TAGLI FS – Lettera di Mobilitiamo Messina al Governo
Cronaca Provinciale

TAGLI FS – Lettera di Mobilitiamo Messina al Governo

Oltre all’ennesimo ed irreparabile dramma occupazionale, i disagi che i passeggeri subiranno a causa di questa decisione non saranno solo il ridimensionamento in poche fasce orarie, ma anche e soprattutto la quantità di posti a disposizione, la riduzione di alcuni servizi e l’aumento dei costi del biglietto.
I pochissimi collegamenti che infatti l’azienda intende garantire, oltre a prevedere un numero inferiore di vetture che forniscono solo alcuni servizi, si attesteranno tutti alla stazione di Roma Termini, e per raggiungere le altre destinazioni del Paese, i passeggeri avranno a disposizione solo i più onerosi “Freccia Rossa”, che però partiranno dalla diversa stazione di Roma Tiburtina.
In pratica come deciso dal precedente Governo, che ha diretto tale operazione sottoscrivendo i piani industriali ed il contratto di servizio
della società pubblica, Trenitalia sarà libera di privare metà della nazione del servizio di “lunga percorrenza”, quello sancito nelle norme che regolano i rapporti tra Stato ed azienda, e di dirottare i passeggeri sui suoi servizi più convenienti, quelli cosiddetti “di mercato”, dove appunto ha i maggiori ricavi, e soprattutto non è sottoposta ad alcun vincolo.
Un meccanismo perfetto quindi, quello nato dalla convenienza di controllore e controllato, che da un lato ha consentito, e consente, al Governo di procedere nel taglio di risorse al settore, preservando però altre aree del Paese, e dall’altro riduce gli obblighi dell’azienda pubblica per i servizi “a contratto con lo Stato”, garantendogli al contempo migliori guadagni nel segmento di mercato.
Un congegno che però penalizza duramente l’intero meridione d’Italia, e peggio ancora assesta un colpo mortale alla vivibilità, all’occupazione ed all’economia di un territorio, come la Sicilia, posto all’estremità del Paese.
Per la Sicilia il treno è stato ed è ancora uno strumento fondamentale ed insostituibile di crescita e di sviluppo. Anche se anacronisticamente lento e con servizi scadenti, ha tuttavia salvaguardato fasce di utenza tuttora precluse agli altri vettori ed ha comunque garantito, con tariffe, posti, frequenza e viaggi notturni, gli spostamenti da e verso l’sola ad ampi strati della popolazione siciliana e ad una buona parte di turisti.
Il recidere artatamente questo strumento, adducendo cali di passeggeri che altro non sono che il risultato dell’impossibilità di prenotare posti ed anche di accedere a carrozze che Trenitalia ha preferito far circolare vuote, farà si che un’altra parte di lavoro e quindi di reddito e benessere, verrà a mancare in tutta l’isola.
Pensare di ovviare a tale condizione attraverso combinazioni tipo gommato e treno è del tutto improponibile perché il piano dei tagli di Trenitalia agisce da vero moltiplicatore per la Sicilia, ed alle soppressioni operate nell’isola si sommeranno quelle della vicina Calabria.
Nemmeno i voli low cost, tanto sbandierati da Trenitalia, e nati per proprio per concorrere sul terreno della convenienza del treno potranno mai bilanciare i guasti prodotti da Trenitalia, dato che la riduzione del segmento ferroviario, e la diminuzione di concorrenza, renderanno alla fine superfluo il mantenimento delle basse tariffe aeree.
La sconvenienza e l’incapacità di concorrere con gli altri segmenti di trasporto, disincentiveranno ancora più l’utilizzo del ferroviario e ciò,
oltre alla chiusura degli impianti, sancirà, soprattutto per la città e la provincia di Messina, che non possono contare su alternative, l’aumento delle difficoltà di accesso, l’interruzione della “continuità territoriale dello Stato” e la consegna del mercato dei trasporti ai privati, che chiaramente saranno interessati a gestire solo alcuni servizi facendo pagare un prezzo maggiore.
Per la Sicilia e per Messina, dunque, non si tratta di difendere l’improponibile mantenimento di un privilegiato e costoso sistema di trasporto, ma di rivendicare in un territorio che al contrario di altri non può nemmeno contare su altri segmenti privati alternativi, la soglia minima di garanzia entro la quale lo Stato è tenuto a garantire il diritto costituzionale di offrire pari opportunità per i cittadini, salvaguardando i principi di sussidiarietà dei territori e di mobilità delle persone e delle merci.
Se, come dichiarato e come crediamo, l’obiettivo fondamentale ed ineludibile del Paese è, insieme al ripiano del deficit, far ripartire la crescita, ne consegue che in Sicilia, ed a Messina, proprio per la sua emergenziale condizione economica, la decisione di Trenitalia è un pericoloso e contraddittorio ostacolo a quel risultato che il nuovo Governo dovrebbe immediatamente preoccuparsi di rimuovere.
Chiediamo pertanto al Governo un urgente intervento su Trenitalia al fine di annullare quanto pericolosamente disposto e l’immediato avvio di concrete azioni tese a colmare il gap infrastrutturale dell’isola con il resto del Paese.
Chiediamo al Governo Regionale di esercitare a pieno il proprio ruolo, attuando tutte le iniziative utili, e preavvisiamo che in assenza di
risposte da parte del nuovo Governo Nazionale intraprenderemo una grande mobilitazione a difesa dei diritti e del futuro del territorio.

“Mobilitiamo Messina”
(API, Associazione L’Altra Città, CGIL,Circoli Socialisti, Comitato
Pendolari dello Stretto, Confapi, Fast. Fed.dei Verdi, IDV, Lega Autonomie
locali, Lega Coop, Orsa, PD, Rif. Comunista, SEL, UGL)

10 Dicembre 2011

Autore:

admin


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