordinanza che si presta ad interpretazioni poco felici, alle quali potremmo aggiungere un carattere ‘nevrotico’ e ‘volubile’.
All’Art.3 si legge :
“Per contrastare le attività di vendite in aree e da soggetti non autorizzati, negli spazi ed aree pubbliche dell’arenile, sono vietati il trasporto e la detenzione senza giustificato motivo di mercanzia contraffatta e non, in molteplici pezzi, anche di modico valore ( ad esempio rose, cappelli, monili, occhiali, bigiotteria, giocattoli, ecc.), verosimilmente destinata alla vendita irregolare, realizzati mediante trasporto a piedi, con carrelli o velocipedi con sacchi, pannelli in legno o altro materiale, altri contenitori di grandi dimensioni o esponendola sulla propria persona. I predetti comportamenti sono vietati in quanto devono essere considerati come atti direttamente ed immediatamente finalizzati alla vendita su area pubblica in forma itinerante ed in quanto tali facenti parte sostanziale dell’atto di vendita rientrante nella fattispecie prevista e sanzionata dalla vigente legislazione statale, regionale e locale […] “
Ci chiediamo perciò che senso abbia affermare, come ha fatto il nostro primo cittadino, che vi siano ambulanti regolarmente autorizzati a vendere quando invece la suddetta direttiva vieta non soltanto la vendita a chiunque sia ambulante, abusivo o no, ma anche il trasporto e la detenzione di qualunque tipo di merce sull’arenile, tramite una presunzione che, dovesse essere applicata letteralmente, porterebbe a dover sanzionare anche dei semplici passanti con un mazzo di rose.
Di conseguenza, certe immagini diffuse dalla pagina Facebook del primo cittadino, raffiguranti l’accoglienza di venditori ‘regolarmente’ autorizzati, oltre a rafforzare la sgradevole correlazione straniero-ambulante, raccontano una storia difforme dalla sua circolare .
Ci auguriamo che torni sui suoi passi, seguendo l’esempio di altri primi cittadini che si sono opposti a questo provvedimento, e, magari, spiegasse come si possa tutelare il “made in Italy” con il divieto di vendita ambulante, quando vari negozi del nostro paese espongono prodotti provenienti dalle più svariate parti del mondo”.