STORIE E RITORNI – Gioacchino Lanza Tomasi a Ficarra
Cultura

STORIE E RITORNI – Gioacchino Lanza Tomasi a Ficarra

 

 

A Ficarra c’era già stato intorno al 1965 e di ritornarvi ci pensava da un po’.

Tanti gli inviti, in questi anni, ma era sempre mancato il tempo in gran parte speso tra la presidenza dell’Istituto italiano di cultura di New York, la Sovrintendenza del teatro San Carlo di Napoli, la direzione artistica dell’Orchestra sinfonica della Rai ed un’altra miriade di prestigiosi incarichi. Era mancato soprattutto il giusto pretesto.

Finalmente, è arrivato anche quello: la pressante curiosità di esaminare  alcuni importanti e inediti documenti riconducibili ai Piccolo di Calanovella e a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, di recente “ritrovati” nel centro collinare da chi scrive. E così, il musicologo e scrittore Gioacchino Lanza Tomasi è ritornato a Ficarra, alla riscoperta dei luoghi in cui, nel lontano1943, per un breve periodo, visse l’autore de Il Gattopardo con la moglie Licy Wolff e la madre Beatrice Mastrogiovanni Tasca Lanza Filangeri di Cutò, in fuga da Palermo martellata dai bombardamenti. Un ritorno al passato per Lanza Tomasi, sulle orme dell’illustre genitore adottivo che in questo luogo incantato dei Nebrodi, pur nella brevità del soggiorno, in quegli anni di guerra trovò ispirazione per costruire alcuni episodi e tratteggiare singolari personaggi del suo immortale romanzo.

Tumeo_Valenti_e_Lanza_Tomasi_posano_con_le_statue_di_Giuseppe_Tomasi_di_Lampedusa_e_Lucio_PiccoloA cominciare dalla figura del cacciatore e organista di Donnafugata Ciccio Tumeo, reso celebre dagli intensi e vivaci dialoghi col principe Fabrizio Corbera. “A Ficarra – racconta Lanza Tomasi – ci sono stato soltanto una volta, nei primi anni Sessanta, per accompagnare Lucio Piccolo che da Capo D’Orlando spesso raggiungeva il paese dove possedeva feudi e custodiva affetti. Da allora, purtroppo, più nessuna occasione per rimetterci piede”. Nemmeno le tantissime iniziative promosse per richiamare l’attenzione degli studiosi sugli stretti vincoli che legano Il Gattopardo ed il suo autore a Ficarra, incredibilmente trascurati dai biografi.

Ci ritorna ora dopo 50 anni di oblio, ritagliandosi una brevissima parentesi tra un viaggio a New York, una conferenza a Londra e la correzione di una biografia. A schiodare il professor Lanza Tomasi dalla sua splendida dimora palermitana di Palazzo Butera la notizia del ritrovamento, si diceva, di un corpus di centinaia di cartoline indirizzate ai Piccolo di Calanovella con commenti e annotazioni a firma dei nomi più in vista del panorama letterario del ‘900: da Montale allo stesso Lampedusa. Troppo, anche per Gioacchino Lanza Tomasi, per rimandare ancora una visita a Ficarra. Interesse e curiosità alla fine  ampiamente soddisfatti, non senza emozione, soprattutto quando tra quelle cartoline ne ha individuate alcune con la propria firma spedite a Lucio e Casimiro Piccolo quasi sessant’anni fa.

E dopo i carteggi, un tour “gattopardiano” per le vie paese: ad accompagnarlo, con chi scrive, anche l’amico e scrittore orlandino Franco Valenti. La casa del campiere Pietro Gullà, dove Tomasi con moglie e madre al seguito soggiornò, è ancora lì senza alcuna manomissione, uguale a settant’anni fa, arredi inclusi; due statue in bronzo di Tomasi e Piccolo poste davanti a quello che un tempo fu il Circolo dei nobili ricordano dove il Principe trascorreva ore e ore di noiosissima attesa degli eventi. Certi biografi accennano appena ai rapporti con Ficarra, ma tra gli anziani del paese è ancora vivo il ricordo del Lampedusa: per i ficarresi, non vi è dubbio, parte del Gattopardo è nato proprio qui, tra queste case, tra questa gente. Tomasi visse infatti proprio a Ficarra gli eventi che segnarono tragicamente la storia d’Italia e anche la sua anima: lo sbarco americano, la caduta di Mussolini, l’episodio del soldato tedesco ritrovato morto e sepolto da Ciccio Tumeo, l’8 settembre.

Eventi che, spostati indietro nel tempo, ritroviamo proprio nel Gattopardo. Inevitabile chiedere conferma al professore Lanza Tomasi delle convinzioni locali: “Il romanzo certamente racchiude parte del vissuto dell’autore e quindi anche del soggiorno ficarrese. So che sono state fatte ricerche per rintracciare il nome Ciccio Tumeo in altre parti della Sicilia, ma ogni tentativo riconduce sempre a Ficarra. Su questi legami, d’altra parte, mi pare chiarisca tutto l’amico Franco Valenti con il  suo libro “I misteri del Gattopardo” incentrato proprio sui rapporti del romanzo e di Tomasi con il territorio nebroideo e con Ficarra, in particolare”: la certificazione che ogni ficarrese aspettava? Tanti i dettagli di quel soggiorno ficarrese, raccontati dal professore Gioacchino Lanza. In che modo, per esempio, Tomasi di Lampedusa, la moglie Licy e la madre Beatrice, dopo aver lasciato la casa dei Piccolo, da Capo D’Orlando siano giunti a Ficarra, nel luglio del ‘43, è ampiamente noto: a dorso d’asino, guidati da due giovani ficarresi, Michele Gullà e Antonino Tumeo, lungo pericolosi sentieri, sotto una pioggia di proiettili. Non è stato invece mai chiarito il motivo che spinse  le due sorelle, Teresa e Beatrice, con i rispettivi nuclei familiari a separarsi.

A svelare il mistero è ora appunto Lanza Tomasi: “Dopo le bombe cadute vicino la casa di Capo D’Orlando, i Piccolo si convinsero che la zia Beatrice portasse iella. Da qui la decisione di alloggiarla con figlio e nuora a Ficarra, presso un campiere di fiducia. Qualche settimana dopo la tranquilla Ficarra fu ripetutamente centrata dall’aviazione e dalla marina americane: proiettili caddero a poche decine di metri dalla casa che li ospitava. Per i Piccolo, la conferma che la congiunta attirasse negatività”.

L’excursus con il raffinato intellettuale e gentile aristocratico si conclude a tavola, al ristorante La Badia, proprio dietro la casa che ospitò il principe Lampedusa: amabile conversazione, piatti a base di funghi e un generoso rosso Angheli, cantine Donnafugata ovviamente.

 

Franco Tumeo

 

 

29 Settembre 2013

Autore:

admin


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