TEATRO A MESSINA – L’Ufficio di un Dio dal volto umano
Cronaca Regionale

TEATRO A MESSINA – L’Ufficio di un Dio dal volto umano

 

Sempre in tale fantasiosa dimensione, soggetti con competenze specifiche si muoverebbero, nell’andirivieni frenetico comune ad ogni ufficio terreno, tra squilli di telefono e citofonate insistenti, indaffarati ad emettere “provvedimenti di felicità”.

Ne trarrebbe di certo beneficio una società appesantita dal peso considerevole di un senso di frustrazione ampiamente diffuso.

Fortunatamente, l’immaginazione passa tramite le forme dell’arte. Fortunatamente, esiste il palcoscenico, che rende di carne le fantasie ed i desideri.

“L’Ufficio”, in scena al Vittorio Emanuele in prima nazionale dall’11 al 15 aprile, è un testo contemporaneo scritto da Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre (noti per aver firmato la serie televisiva “Boris” ), con la regia di Ninni Bruschetta (che in Boris è attore).

L’ufficio in questione, è quello di Dio. Un Dio dal volto umano, preda dei ricordi della creazione, della nostalgia per i momenti di “sussulto” del mondo, vittima, al contempo, dello sconforto per la deriva della società, di cui sente la disperazione.

Non preghiere, disperazione. Tutta la sconfitta umana, si raccoglie in una figura che mai comparirà sul palco ma che si riassume nella formale espressione “il caso Groff”, uomo infelice come tanti, alla ricerca di qualcosa d’impreciso come tanti e caro a Dio, ma che purtroppo, muore allorquando il responsabile dell’economia decide di colmare malamente la sua tristezza facendolo vincere alla lotteria.

Tutta la vicenda si snoda dal triste episodio. E’ una delle tante sconfitte dell’ufficio, delle figure caricaturali che lo popolano, incapaci di assolvere al proprio compito. Si presentano allo spettatore, piuttosto, nella loro fragilità tutta umana, sebbene proprio la cura delle sorti umane sia il loro obiettivo.

Sono “ministri” con ruoli estremamente importanti: c’è Piotr, addetto alla politica, senza idee e smarrito nella sua stessa retorica, Zita, responsabile dell’economia, scuro, gobbo e deforme, col viso arcigno e dal cuore di pietra, Vassilij, che si occupa delle passioni, che dispensa felicità, malinconia ed annuncia una nuova era, Anna, sensibile ed attenta segretaria. Lavorano, insieme, per il mondo, ma come il mondo sono in crisi.

In simili frangenti, giovano gli elementi destabilizzanti.

Un nuovo arrivato, Marcus, addetto all’ecologia, riesce a far riscoprire ai propri colleghi l’importanza delle loro figure proprio nel momento in cui Dio minaccia di metter fine ad ogni cosa: non un nuovo diluvio universale, ma una meteora totalmente distruttiva.

Il pathos cresce nelle riflessioni dei personaggi sconfitti e raggiunge l’acmé in un invito alla protesta di Marcus, una sorta di “indignez vous” alla Hessel.

L’Ufficio è una commedia, comica e modernissima, ma è al contempo ed a tutti gli effetti, un testo politico. Forse sarebbe più opportuno definirlo, un testo sul decadimento politico, sulle aspettative deluse e sulle speranze mancanti.

Una riflessione attenta sul ruolo del capitalismo insensibile, di una globalizzazione incurante, di un sistema freddo: emblematica, a tal proposito, la continua

richiesta di trovare un ufficio autonomo per le passioni, che desiderano ardentemente poter lavorare, come nel tempo in cui esse riuscivano a spingere, con la loro forza endogena, ogni azione umana. Si forma sul palcoscenico uno schieramento formato dall’ecologia, dai sentimenti ed infine persino dalla politica, contro l’economia: quest’ultima rivendica i suoi meriti passati e nel ricordarli, dalla Comune di Parigi a Woodstock, si trasforma in nome di una sostenibilità reale.

L’Ufficio, è in sintesi, una esaltazione della speranza, come difesa della vita.

E’ un invito a sedare le rivolte distruttive con le passioni. Lascia suggestioni di un amore assolutamente libero, in senso platonico ed in senso carnale.

Vassilij, figura eterea, entra a contatto con l’umanità e scopre il sesso. Lascia, allora, un “messaggio hippie”: sarebbe forse più opportuno non dare così ampio spazio al racconto dei rapporti umani di conflitto. Sarebbe meraviglioso raccontare come le persone fanno l’amore. Una salvezza, forse, sarebbe più vicina.

Sara Marino Merlo

14 Aprile 2012

Autore:

admin


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