Nessuna invettiva da comizio, nessuna voce rotta dall’ira. A Messina, il generale Roberto Vannacci ha fatto il suo ingresso con tono misurato, quasi sommesso. Eppure, ciò che ha detto ha fatto molto rumore. Perché se c’è una cifra che distingue l’europarlamentare leghista è proprio questa: parlare piano, ma colpire duro.