I segni della storia. Un’articolo che nasce dal progetto Redazione in Classe sviluppato tra il nostro giornale e l’Impallomeni, il liceo milazzese, sotto l’egida di StudentsLab.
Articolo: Irene Milone, Lucia Cerchiai
A Milazzo, come su tutta l’isola, giunsero, numerose civiltà, che lasciarono magnifici e splendidi segni della loro presenza.
I rinvenimenti archeologici spaziano dalle quattro necropoli, reperti dell’insediamento greco e romano e poi ancora bizantini, arabi e normanni, angioini e spagnoli, fino all’età risorgimentale. Reperti e tanta storia che i pochi cenni da dépliant turistico stimolano ad approfondire e leggere.
Di Milazzo si parla tra il IX e l’VIII secolo a.C., ovvero fin dall’epoca della colonizzazione greca. In età romana il nome della città è legato, alla splendida vittoria che le navi del console Caio Duilio riportarono sui cartaginesi.
Al periodo bizantino, tra il 976 e il 1100, risale il Castello che subirà modifiche in epoca normanna, sveva e aragonese. Oggi quelle mura accolgono, per via di un capiente anfiteatro, spettacoli e concerti d’alto livello.
Tra i vari resti del 1700 presenti anche oggi nel centro storico cittadino, vi è il Palazzo dei Marchesi D’amico.
IL PALAZZO DEI MARCHESI D’AMICO:
E’ una dei pochi resti del ‘700 presenti nel centro storico cittadino.
L’edificio fu realizzato su commissione dei Marchesi D’Amico, dall’architetto messinese Francesco Arena. All’interno troviamo un delizioso atrio, e il salone con pavimento in ceramica col motivo dei cerchi che si intersecano, nastri, fregi e altre decorazioni rococò; il soffitto è stato dipinto con un grande affresco decorativo.
Successivamente, di fronte all’entrata, troviamo delle scalinate che portano ai due piani superiori:
Il primo piano attualmente è centro di incontri e manifestazioni culturali;
Il secondo, oggi ospita la biblioteca comunale e la sala di lettura.
Il Palazzo, divenne di proprietà del comune di Milazzo negli anni ’80. Negli anni 2000, sono stati eseguiti lavori di recupero e di conservazione dell’edificio per essere destinato a centro culturale polifunzionale al servizio della città. Ultimate le opere del restauro e acquisto l’arredo, il Palazzo D’Amico è stato inaugurato e aperto al pubblico il 12 Dicembre del 2008.
Il palazzo mostra all’ingresso, un grande portale, fiancheggiato da due semicolonne tuscanine che reggono l’ampio ballatoio a cornice del grande balcone centrale.
Fu sotto questo portone che Garibaldi, nel concedersi una pausa dopo la lunga, cruenta battaglia ed occupazione della città, nel 1860, dettò sul calar della sera, l’ordine del giorno dell’epico avvenimento.
Articolo: Irene Milone, Lucia Cerchiai
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