Una città che manca della più elementare programmazione, che non riesce neanche ad indignarsi, che ha ormai come simbolo un “frigorifero affianco al cassonetto”, che butta alle ortiche occasioni e spreca, banalmente, opportunità, anche quella di mettere nella sua economia gli studenti.
Altro capitolo inespresso di una città dormiente.
Buzzanca dovrebbe essere contestato, ma prima di lui tutti i sindaci che da cinqut’anni amministrano – male – la città, per tutto questo.
Contestato non solo dai tifosi del Messina ma dall’intera “curva” della città, dai Cittadini onesti che pagano per servizi mai ricevuti, da chi vede la città morire giorno dopo giorno ed anche – ma forse chiediamo troppo – da quella “maggioranza silenziosa”, fatta di professionisti e massoni, di politici conniventi con i mafioselli dei quartieri e dai professori universitari in combutta tra fuan e ‘drangheta nello scambio, anche “rosa” , di voti ed esami, che hanno sempre disegnato il profilo “nero” di una città, che oggi, nella giornata dello scipero generale dovrebbe protestare contro se stessa.
Ma torniamo alla “passeggiata” .
Ieri accoglieva il popolo degli studenti che aspirano ad entrare “a medicina”.
Duemila con genitori, amici, parenti al seguito.
Un popolo che veniva anche da Enna, dalla Calabria, da Palermo, da Noto e Catania e dalla provincia messinese.
Lo si sapeva da tempo.
Epppure tutto il grande piazzale della passeggiata era a dir poco lurido, sapeva di urina e del vomito della notte precedente.
Bastava poco per ripuliro… ma basterebbe davvero poco per tenerlo pulito, quotidianamente… Quello spazio è una delle “cartoline” più belle della città.
Ed i vigili?
Presenti!.
Pronti a far multe per “reali” dieviti di sosta, che diventano necessità, anche per pochi minuti, in un’area del tutto priva di spazi dediti alla sosta, questo accade quando non si è in grado, di programmare, prevedere, organizzare, predisporre ad esempio, l’apertura di uno spicchio di Fiera, inutilmente vuota, inutilemente inutile, che avvolta nei teli verdi per evitare rovinose cadute di calcinacci, mostra all’ingresso principale le sue effigie, segno di degrado, di mancato recupero, di una città alla sbando.
I vigili.. affannati, accaldati, che non denunciano il degrado e l’abbandono, “non vedono” gli abusivi, carissimi, che senza rispetto di qualsivoglia norma igienica, senza qualsivoglia cura dei luoghi, vendono brioches caldissime, cornetti, invitanti creepes, ed acqua carissima, “gocce d’oro” per un popolo di speranzosi, aspiranti protagonisti di domani.
Università.
Parola magica in tanti posti, parola che significa tanto, che è segno di cultura e futuro, che merita rispetto anche per la ricaduta economica sulla città. Anche in questo la città dei Giganti è diversa.
Messina banalizza tutto, anche la sua Università, dopo i quartieri dormitorio, le cattedrali vuote, abbanonate da un decentramento socialmente scriteriato, agli studenti si offrono affitti smodati e case fatiscenti.. nessuna regola in una città che fa ben poco per manterene il rapporto rapporto tra studenti e servizi, civitas ed istituzioni.
Messina, con i suoi Forti, il Museo, con i suoi Santi, gli artisti che ne hanno dipinto la storia, con i cinema che diventano supermercati, con il ponte che, oltre a devastarne l’identità, la storia, la cultura, farà crollare anche il mercato immobiliare.. è così…
Che peccato!!!.. eppure nell’immaginario collettivo rimane ancora la “Porta della Sicilia”.