Inoltre ha invitato l’antiracket ad avere sempre una linea aperta con le forze dell’ordine che sono coloro che hanno la direzione delle indagini.
“I commercianti devono comprendere – ha chiarito Tano Grasso – che solo denunciando gli uomini del racket, quindi isolando la criminalità, si può sperare in un futuro diverso, senza taglieggiamenti”. Infine ha esortato ad adottare il modello “Ercolano” in cui ci sono tre protagonisti: le forze dell’ordine, le vittime e le associazioni antiracket.
La strategia è semplice. Le forze dell’ordine devono stare tra la gente e intercettare le mutazioni del territorio acquisendone la fiducia.
Poi ci sono le vittime cui lo Stato deve offrire la sicurezza necessaria affinché si sentano protette. Infine c’è il mondo dell’associazionismo che sta lottando contro la criminalità organizzata.
“La presenza dell’associazione antiracket sul territorio è un fatto positivo poiché svolge un ruolo determinante a favore dell’imprenditoria – ha messo in evidenza Umberto Maizza, presidente dell’antiracket di Mesaglie luogo dove si è svolto l’incontro – Ma non è sufficiente.
Oggi vi sono ancora poche denunce d’imprenditori taglieggiati.
Bisogna comprendere se ciò accade perché hanno paura dei loro aguzzini oppure cosa molto grave, che essi trovano nell’anti Stato una sicurezza che altrove non hanno.
In pratica hanno fiducia nella criminalità. Ecco perché il ruolo dell’antiracket è determinante per imporre lo Stato e abbattere quel muro dell’omertà ”.
Durante l’incontro ilpresidente onorario della Federazione italiana antiracket è stato così definito:“Tano Grasso è oggi in Italia il massimo esponente della Federazione antiracket ed esempio di vita per molti.
E’ interessante il lavoro antimafia, silenzioso, che sta facendo nelle scuole dove è a contatto diretto con i ragazzi. Infatti, sono loro le nuove generazioni che potranno continuare sulla strada della legalità.”.
fonte notizia http://www.ilgazzettinobr.it